Libertà di stampa: esiste un problema Ungheria?

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Victor Orban, il discusso primo ministro ungherese
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Dal primo gennaio Budapest sarà per sei mesi alla guida dell'Unione Europea. Ma dopo la recente legge che limita i diritti dei media, in molti si chiedono se lo stato magiaro ne abbia diritto. E se non sia il caso per la Ue di intervenire

di David Saltuari

Esiste un problema Ungheria?, si chiede la stampa tedesca. Da circa otto mesi a capo del governo di Budapest siede Viktor Orban, leader del partito conservatore Fidesz (Lega dei giovani democratici). Forte di una maggioranza parlamentare che supera i due terzi, il partito del premier ha dato il via a una serie di riforme il cui scopo è rafforzare i poteri del capo del governo, ma che ha sollevato diversi dubbi nel resto d'Europa. Nei mesi precedenti il governo di Orban ha  limitato le competenze della corte costituzionale, ma ad aver fatto suonare il campanello d'allarme è stata la nuova legge sui media, approvata lo scorso 20 dicembre e già ribattezzata legge bavaglio.

Secondo la nuova legislazione, tutti i media pubblici passano sotto un più rigoroso controllo da parte del governo e l'attività giornalistica viene limitata. Di fronte a minacce per la sicurezza nazionale, un reporter è costretto a svelare le sue fonti e tutte le testate sono tenute, per legge, a dare un'informazione equilibrata. Cosa si intenda esattamente per sicurezza nazionale e informazione equilibrata non viene però specificato, tanto che molti, a partire dall'Osce, temono che su questa ambiguità ci sia spazio per decisioni arbitrarie.

Critiche sono arrivate dal governo tedesco, che ha fatto sapere nei giorni scorsi di seguire con grande preoccupazione le vicende ungheresi, mentre il ministro degli esteri lussemburghese Jean Asselborn ha parlato apertamente di minaccia ai diritti fondamentali dell'uomo. Secondo il suo collega della Repubblica Ceca, Karel Schwarzenberger la legge "così come è fatta, è pericolosa". Rimostranze che il premier ungherese ha rispedito al mittente, sostenendo che il "vociare occidentale" non gli faceva "certo tremare le ginocchia". Le ginocchia forse non tremano, ma qualche problema a Budapest se lo sono posto. In vista del semestre di presidenza dell'Unione Europa dell'Ungheria, il primo gennaio 2011, il governo magiaro ha fatto distribuire a Strasburgo un testo per dimostrare la legittimità della nuova legge.

Una serie di giustificazioni che però non sono bastate alla stampa tedesca, lanciata in una campagna molto critica contro la nuova legge. In un durissimo editoriale la Sueddeutsche Zeitung, uno dei quotidiani più autorevoli e diffusi in Germania, scrive che la "legge bavaglio ungherese ribalta i principi fondamentali sui quali è costruita l'Europa unita" e chiede un duro intervento di Bruxelles. Gli strumenti per intervenire esistono, ricorda il giornale tedesco, ma a frenare iniziative europee è l'appartenenza di Fidesz, il partito al governo a Budapet al PPE. Un possibile motivo di imbarazzo per, secondo la Sueddeutsche Zeitung, può mettere a rischio la credibilità politica dell'Unione europea.

Quella del giornale bavarese non è una voce isolata. Anzi. In un'intervista alla Berliner Zeitung lo scrittore ungherese György Konrad paragona gli ultimi mesi del governo di Orban con la presa del potere del partito nazista nella Germania del 1933. Parole esagerate? Forse, ma solo pochi mesi fa, parlando con la Tageszeitung il giornalista Karl Pfeiffer, 82 anni fuggito dal 1938 proprio dall'Ungheria, avanza preoccupazioni simili sottolineando come antisemitismo e sentimenti anti-rom vengano sempre più accettati in Ungheria. E anche un personaggio moderato come Paul Lendvai, corrispondente per il Financial Times dall'Europa Centrale, sostiene ormai che l'Ungheria guarda molto più verso la Biellorussia di Lukashenko che verso l'occidente.

Intanto qualcosa a Strasburgo inizia a muoversi. Dopo che alcuni giornalisti radiofonici ungheresi sono stati sospesi solo per aver espresso la loro contrarietà alla legge, Elmar Brok, deputato della CDU e formalmente alleato, a livello europeo, con il partito del premier ungherese, ha dichiarato di avere intenzione di sollevare la questione al parlamento europeo. L'inizio del semestre europeo dell'Ungheria potrebbe diventare un ostacolo più difficile del previsto per Victor Orban.

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