La Russa: "Miotto ucciso in un assalto, non da un cecchino"

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Il ministro della Difesa La Russa durante la sua visita a Herat
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Il ministro della Difesa, a Herat per una visita al contingente italiano in Afghanistan, ha fornito una nuova versione sulla morte dell’alpino: “C’è stato un vero e proprio scontro a fuoco con un gruppo di insorti, ho chiesto un rapporto dettagliato"

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L'alpino Matteo Miotto è stato ucciso "da un gruppo di insorti" durante "un vero e proprio scontro a fuoco e non da un cecchino isolato". Lo ha detto, parlando con i giornalisti ad Herat durante una visita al contingente italiano, il ministro della Difesa Ignazio La Russa.  L'uccisione di Miotto, ha detto  La Russa, "è avvenuta nel corso di un vero e proprio scontro a fuoco: non si è trattato di un cecchino isolato, ma di un gruppo di terroristi, di 'insurgents', non so quanti, che avevano attaccato l'avamposto".

"All'attacco - ha proseguito La Russa - ha risposto chi era di guardia, con armi leggere ed altri interventi: a questi si è aggiunto anche Miotto", che - in base a una prima ricostruzione - faceva parte di una "forza di reazioni rapida" ed era salito sulla torretta (dove poi è stato colpito, ndr) a dare man forte. Il papà di Matteo aveva chiesto chiarezza proprio sugli ultimi istanti di vita del figlio: "Si è parlato di un colpo alla spalla, poi al fianco, vogliamo capire cosa sia successo veramente".

"Aspetto di avere maggiori dettagli sulla ricostruzione - ha concluso La Russa da Herat - e ho chiesto a questo proposito un rapporto dettagliato". Tuttavia - nonostante La Russa si sia affrettato a precisare che "la versione sulla morte di Matteo Miotto non è cambiata, è stata solo integrata" - la prima versione fornita dagli uomini della Difesa e dallo stesso ministro diverge dall'ultima.

Italiani nel mirino
- Nonostante il periodo invernale le "azioni ostili" contro i militari italiani non sono diminuite: "In villaggi come Bala Murghab o nel Gulistan ogni giorno si devono difendere dagli attacchi, gli scontri a fuoco sono anche più di uno al giorno", ha detto il ministro della difesa Ignazio La Russa. Il generale Marcello Bellacicco, comandante del contingente, ha tracciato un bilancio degli ultimi due mesi e mezzo. Dal 18 ottobre, ha spiegato, gli "eventi" che hanno riguardato gli italiani sono stati 133: 27 attacchi a tiro diretto, cioè con armi leggere; 5 a tiro indiretto, vale a dire con armi leggere e mortai; 6 di tipo combinato, diretto e indiretto; 5 gli ordigni esplosi contro mezzi italiani; 57 i ritrovamenti di armi ed esplosivi; 5 gli incidenti stradali e 28 le azioni ostili di minore importanza. Gli "episodi" che nella regione ovest a comando italiano hanno coinvolto i militari di tutti i contingenti che fanno parte del Regional Command West, sono stati 338.

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