I giudizi inconfessati della cancelleria Usa rivelati da Wikileaks mettono in bilico alleanze e strategie internazionali, mentre gli Usa annunciano nuove misure più restrittive. Il segretario di Stato americano: "In tutto ciò niente di coraggioso"
Guarda anche:
Le pagelle degli Usa ai leader mondiali (FOTO)
L'intervista di SkyTG24 al ministro degli Esteri Franco Frattini
I documenti sui siti dei quotidiani occidentali
L'America e l'Iran: leggi le informazioni dei dossier riservati
(in fondo all'articolo tutti i video sulle rivelazioni di Wikileaks)
Migliaia di file diffusi da Wikileaks, il sito di Julian Assange, rivelano i giudizi inconfessati della diplomazia statunitense su molti leader mondiali, scatenando una tempesta diplomatica.
Ce n'è per tutti; Silvio Berlusconi è giudicato "incapace, vanitoso e inefficace", "portavoce di Putin in Europa" e "stanco" per i troppi "festini; la Russia è "virtualmente uno Stato della mafia", Ahmadinejad è "il nuovo Hitler", Gheddafi "un ipocondriaco" e Sarkozy "un imperatore nudo". E Assange, di cui si sono perse le tracce, preannuncia la pubblicazione di altri documenti, mentre dagli Stati Uniti arrivano le prime conferme sull'avvio di "indagini penali su Wikileaks", secondo quanto riferito dal ministro della Giustizia Usa, Eric Holder, e nuove direttive più stringenti sull'utilizzo dei documenti da parte dei funzionari, anche di alto grado dell'amministrazione.
Le reazioni internazionali intanto non si fanno attendere. Dai silenzi più o meno imbarazzati dei Paesi del Golfo Persico alla "solidarietà" della Francia all'amministrazione Usa: sono queste le reazioni alla nuova ondata di rivelazioni che come una bufera si sono abbattute sulle diplomazie internazionali.
USA - "Le nostre partnership con gli altri Paesi resteranno in piedi" dice il Segretario di Stato americano Hillary Clinton, dopo la bufera scatenata da Wikileaks. "Da alcuni diplomatici mi è stato detto: non ti preoccupare, dovresti sapere quello che noi diciamo di voi" ha continuato, difendendo la diplomazia Usa: "La nostra politica estera è trasparente". "Non c'è niente di coraggioso nel mettere a rischio persone e operazioni di funzionari che hanno dedicato l'intera loro vita a proteggere la sicurezza e gli interessi degli americani" ha detto ancora. "Ogni Paese, inclusi gli Stati Uniti - ha aggiunto - devono avere la possibilità di avere conversazioni confidenziali con i rappresentanti di altri paesi". Il segretario di Stato Usa, interviene anche sulle rivelazioni relative all'Iran. "Le preoccupazioni sull'Iran - ha detto - sono fondate e ampiamente condivise e continueranno a dettare la nostra politica che cerca di evitare che Tehran acquisisca armi atomiche".
GERMANIA: La pubblicazione dei documenti diplomatici "non altera le relazioni fra Berlino e Washington". Lo ha assicurato il ministro della Cooperazione, Dirk Niebel.
ITALIA: Il presidente del Consiglio non sarebbe preoccupato da quanto emerso dai dispacci del sito Internet di Julian Assange. A quanto pare, infatti, avrebbe reagito con una risata davanti alle prime indiscrezioni rilanciate dalle agenzie e poi è partito alla volta della Libia per incontrare il leader Geddafi.
Secondo il ministro del Esteri Frattini, invece "le rivelazioni di Wikileaks sono un gioco per destabilizzare il mondo". Queste le dichiarazioni rilasciate a SkyTG24 (guarda l'intervista a SkyTG24).
Dura la reazione del segretario Pd Pier Luigi Bersani: "C'è poco da ridere sui documenti resi noti da Wikileaks. Quel che emerge conferma in modo inequivocabile che il presidente del Consiglio con il suo comportamento e con le sue decisioni politiche nuoce alla reputazione dell'Italia nel mondo, con grave danno per il Paese. Semmai ce ne fosse stato bisogno, è la conferma che occorre una svolta, che bisogna voltare pagina".
FRANCIA: Il portavoce del governo francese, Francois Baron, ha detto che Parigi è solidale con gli Usa per le rivelazioni che "mettono in pericolo uomini e donne". Baron ha detto a Radio Europe 1: "Noi solidarizziamo con l'Amministrazione statunitense". Baron ha spiegato che Washington ha avvertito Parigi sulla "consistenza di queste pubblicazioni".
RUSSIA: Il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, ha sottolineato di "non essere stato informato dagli Usa su questi documenti". Per Mosca sembra che sia prematuro commentare le rivelazioni: "prima di giudicare e commentare è necessario vedere gli originali, se esistono", ha detto il portavoce di Vladimir Putin, Dmitri Peskov.
ISRAELE: Da Gerusalemme arriva soddisfazione perché i dispacci pubblicati mostrano la solidità delle posizioni israeliane sull'Iran: "Ne veniamo fuori molto bene", ha commentato un alto funzionario proteggendosi con l'anonimato.
ONU: Il portavoce Farhan Haq, ha rifiutato di fare commenti specifici, ma ha ricordato agli Usa che le Nazioni Unite dovrebbero essere considerate inviolabili. "L'Onu", comunque, "non è in grado di commentare l'autenticità del documento".
