Iran, Sakineh in tv mette in scena l'omicidio del marito

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Un'immagine dal documentario trasmesso dalla tv iraniana
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Ecco il video in cui la donna ricostruisce il presunto delitto per cui la magistratura islamica l'ha condannata alla lapidazione. A trasmetterlo è stata la televisione del regime. La conferma che la scarcerazione serviva solo per girare il documentario

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Un attore nei panni del marito e lei, Sakineh Mohammedi Ashtiani, che riproduce l'uccisione del consorte avvenuta nel dicembre 2005 con la complicità del suo amante. E' questa la ricostruzione del delitto avvenuto nella casa della donna a Tabriz, nel nord ovest dell'Iran, che venerdì 10, in serata, è stata trasmessa dall'emittente di Stato iraniana Press Tv. Un delitto che è costato alla donna una condanna a morte tramite lapidazione per adulterio, oltre che per omicidio, e che è stato ricostruito in una sorta di docu-fiction (guarda il video in basso) a testimoniare le ragioni del verdetto emesso dalla Magistratura islamica contro gli appelli internazionali, che invece chiedono clemenza per la donna.

Smentite quindi le voci di una sua liberazione, circolate giovedì 9 tra gli attivisti e tra chi aveva visto la donna e il figlio nel giardino della sua abitazione: il trasferimento a Tabriz era solo un ritorno sulla scena del delitto per mostrarlo al grande pubblico. Nella sua casa, e davanti alle telecamere, la Ashtiani, vestita di nero e con un velo beige a coprire i capelli, ha descritto come ha iniziato una relazione sentimentale con un altro uomo, Isa Taheri. Quindi, ha dichiarato di aver somministrato al marito un'iniezione che lo ha reso incoscente. A quel punto il suo amante è giunto in casa e lo ha fulminato.

Nel filmato, la Ashtiani spiega che Taheri ha legato un filo al piede e un altro alla vita del marito, pratica simulata nel video, ma ci sono voluti sette tentativi prima che l'uomo morisse. "La settima volta, mio marito non si è piu' mosso. Era morto", ha spiegato la donna.

Il documentario, che è stato accompagnato da un avvertimento alla sensibilità degli spettatori, ha quindi mostrato le fotografie del cadavere della vittima, che risultava bruciato. Oltre alla Ashtiani sono stati intervistati suo figlio Sajjad Qaderzadeh e il suo avvocato Houtan Kian, entrambi arrestati. Press Tv ha invece spiegato che i due giornalisti tedeschi in carcere per aver tentato di intervistare i familiari della donna non hanno voluto rispondere ad alcuna domanda del programma.

La voce narrante del documentario, poi, cita un rapporto della polizia in cui la Ashtiani aveva confessato di essere coinvolta nell'omicidio del marito e aveva indicato Taheri come suo complice. L'uomo venne arrestato in relazione all'omicidio, e anche lui confessò. La descrizione di 25 minuti segue le "confessioni" che la donna aveva rilasciato in precedenza a Press tv il 12 agosto, il 15 settembre e il 15 novembre. L'ammissione di ieri, però, è la prima nel quale viene mostrato il volto della donna, così come è la prima volta che la Ashtiani torna sul luogo del delitto. Nei precedenti video trasmessi dall'emittente di Stato, infatti, il viso della donna era sempre coperto e l'unica sua foto che circolava era stata diffusa da organizzazioni per i diritti umani occidentali e la mostravano giovane, con il capo coperto da un velo nero.

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