Wikileaks imbarazza i leader: "Berlusconi stanco e incapace"

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Silvio Berlusconi
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Online i documenti riservati degli Usa: “Poca fiducia nel premier italiano”. Sotto osservazione i rapporti con Putin e Gheddafi. La replica: “Ci rido su”. Ma poi va a Tripoli dal Colonnello. Critiche anche a Sarkozy e alla Merkel. VIDEO, FOTO E LINK

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(in fondo all'articolo tutti i video sulle rivelazioni di Wikileaks)

I rapporti tra Iran e Arabia Saudita, i giudizi al vetriolo su Berlusconi e sul suo rapporto con Putin, il problema Guantanamo e il Medioriente. Gli annunciati dati contenuti nei documenti segreti americani sono stati pubblicati sul sito Wikileaks e sono stati ripresi da alcuni dei più noti quotidiani e settimanali occidentali: Der Spiegel, El Pais, The Guardian, New York Times e Le Monde.

Berlusconi? "Incapace e vanitoso"- Il primo quotidiano a diffondere notizie sull'Italia è  il New York Times che, riferendosi ai rapporti tra il premier russo e Berlusconi (guarda le foto dei due insieme) e citando dossier riservati, parla di una relazione straordinariamente stretta, che include "regali generosi", contratti energetici redditizi: il nostro presidente del Consiglio "sembra essere il portavoce di Putin" in Europa. Tra i due, ci sarebbe poi un "mediatore ombra" italiano che parla russo. Un rapporto così forte da insospettire anche il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, che ha chiesto all'inizio di quest'anno alle ambasciate americane a Roma e Mosca informazioni su eventuali "investimenti personali" del premier italiano e di Putin che possano condizionare le politiche estere o economiche dei rispettivi paesi. El Pais aggiunge inoltre come venga evidenziata la "sfiducia profonda che suscita a Washington" Silvio Berlusconi, definito dall'incaricata d'affari americana a Roma Elizabeth Dibble "incapace, vanitoso e inefficace come leader europeo moderno".

La reazione italiana - Una risata. Così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi avrebbe reagito ai giudizi diffusi nei dossier pubblicati da Wikileaks. Secondo quanto si è appreso da fonti autorevoli, quando gli è stato riferito il contenuto delle rivelazioni diffuse dal sito di Wikileaks sull'Italia, il premier si è fatto appunto una risata. Ma le rivelazioni di Wikileaks non hanno fatto modificare l'agenda di Berlusconi, che si reca comunque a Tripoli dal colonnello Gheddafi, mentre giovedì sarà la volta di Putin.
Per il ministro della Difesa Ignazio La Russa, comunque, si tratta soprattutto di gossip. Poco prima della divulgazione dei file, il ministro degli Esteri Frattini, aveva parlato di una "11 settembre della diplomazia mondiale": le rivelazioni - aveva detto il numero uno ella Farnesina - "faranno saltare tutti i rapporti di fiducia tra gli Stati".

La Francia e Sarkozy - Non se la passa meglio Nicolas Sarkozy. Sempre secondo El Pais, "la diplomazia americana non mostra una grande stima neanche per il presidente francese".

"I party selvaggi del premier" -
Ad anticipare le prime notizie sull'affaire Wikileaks, era stato il settimanale Der Spiegel: sulla cover dell'ultimo numero, appaiono i volti di dodici leader, tra cui anche Berlusconi, sottotitolate da didascalie al vetriolo. La scritta Enthullt, ("Svelato") da il titolo alla copertina mentre il sottotitolo recita "Come l'America vede il mondo, il rapporto segreto del Dipartimento di Stato americano".
Seguono le dodici foto dei personaggi illustri: prima quella del ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle, definito "Aggressivo", poi la Merkel che "evita i rischi raramente creativa". Tra i volti noti quello di Ahmadinejad "Hitler", Sarkozy "Il re nudo", e Silvio Berlusconi, per il quale il giornale evoca "wilde partys", festini selvaggi. Per Gheddafi vengono invece richiamate "biondine formose come infermiere" mentre il leader afghano Hamid Karzai viene definito "spinto da paranoia". Uno spazio dedicato anche al leader nordcoreano Kim-Jong-Il per il quale si richiamano "attacchi epilettici".

L'Onu spiato dagli Usa - Tra le numerose soffiate rubate dal sito, emerge che Hillary Clinton in una nota del 31 luglio 2009 ha deciso di mettere sotto osservazione i diplomatici stranieri presso le Nazioni Unite. Il particolare è stato diffuso dal Der Spiegel, che facendo riferimento alle informazioni di Wikileaks, cita una nota inviata dalla Clinton che ha come titolo "National Humint Collection Directive".
Nel documento si chiede di raccogliere informazioni sui piani dell'Onu e sulle intenzioni del segretario Onu Ban Ki-Moon e del suo segretariato su temi specifici come l'Iran. La nota è stata inviata a 30 ambasciate americane da Amman a Berlino fino a Zagabria.

L'Iran e il nucleare -
Numerosi sono i dossier dedicati all'Iran e all'escalation nucleare del regime di Teheran. Tra le informazioni segrete divulgate (clicca qui per leggere tutti i dettagli) l'atteggiamento del re Saudita Abdullah volto a esortare "gli Usa ad attaccare l'Iran per mettere fine al suo programma di armamento nucleare" e i timori americani di un possibile attacco iraniano ad una capitale europea o a Mosca attraverso dei missili ottenuti dalla Corea del Nord.

