Il premier a Berlino durante la conferenza stampa con Angela Merkel spiega che la decisione della Consulta "non influenza il governo. C'è una patologia del sistema giudiziario". Poi attacca i giudici: "Contro di me processi inutili". VIDEO
Crisi economica e necessità di stabilizzazione della zona euro , ma anche l' accordo Mirafiori, il legittimo impedimento e il futuro del governo del Paese.
Questi, in sintesi, gli argomenti affrontati dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi , che ha incontrato a Berlino la cancelliera tedesca Anglea Merkel . Un vertice bilaterale che è stato dunque anche l'occasione per il premier per fare il punto su alcune questioni all'ordine del giorno dell'agenda politica italiana.
Berlusconi contro i giudici - "Non è stata una mia richiesta, ma una iniziativa dei gruppi
parlamentari", ha detto Berlusconi della legge sul legittimo impedimento che lo protegge dai processi a suo carico e sulla legittimità costituzionale della quale è attesa per giovedì la sentenza della Consulta.
"Io sono totalmente indifferente ad un fermo o meno dei processi perché si tratta di processi ridicoli, basati - come ho giurato sui miei figli - su fatti inesistenti. Spiegherò agli italiani di cosa si tratti, della patologia di un organismo giudiziario che si è trasformato in potere giudiziario esorbitando dall'alveo costituzionale", ha aggiunto.
Il Cavaliere ha poi concluso che "non c'è nessun pericolo per la stabilità del governo qualunque sia l'esito della Consulta".
Nessuna grande coalizione in Italia - In Italia non è possibile parlare in modo serio con nessuno dei leader dell'opposizione e quindi non c'è la possibilità di formare un governo di grande coalizione. Così il premier ha risposto alla domanda di un giornalista al termine del 18° bilaterale italo-tedesco.
Mirafiori e l'accordo - Il premier - accompagnato da cinque ministri italiani: Frattini, Matteoli, Prestigiacomo, Tremonti e Romani - è intervenuto anche s ull'accordo tra Fiat e sindacati per lo stabilimento di Mirafiori, sul quale la Fiom (l'unica sigla contraria) ha indetto un referendum, affermando di essere d'accordo con l'intesa .
E ha aggiunto: "Nel caso in cui il referendum bocciasse l'intesa raggiunta "le imprese e gli imprenditori avrebbero buone motivazioni per spostarsi in altri paesi".
Ascolta le parole del premier
Per uscire dalla crisi serve ottimismo - "In una crisi dei consumi e degli investimenti è molto importante il fattore psicologico - ha inoltre affermato il presidente del Consiglio - Non bisogna diffondere pessimismo tra i cittadini e gli operatori ma è una responsabilità dei singoli governi cercare di dare una prospettiva positiva dell'economia, sostenere i consumi e cercare di infondere fiducia e ottimismo".
"In una indagine fatta in Italia si vede che su persone che non hanno nulla da temere dalla crisi - ha proseguito Berlusconi - cioè tra impiegati e pensionati pubblici si verifica un'astensione da certi acquisti, con la motivazione che siamo in crisi". In conclusione, ha aggiunto, "è un dovere di tutti noi che abbiamo responsabilità di governo infondere fiducia e non fare il contrarino cedendo alla diffusione del pessimismo".
La contestazione -Per l'Italia presenti anche il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, l'ad di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti e l'ad di Eni, Paolo Scaroni.
All'ingresso della Cancelleria un paio di manifestanti ha contestato la presenza del premier con due piccoli cartelli: 'No al Paese di Berlusconi', recita il primo; 'L'Europa non ha bisogno di un Berlusconistan'.
Questi, in sintesi, gli argomenti affrontati dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi , che ha incontrato a Berlino la cancelliera tedesca Anglea Merkel . Un vertice bilaterale che è stato dunque anche l'occasione per il premier per fare il punto su alcune questioni all'ordine del giorno dell'agenda politica italiana.
Berlusconi contro i giudici - "Non è stata una mia richiesta, ma una iniziativa dei gruppi
parlamentari", ha detto Berlusconi della legge sul legittimo impedimento che lo protegge dai processi a suo carico e sulla legittimità costituzionale della quale è attesa per giovedì la sentenza della Consulta.
"Io sono totalmente indifferente ad un fermo o meno dei processi perché si tratta di processi ridicoli, basati - come ho giurato sui miei figli - su fatti inesistenti. Spiegherò agli italiani di cosa si tratti, della patologia di un organismo giudiziario che si è trasformato in potere giudiziario esorbitando dall'alveo costituzionale", ha aggiunto.
Il Cavaliere ha poi concluso che "non c'è nessun pericolo per la stabilità del governo qualunque sia l'esito della Consulta".
Nessuna grande coalizione in Italia - In Italia non è possibile parlare in modo serio con nessuno dei leader dell'opposizione e quindi non c'è la possibilità di formare un governo di grande coalizione. Così il premier ha risposto alla domanda di un giornalista al termine del 18° bilaterale italo-tedesco.
Mirafiori e l'accordo - Il premier - accompagnato da cinque ministri italiani: Frattini, Matteoli, Prestigiacomo, Tremonti e Romani - è intervenuto anche s ull'accordo tra Fiat e sindacati per lo stabilimento di Mirafiori, sul quale la Fiom (l'unica sigla contraria) ha indetto un referendum, affermando di essere d'accordo con l'intesa .
E ha aggiunto: "Nel caso in cui il referendum bocciasse l'intesa raggiunta "le imprese e gli imprenditori avrebbero buone motivazioni per spostarsi in altri paesi".
Ascolta le parole del premier
Per uscire dalla crisi serve ottimismo - "In una crisi dei consumi e degli investimenti è molto importante il fattore psicologico - ha inoltre affermato il presidente del Consiglio - Non bisogna diffondere pessimismo tra i cittadini e gli operatori ma è una responsabilità dei singoli governi cercare di dare una prospettiva positiva dell'economia, sostenere i consumi e cercare di infondere fiducia e ottimismo".
"In una indagine fatta in Italia si vede che su persone che non hanno nulla da temere dalla crisi - ha proseguito Berlusconi - cioè tra impiegati e pensionati pubblici si verifica un'astensione da certi acquisti, con la motivazione che siamo in crisi". In conclusione, ha aggiunto, "è un dovere di tutti noi che abbiamo responsabilità di governo infondere fiducia e non fare il contrarino cedendo alla diffusione del pessimismo".
La contestazione -Per l'Italia presenti anche il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, l'ad di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti e l'ad di Eni, Paolo Scaroni.
All'ingresso della Cancelleria un paio di manifestanti ha contestato la presenza del premier con due piccoli cartelli: 'No al Paese di Berlusconi', recita il primo; 'L'Europa non ha bisogno di un Berlusconistan'.