Lula portò la luce, Dilma promette ai brasiliani il web

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La presidente brasiliana Dilma Rousseff
epa02512815 New Brazilian President, Dilma Rousseff, pronounces her first speech after receiving the presidential ribbon by outgoing President Luiz Inácio Lula da Silva (not in picture), at the Planalto Palace in Brasilia, Brazil, on 01 January 2011. Reports state that left-wing economist Dilma Rousseff, 63, inauguration is taking place in Brasilia as the first female president in the history of Brazil. She succeeded her mentor Luiz Inacio Lula da Silva, who left office with record popularity but could not stay on due to constitutional limits on consecutive presidential terms.  EPA/MARCELO SAYAO  EPA/MARCELO SAYAO

La neo-presidente Rousseff nella sua prima riunione ha affrontato il tema dell'abbattimento delle tariffe per la connessione e dell'accesso alla banda larga anche nelle piccole città del Paese. Il nome del progetto? "Internet per tutti"

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Se Lula ha portato la luce, Dilma porterà la Rete. E' una promessa e una speranza insieme. Ed è uno dei primi impegni assunti dalla neo-presidente Dilma Rousseff, subentrata il primo gennaio a Luiz Inacio Lula da Silva alla guida del Brasile. L'ambizioso progetto, conosciuto come “Piano nazionale per la banda larga” o anche “Internet per tutti”, si propone di abbattere le costose tariffe per la connessione al Web, ma anche di far arrivare le infrastrutture tuttora assenti in circa 4.000 cittadine. Nella sostanza, insomma, l'ispirazione è quella del programma "Luce per tutti", con cui Lula ha portato l'elettricità a milioni di case dell'entroterra rurale del Paese.

Racconta il quotidiano spagnolo El Pais, che lunedì, nella sua prima riunione di lavoro da presidente, Rousseff ha dedicato molto del suo tempo a difendere la proposta di una tariffa economica per la connessione, perché le classi medio basse possano avere accesso alla banda larga a prezzi popolari. Un problema non da poco, in uno dei Paesi in cui tale accesso è più costoso: circa 120 real al mese (60 euro), sono infatti una tariffa insostenibile per chi prende un salario base di 540 real. Secondo la presidente, invece, il prezzo non dovrebbe superare i 30 real al mese (circa 12 euro) e per questo il governo cercherà di contattare le aziende (Telebras, la grande impresa statale delle comunicazioni è stata privatizzata nel 1998) e negoziare con loro servizi Internet a costi accessibili.

Per favorire questo processo, riferisce El Pais, c'è all'esame anche la creazione delle infrastrutture necessarie per il cablaggio di 4.000 Comuni, per un totale di circa 20 milioni di utenti. In modo tale che le piccole aziende locali possano essere interessate a offrire connessioni a basso costo. Il nuovo ministro delle Comunicazioni, Paolo Bernardo, spiega che Rousseff intende favorire “l'accesso di milioni di brasiliani alle nuove tecnologie” e in questo modo, oltre a spingere la produttività, “rafforzare l'educazione dei bambini e nelle scuole e migliorare la preparazione pedagogica degli insegnanti”.

Che la presidentessa brasiliana sarebbe stata sensibile al tema delle nuove tecnologie, lo si poteva del resto immaginare, considerata l'attenzione alla comunicazione via Internet mostrata durante la campagna elettorale, attraverso il suo sito e il profilo twitter, Facebook e Flickr. E così il piano per la banda larga Rousseff lo mette in ciima ai suoi pensieri. L'ha già ribattezzato: “Esodo 2.0”.

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