Palazzo Chigi: inaccettabile no all'estradizione di Battisti
MondoPer la presidenza del Consiglio in caso di rifiuto Lula "dovrebbe spiegare la sua scelta a tutti gli italiani". Intanto l'avvocatura brasiliana consiglia di concedere il diritto d'asilo all'ex terrorista e il presidente rinvia la decisione di un giorno
Alta tensione tra Italia e Brasile in attesa della decisione del presidente Lula sulla estradizione di Cesare Battisti, l'ex terrorista dei Pac condannato in via definitiva in Italia per quattro omicidi.
La nota di Palazzo Chigi - "Il Governo italiano si è attivato con determinazione e chiarezza durante l'ultimo anno e mezzo, con il consenso unanime di tutte le forze politiche, per ottenere l'estradizione in Italia di Cesare Battisti, il pluriomicida condannato in via definitiva attualmente detenuto in Brasile". E' quanto si legge in una nota dell'ufficio stampa di palazzo Chigi, in attesa della decisione del presidente Lula (che è stata rinviata al 31 dicembre).
"Proprio nelle ultime ore il Governo ha continuato a insistere nella richiesta di estradizione, peraltro accolta dal Supremo Tribunale Federale del Brasile e rimessa per l'attuazione al Presidente Lula, e si riserva di esprimere le proprie valutazioni dopo l'annuncio ufficiale della decisione" continua la nota.
"Tuttavia, in questo momento delicato - si legge ancora - alcune informazioni fanno ritenere che nella possibile motivazione della decisione del Presidente Lula vi possa essere il riferimento all'articolo 3 comma F del Trattato di estradizione, e quindi al presunto aggravamento della situazione personale di Battisti. In questo caso, il Governo italiano fin d'ora intende dichiarare che considera incomprensibile e inaccettabile nel modo più assoluto siffatto riferimento e la relativa decisione. Il Presidente Lula dovrebbe allora spiegare tale scelta non solo al Governo, ma agli italiani tutti e in particolare alle famiglie delle vittime e a un uomo ridotto su una sedia a rotelle".
Anche per il ministro della Giustizia Angelino Alfano "il governo italiano e, per quel che lo riguarda, il ministero della Giustizia, hanno fatto tutto quanto era nelle proprie possibilità, giuridiche e politiche, perchè il Brasile concedesse l'estradizione".
Avvocatura brasiliana per il no all'estradizione - A far temere il 'no' all'estradizione, il parere dell'Avvocatura Generale brasiliana, che ha raccomandato al presidente Luiz Inacio Lula da Silva di non concedere l'estradizone in Italia dell'ex terrorista rosso. Nel parere l'avvocatura sostiene che il trattato bilaterale tra Brasile e Italia concede a Lula di far restare nel Paese Battisti a prescidere dalla sentenza del Supremo Tribunale Federale, la più alta assise giudiziaria brasiliana che lo scorso anno aveva autorizzato l'estradizione.
Le ultime precisazioni del governo italiano arrivano anche dopo le polemiche per un'intervista al Riformista, di Eduardo Suplicy, senatore brasiliano del Pt, il partito di Lula, che ha affermato come il premier Silvio Berlusconi non dovrebbe scatenare polemiche con il Brasile se dal presidente Lula dovesse arrivare un 'no' all'estradizione dell'ex terrorista dei Pac condannato all'ergastolo in Italia per quattro omicidi.
Senatore brasiliano: "Berlusconi non farà polemiche" - "Il premier - sostiene il senatore - ha detto a Lula che, qualunque sia la decisione brasiliana, non monterà una polemica sul caso. Quando Lula e Berlusconi hanno parlato della questione, era presente Carvalho, il capo di gabinetto del governo uscente. Me lo ha confermato Carvalho stesso". Peraltro, aggiunge il senatore Suplicy, "la decisione di non consegnare l'ex militante è coerente con la Costituzione brasiliana che non prevede l'ergastolo. Sono pronto a venire a Palazzo Madama per spiegare le nostre ragioni".
Parole smentite seccamente da Palazzo Chigi, che già in una nota precisava che "sono destituite di ogni fondamento le indiscrezioni di un senatore brasiliano". "In particolare prosegue la nota - mai in nessun incontro fra i due leader il Presidente Berlusconi ha mostrato sottovalutazione per la vicenda dell'estradizione, richiamando invece costantemente la linea perseguita dall'Italia a ogni livello perché Cesare Battisti venga riconsegnato alla giustizia italiana".
