Albania: scontri a Tirana, tre morti

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L'opposizione socialista è scesa in piazza nella capitale albanese per chiedere le elezioni anticipate, dopo le dimissioni del vice premier Ilir Meta, accusato di corruzione. Negli incidenti con la polizia, tre persone sono rimaste uccise. FOTO E VIDEO

Scontri a Tirana: le foto

Violenti scontri a Tirana, nel corso di una manifestazione antigovernativa indetta dall'opposizione socialista. Tre persone sono morte negli scontri incidenti con la polizia, secondo quanto riferito alla emittente News 24 dal direttore dell'ospedale militare di Tirana Sali Berisha. Le vittime sono state uccise da colpi d'arma da fuoco sparati a distanza ravvicinata. Nel corso degli incidenti, sono rimasti feriti 20 manifestanti e 17 agenti.

La manifestazione è stata indetta dal partito socialista, che chiede le elezioni anticipate, dopo che lo scorso 14 gennaio si è dimesso perchè accusato di corruzione il vice primo  ministro Ilir Meta. Contro il governo di Sali Berisha, per strada sono scese circa 20mila persone e le autorità hanno schierato 400 agenti di polizia di fronte alla sede del governo.

Il capo dello Stato albanese Bamir Topi ha fatto appello alla calma: "Tutte le forze politiche devono tranquillizzare i manifestanti e garantire il ripristino dell'ordine pubblico dando sostegno alle forze di polizia", ha detto Topi, esortando i partiti politici ad avviare il dialogo e ad assumersi le responsabilità per la stabilità del Paese".

Un invito alla calma rivolto ai manifestanti è stato fatto anche dal leader dell'opposizione socialista Edi Rama, il quale ha accusato il governo di aver attuato "provocazioni nei confronti della pacifica protesta dei cittadini". Rama ha insistito perchè il premier avvii "una soluzione politica della situazione".

Di fronte alla situazione in Albania, un "appello alla calma e alla moderazione a tutte le parti" è stato avanzato anche dall'Italia. Lo ha reso noto il portavoce della Farnesina Maurizio Massari: "Invitiamo tutte le forze politiche a risolvere attraverso il dialogo e la normale dialettica politica in Parlamento le questioni pendenti - ha detto - perchè gli atti di violenza sono inaccettabili".

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