Il problema Guantanamo - Un file di Wikileaks pubblicato dal New York Times racconta inoltre le conversazioni dei diplomatici sui tentativi degli Usa di convincere i governi di alcuni Paesi ad ospitare detenuti di Guantanamo. Alla Slovenia è stato chiesto di accettare un prigioniero in cambio di un incontro con Barack Obama. Alle Kiribati sono stati offerti milioni di dollari per accettare un gruppo di detenuti. Al Belgio si suggerisce che accettare prigionieri garantirebbe "visibilità" in Europa.

Gheddafi e il botox -
Fra le note filtrate dagli armadi riservati della diplomazia americana, El Pais cita quelle sul leader libico Muammar Gheddafi. Nei suoi messaggi l'ambasciatore americano a Tripoli "racconta che Gheddafi usa il botox ed è un vero ipocondriaco, che fa filmare tutti i suoi controlli medici per analizzarli dopo con i suoi dottori".
Il leader libico, inoltre, è visto "raramente" senza la compagnia di Galyna Kolotnytska, la "sua infermiera ucraina", descritta come una "bionda voluttuosa". Senza la sua presenza "Gheddafi non si sente a suo agio".

La Cina e Google - Molte le indiscrezioni che provengono dall'Asia. Si scopre così che il politburo di Pechino guidò l'intrusione nei sistemi informatici di Google in Cina. Un contatto cinese informò l'ambasciata americana a gennaio. L'attacco informatico era parte di una campagna coordinata da figure del governo ed eseguita da esperti pirati reclutati dal governo di Pechino. Gli stessi entrarono, a partire dal 2002, nei sistemi informatici dell'amministrazione americana e di alcuni alleati occidentali, in quelli dei Dalai Lama e di aziende americane.

L'Argentina e i sospetti sulla Kirchner- Tra le altre rivelazioni del sito di Assange, i "sospetti che la presidente argentina Cristina Fernandez de Kirchner solleva a Washington, fino al punto che la segretaria di stato giunge a chiedere informazioni sul suo stato di salute mentale". Il quotidiano spagnolo afferma che "le espressioni usate in alcuni documenti sono di natura tale da poter dinamitare le relazioni fra gli Usa ed alcuni dei suoi principali alleati" e "possono porre a rischio alcuni progetti importanti della sua politica estera, come l'avvicinamento alla Russia o l'appoggio di alcuni paesi arabi". "La portata di queste rivelazioni è tale, aggiunge El Pais, che si potrà parlare di un prima e di un dopo, per quanto riguarda le usanze diplomatiche". "Queste indiscrezioni possono porre fine ad una era della politica esterna".

Frattini e la Turchia - Le notizie che riguardano l'Italia non sono però incentrate solo su Berlusconi. Leggendo i file si scopre che il ministro degli Esteri Franco Frattini "ha espresso particolare frustrazione per il doppio gioco di espansione verso l'Europa e l'Iran da parte della Turchia". E' quanto rivela un telegramma - pubblicato da Wikileaks e classificato come segreto - inviato a Washington dall'ambasciata americana a Roma lo scorso 8 febbraio, in seguito a un incontro tenutosi tra il titolare della Farnesina e il segretario della Difesa degli Stati Uniti Robert Gates. La "sfida, secondo Frattini, è portare la Cina al tavolo" dei colloqui sulla questione iraniana. Cina e India, secondo Frattini sono "Paesi critici per adottare misure che potrebbero influenzare il governo iraniano senza ferire la popolazione". Il ministro "ha anche proposto di inserire Arabia Saudita, Turchia, Brasile, Venezuela e Egitto nelle conversazioni", si legge nel documento. Frattini "ha anche proposto un incontro informale tra i Paesi del Medio Oriente" per "consultarsi sulla questione iraniana". E - ha riferito - "il segretario di Stato Clinton è d'accordo".

Angela Merkel? "Poco creativa" - Angela Merkel non appare una leader carismatica secondo i "ritratti" dei diplomatici americani emersi dai documenti diffusi da Wikileaks. Il cancelliere tedesco, scrive El Pais, uno dei quotidiani a cui sono stati consegnati i documenti, è descritta come una leader "poco creativa" che "evita i rischi", una politica che preferisce "restare in retroguardia per conoscere gli equilibri delle forze.

Il Pakistan e l'uranio -
Infine, il Pakistan. Secondo alcuni documenti top secret, dal 2007 gli Usa hanno avviato azioni segrete, finora senza successo, per rimuovere da un reattore nucleare del Pakistan uranio altamente arricchito che "funzionari americani temevano potesse essere utilizzato per un ordigno non lecito".

La reazione di Stati Uniti - Dopo la pubblicazione dei file, la reazione americana non si è fatta attendere. La Casa Bianca l'ha definita un'azione "sconsiderata e pericolosa". "Questi file - si legge in un comunicato del portavoce Robert Gibbs - potrebbero compromettere le discussioni private con i governi stranieri e i leader dell'opposizione. Non solo, quando tutto questo finirà sulle prime pagine dei giornali nel mondo allora l'impatto non sarà solo sulla politica estera Usa ma su tutti i nostri alleati e amici nel mondo".

I link da tenere d'occhio - Per essere costantemente aggiornati, oltre al sito di Wikileaks (per l'occasione è stato creato il sottodominio cablegate.wikileaks.org) sono da seguire l'account Twitter del sito di Julian Assange e l'hashtag #cablegate (come indicato dai responsabili del sito).

Tutti i video sulle rivelazioni di Wikileaks:





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