Lula rinvia la decisione - Lula intanto ha rimandato al 31 dicembre la decisione, dopo che, in mattinata, si incontrerà di nuovo con l'avvocato generale dello Stato, Luis Inacio Lucena Adams. Il provvedimento su Battisti sarà l'ultimo atto di Lula da presidente, alla mezzanotte del 31 infatti scadrà il suo mandato.
La nota di Palazzo Chigi - "Il Governo italiano si è attivato con determinazione e chiarezza durante l'ultimo anno e mezzo, con il consenso unanime di tutte le forze politiche, per ottenere l'estradizione in Italia di Cesare Battisti, il pluriomicida condannato in via definitiva attualmente detenuto in Brasile". E' quanto si legge in una nota dell'ufficio stampa di palazzo Chigi, in attesa della decisione del presidente Lula (che è stata rinviata al 31 dicembre).
"Proprio nelle ultime ore il Governo ha continuato a insistere nella richiesta di estradizione, peraltro accolta dal Supremo Tribunale Federale del Brasile e rimessa per l'attuazione al Presidente Lula, e si riserva di esprimere le proprie valutazioni dopo l'annuncio ufficiale della decisione" continua la nota.
"Tuttavia, in questo momento delicato - si legge ancora - alcune informazioni fanno ritenere che nella possibile motivazione della decisione del Presidente Lula vi possa essere il riferimento all'articolo 3 comma F del Trattato di estradizione, e quindi al presunto aggravamento della situazione personale di Battisti. In questo caso, il Governo italiano fin d'ora intende dichiarare che considera incomprensibile e inaccettabile nel modo più assoluto siffatto riferimento e la relativa decisione. Il Presidente Lula dovrebbe allora spiegare tale scelta non solo al Governo, ma agli italiani tutti e in particolare alle famiglie delle vittime e a un uomo ridotto su una sedia a rotelle".
Anche per il ministro della Giustizia Angelino Alfano "il governo italiano e, per quel che lo riguarda, il ministero della Giustizia, hanno fatto tutto quanto era nelle proprie possibilità, giuridiche e politiche, perchè il Brasile concedesse l'estradizione".
Avvocatura brasiliana per il no all'estradizione - A far temere il 'no' all'estradizione, il parere dell'Avvocatura Generale brasiliana, che ha raccomandato al presidente Luiz Inacio Lula da Silva di non concedere l'estradizone in Italia dell'ex terrorista rosso. Nel parere l'avvocatura sostiene che il trattato bilaterale tra Brasile e Italia concede a Lula di far restare nel Paese Battisti a prescidere dalla sentenza del Supremo Tribunale Federale, la più alta assise giudiziaria brasiliana che lo scorso anno aveva autorizzato l'estradizione.
Le ultime precisazioni del governo italiano arrivano anche dopo le polemiche per un'intervista al Riformista, di Eduardo Suplicy, senatore brasiliano del Pt, il partito di Lula, che ha affermato come il premier Silvio Berlusconi non dovrebbe scatenare polemiche con il Brasile se dal presidente Lula dovesse arrivare un 'no' all'estradizione dell'ex terrorista dei Pac condannato all'ergastolo in Italia per quattro omicidi.
Senatore brasiliano: "Berlusconi non farà polemiche" - "Il premier - sostiene il senatore - ha detto a Lula che, qualunque sia la decisione brasiliana, non monterà una polemica sul caso. Quando Lula e Berlusconi hanno parlato della questione, era presente Carvalho, il capo di gabinetto del governo uscente. Me lo ha confermato Carvalho stesso". Peraltro, aggiunge il senatore Suplicy, "la decisione di non consegnare l'ex militante è coerente con la Costituzione brasiliana che non prevede l'ergastolo. Sono pronto a venire a Palazzo Madama per spiegare le nostre ragioni".
Parole smentite seccamente da Palazzo Chigi, che già in una nota precisava che "sono destituite di ogni fondamento le indiscrezioni di un senatore brasiliano". "In particolare prosegue la nota - mai in nessun incontro fra i due leader il Presidente Berlusconi ha mostrato sottovalutazione per la vicenda dell'estradizione, richiamando invece costantemente la linea perseguita dall'Italia a ogni livello perché Cesare Battisti venga riconsegnato alla giustizia italiana".
Lula rinvia la decisione - Lula intanto ha rimandato al 31 dicembre la decisione, dopo che, in mattinata, si incontrerà di nuovo con l'avvocato generale dello Stato, Luis Inacio Lucena Adams. Il provvedimento su Battisti sarà l'ultimo atto di Lula da presidente, alla mezzanotte del 31 infatti scadrà il suo mandato.