In Germania, l'allarme ora va oltre le uova e il pollame. Alti tassi di contaminazione sono stati trovati in un allevamento di suini della Bassa Sassonia e a Berlino esplode la caccia ai prodotti biologici
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L'allarme diossina nel 2008 per le carni
Lo scandalo dei mangimi alla diossina colpisce in Germania anche la carne di maiale, mentre tra i consumatori scatta la corsa agli acqusti dei prodotti biologici e già in alcuni supermercati specializzati scarseggiano uova e pollame.
Per la prima volta, alti tassi di contaminazione sono stati rilevati in un allevamento di suini, nella Bassa Sassonia, la regione tedesca produttrice di salumi per eccellenza con circa 8.600 allevatori e un totale di circa 8,3 milioni di maiali, poco meno di un terzo del totale.
L'azienda in questione si trova a Verden, nel centro del Land, e secondo i dati resi noti a Bruxelles la contaminazione è pari a 2 picogrammi per grammo di grasso, il doppio del massimo consentito.
La notizia, quindi, potrebbe far crollare anche le vendite di carne di maiale, come è già successo per le uova.
Ma i supermarket bio fanno affari d'oro. "Al momento, la domanda di prodotti biologici non può essere soddisfatta", ha commentato Ulrich Hamm, docente di cibo e marketing presso la facoltà di Scienze agrarie ecologiche dell'Università di Kassel, in Assia (centro). Da parte sua, Stefanie Neumann, portavoce della catena di supermercati biologici Alnatura, ha reso noto che la settimana scorsa le vendite di uova bio sono aumentate del 30%.
Per ora, sono 19 gli allevamenti tedeschi i cui animali sono risultati contaminati con livelli di diossina superiori ai limiti ammessi: di questi impianti, 18 sono allevamenti di galline ovaiole e uno di suini.
Di fronte a questa situazione, i partiti all'opposizione (Spd e Verdi) hanno criticato il ministro dell'Agricoltura, Ilse Aigner (Csu), per non avere preso misure concrete in modo da prevenire casi simili in futuro nel settore alimentare. Ma il ministro ha respinto le accuse, ricordando che Berlino sta valutando un "riesame delle sanzioni previste per le aziende che non rispettano le regole nonché l'introduzione di "obblighi più stringenti" per le attività dei produttori di mangimi.
Secondo quanto è emerso, tuttavia, la Commissione Ue potrebbe intervenire direttamente, prima della fine del mese, per regolamentare con una normativa europea l'attività dei produttori di mangimi. L'ipotesi allo studio dell'Unione Europea consiste in una norma di garanzia per la produzione dei mangimi animali che troppo spesso si sono dimostrati l'anello debole della catena alimentare.
In sostanza, secondo quanto si è appreso da fonti comunitarie, si sta verificando la possibilità di scrivere una disposizione che "separa la produzione dei mangimi da quella di altre attività industriali".
In attesa di una proposta in questo senso, è emerso che dei 4.709 allevamenti chiusi in Germania nel momento di massimo allarme, ad oggi 558 sono ancora bloccati perché sottoposti ad analisi per verificare la contaminazione da diossina nei mangimi distribuiti agli animali.
Negli ultimi giorni, quindi, le autorità hanno dato il via libera a 4.151 aziende ma - come ha sottolineato ieri la Aigner - non si può certo parlare di cessato allarme.
Anzi, secondo la Cia-Confederazione italiana agricoltori bisogna immediatamente rafforzare i controlli alle frontiere e bloccare tutti i prodotti di maiale 'a rischio diossina' provenienti dalla Germania. Da parte sua, il senatore Nello Di Nardo, capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione agricoltura, ha invitato il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, a "venire immediatamente in Aula a riferire sullo scandalo diossina perché in gioco c'è la salute dei cittadini".
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La notizia, quindi, potrebbe far crollare anche le vendite di carne di maiale, come è già successo per le uova.
Ma i supermarket bio fanno affari d'oro. "Al momento, la domanda di prodotti biologici non può essere soddisfatta", ha commentato Ulrich Hamm, docente di cibo e marketing presso la facoltà di Scienze agrarie ecologiche dell'Università di Kassel, in Assia (centro). Da parte sua, Stefanie Neumann, portavoce della catena di supermercati biologici Alnatura, ha reso noto che la settimana scorsa le vendite di uova bio sono aumentate del 30%.
Per ora, sono 19 gli allevamenti tedeschi i cui animali sono risultati contaminati con livelli di diossina superiori ai limiti ammessi: di questi impianti, 18 sono allevamenti di galline ovaiole e uno di suini.
Di fronte a questa situazione, i partiti all'opposizione (Spd e Verdi) hanno criticato il ministro dell'Agricoltura, Ilse Aigner (Csu), per non avere preso misure concrete in modo da prevenire casi simili in futuro nel settore alimentare. Ma il ministro ha respinto le accuse, ricordando che Berlino sta valutando un "riesame delle sanzioni previste per le aziende che non rispettano le regole nonché l'introduzione di "obblighi più stringenti" per le attività dei produttori di mangimi.
Secondo quanto è emerso, tuttavia, la Commissione Ue potrebbe intervenire direttamente, prima della fine del mese, per regolamentare con una normativa europea l'attività dei produttori di mangimi. L'ipotesi allo studio dell'Unione Europea consiste in una norma di garanzia per la produzione dei mangimi animali che troppo spesso si sono dimostrati l'anello debole della catena alimentare.
In sostanza, secondo quanto si è appreso da fonti comunitarie, si sta verificando la possibilità di scrivere una disposizione che "separa la produzione dei mangimi da quella di altre attività industriali".
In attesa di una proposta in questo senso, è emerso che dei 4.709 allevamenti chiusi in Germania nel momento di massimo allarme, ad oggi 558 sono ancora bloccati perché sottoposti ad analisi per verificare la contaminazione da diossina nei mangimi distribuiti agli animali.
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Anzi, secondo la Cia-Confederazione italiana agricoltori bisogna immediatamente rafforzare i controlli alle frontiere e bloccare tutti i prodotti di maiale 'a rischio diossina' provenienti dalla Germania. Da parte sua, il senatore Nello Di Nardo, capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione agricoltura, ha invitato il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, a "venire immediatamente in Aula a riferire sullo scandalo diossina perché in gioco c'è la salute dei cittadini".