ARABIA SAUDITA: Nessun commento ufficiale alle rivelazioni sul pressing di Riad per un intervento contro l'Iran, ma un consigliere del governo ha affermato che ha chiesto di restare anonimo ha definito "tutta la cosa molto negativa e un male per gli sforzi volti ad accrescere la fiducia".
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Migliaia di file diffusi da Wikileaks, il sito di Julian Assange, rivelano i giudizi inconfessati della diplomazia statunitense su molti leader mondiali, scatenando una tempesta diplomatica.
Ce n'è per tutti; Silvio Berlusconi è giudicato "incapace, vanitoso e inefficace", "portavoce di Putin in Europa" e "stanco" per i troppi "festini; la Russia è "virtualmente uno Stato della mafia", Ahmadinejad è "il nuovo Hitler", Gheddafi "un ipocondriaco" e Sarkozy "un imperatore nudo". E Assange, di cui si sono perse le tracce, preannuncia la pubblicazione di altri documenti, mentre dagli Stati Uniti arrivano le prime conferme sull'avvio di "indagini penali su Wikileaks", secondo quanto riferito dal ministro della Giustizia Usa, Eric Holder, e nuove direttive più stringenti sull'utilizzo dei documenti da parte dei funzionari, anche di alto grado dell'amministrazione.
Le reazioni internazionali intanto non si fanno attendere. Dai silenzi più o meno imbarazzati dei Paesi del Golfo Persico alla "solidarietà" della Francia all'amministrazione Usa: sono queste le reazioni alla nuova ondata di rivelazioni che come una bufera si sono abbattute sulle diplomazie internazionali.
USA - "Le nostre partnership con gli altri Paesi resteranno in piedi" dice il Segretario di Stato americano Hillary Clinton, dopo la bufera scatenata da Wikileaks. "Da alcuni diplomatici mi è stato detto: non ti preoccupare, dovresti sapere quello che noi diciamo di voi" ha continuato, difendendo la diplomazia Usa: "La nostra politica estera è trasparente". "Non c'è niente di coraggioso nel mettere a rischio persone e operazioni di funzionari che hanno dedicato l'intera loro vita a proteggere la sicurezza e gli interessi degli americani" ha detto ancora. "Ogni Paese, inclusi gli Stati Uniti - ha aggiunto - devono avere la possibilità di avere conversazioni confidenziali con i rappresentanti di altri paesi". Il segretario di Stato Usa, interviene anche sulle rivelazioni relative all'Iran. "Le preoccupazioni sull'Iran - ha detto - sono fondate e ampiamente condivise e continueranno a dettare la nostra politica che cerca di evitare che Tehran acquisisca armi atomiche".
GERMANIA: La pubblicazione dei documenti diplomatici "non altera le relazioni fra Berlino e Washington". Lo ha assicurato il ministro della Cooperazione, Dirk Niebel.
ITALIA: Il presidente del Consiglio non sarebbe preoccupato da quanto emerso dai dispacci del sito Internet di Julian Assange. A quanto pare, infatti, avrebbe reagito con una risata davanti alle prime indiscrezioni rilanciate dalle agenzie e poi è partito alla volta della Libia per incontrare il leader Geddafi.
Secondo il ministro del Esteri Frattini, invece "le rivelazioni di Wikileaks sono un gioco per destabilizzare il mondo". Queste le dichiarazioni rilasciate a SkyTG24 (guarda l'intervista a SkyTG24).
Dura la reazione del segretario Pd Pier Luigi Bersani: "C'è poco da ridere sui documenti resi noti da Wikileaks. Quel che emerge conferma in modo inequivocabile che il presidente del Consiglio con il suo comportamento e con le sue decisioni politiche nuoce alla reputazione dell'Italia nel mondo, con grave danno per il Paese. Semmai ce ne fosse stato bisogno, è la conferma che occorre una svolta, che bisogna voltare pagina".
FRANCIA: Il portavoce del governo francese, Francois Baron, ha detto che Parigi è solidale con gli Usa per le rivelazioni che "mettono in pericolo uomini e donne". Baron ha detto a Radio Europe 1: "Noi solidarizziamo con l'Amministrazione statunitense". Baron ha spiegato che Washington ha avvertito Parigi sulla "consistenza di queste pubblicazioni".
RUSSIA: Il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, ha sottolineato di "non essere stato informato dagli Usa su questi documenti". Per Mosca sembra che sia prematuro commentare le rivelazioni: "prima di giudicare e commentare è necessario vedere gli originali, se esistono", ha detto il portavoce di Vladimir Putin, Dmitri Peskov.
ISRAELE: Da Gerusalemme arriva soddisfazione perché i dispacci pubblicati mostrano la solidità delle posizioni israeliane sull'Iran: "Ne veniamo fuori molto bene", ha commentato un alto funzionario proteggendosi con l'anonimato.
ONU: Il portavoce Farhan Haq, ha rifiutato di fare commenti specifici, ma ha ricordato agli Usa che le Nazioni Unite dovrebbero essere considerate inviolabili. "L'Onu", comunque, "non è in grado di commentare l'autenticità del documento".
ARABIA SAUDITA: Nessun commento ufficiale alle rivelazioni sul pressing di Riad per un intervento contro l'Iran, ma un consigliere del governo ha affermato che ha chiesto di restare anonimo ha definito "tutta la cosa molto negativa e un male per gli sforzi volti ad accrescere la fiducia".