Alcuni casi della malattia sono stati accertati nella vicina Repubblica Dominicana e persino in Florida. Intanto, nell’isola colpita nel gennaio scorso dal terremoto, il contagio non si ferma. Le vittime sono più di un migliaio
L'ALBUM FOTOGRAFICO DELLA TRAGEDIA
IL DRAMMA DOPO L'INFERNO: I VIDEO
Quattro settimane dopo l'inizio dell'epidemia di colera ad Haiti, casi della malattia sono stati accertati oltrefrontiera, nella vicina Repubblica Dominicana e addirittura negli Usa, in Florida. E ad Haiti il contagio non si ferma: i morti sono arrivati a 1100 - secondo i più recenti dati forniti dal ministero della Sanità – e 18.382 sono ricoverati in ospedale. Una donna tornata da poco dall'isola è stata ricoverata in un ospedale in Florida, dove vive una comunità di oltre 240.000 haitiani. La paziente "sta piuttosto bene", ha spiegato il dottor Thomas Torok, infettivologo del ministero della Salute della Florida, aggiungendo che "ci sono altri casi sospetti che stiamo verificando". Il paziente accertato nella Repubblica Dominicana invece è un operaio di origine haitiana, 32enne. L'uomo, che di recente era tornato ad Haiti per una vacanza, è adesso ricoverato in isolamento nella città di Higuey. Le autorità dominicane hanno rafforzato i controlli alle frontiere e bloccato l'importazione di abiti usati, che vengono venduti nei mercati delle pulci in villaggi e zone rurali di tutto il Paese.
Intanto le Nazioni Unite hanno detto che gli attacchi contro gli operatori umanitari che lavorano contro l'epidemia di colera stanno ostacolando seriamente la risposta internazionale al problema. Le truppe Onu sono accusate di aver portato nel Paese la malattia. L'Onu ha attribuito la responsabilità degli attacchi a "facinorosi" e ha detto che le violenze cercando di sabotare le elezioni. Iniziati lunedi', scontri contro i 'caschi blu' sono proseguite martedì e hanno fatto almeno un morto. Ma al di là della polemica sul modo in cui l'epidemia è arrivata nel Paese (secondo gli scienziati, potrebbe essere stata portata dall'Asia molti anni fa), la Forza di Stabilizzazione' delle Nazioni Unite è largamente impopolare perché è considerata come il volto pubblico del governo haitiano.
Attualmente il colera è presente in sei delle dieci province dell'isola caraibica colpita dal devastante terremoto nel mese di gennaio. La provincia rurale centrale di Artibonite, epicentro della malattia, continua a essere la più colpita, con circa 600 dei decessi totali. Ma anche a Port-au-Prince, che fu teatro delle più pesanti distruzioni causata dal terremoto del 12 gennaio, ha già segnalato 27 decessi; e le autorità stanno cercando di evitare che il contagio arrivi nei bassifondi e nelle tendopoli che ospitano più di 1,3 milioni di sopravvissuti senza casa. Le Nazioni Unite stimano in 200mila il numero degli haitiani che potrebbe cadere vittima del contagio e ritiene che occorrano 163 miliardi di dollari in aiuti per far fronte al contagio. Ma nonostante tutto, le elezioni presidenziali e legislative si terranno, come previsto, il 28 novembre.
IL DRAMMA DOPO L'INFERNO: I VIDEO
Quattro settimane dopo l'inizio dell'epidemia di colera ad Haiti, casi della malattia sono stati accertati oltrefrontiera, nella vicina Repubblica Dominicana e addirittura negli Usa, in Florida. E ad Haiti il contagio non si ferma: i morti sono arrivati a 1100 - secondo i più recenti dati forniti dal ministero della Sanità – e 18.382 sono ricoverati in ospedale. Una donna tornata da poco dall'isola è stata ricoverata in un ospedale in Florida, dove vive una comunità di oltre 240.000 haitiani. La paziente "sta piuttosto bene", ha spiegato il dottor Thomas Torok, infettivologo del ministero della Salute della Florida, aggiungendo che "ci sono altri casi sospetti che stiamo verificando". Il paziente accertato nella Repubblica Dominicana invece è un operaio di origine haitiana, 32enne. L'uomo, che di recente era tornato ad Haiti per una vacanza, è adesso ricoverato in isolamento nella città di Higuey. Le autorità dominicane hanno rafforzato i controlli alle frontiere e bloccato l'importazione di abiti usati, che vengono venduti nei mercati delle pulci in villaggi e zone rurali di tutto il Paese.
Intanto le Nazioni Unite hanno detto che gli attacchi contro gli operatori umanitari che lavorano contro l'epidemia di colera stanno ostacolando seriamente la risposta internazionale al problema. Le truppe Onu sono accusate di aver portato nel Paese la malattia. L'Onu ha attribuito la responsabilità degli attacchi a "facinorosi" e ha detto che le violenze cercando di sabotare le elezioni. Iniziati lunedi', scontri contro i 'caschi blu' sono proseguite martedì e hanno fatto almeno un morto. Ma al di là della polemica sul modo in cui l'epidemia è arrivata nel Paese (secondo gli scienziati, potrebbe essere stata portata dall'Asia molti anni fa), la Forza di Stabilizzazione' delle Nazioni Unite è largamente impopolare perché è considerata come il volto pubblico del governo haitiano.
Attualmente il colera è presente in sei delle dieci province dell'isola caraibica colpita dal devastante terremoto nel mese di gennaio. La provincia rurale centrale di Artibonite, epicentro della malattia, continua a essere la più colpita, con circa 600 dei decessi totali. Ma anche a Port-au-Prince, che fu teatro delle più pesanti distruzioni causata dal terremoto del 12 gennaio, ha già segnalato 27 decessi; e le autorità stanno cercando di evitare che il contagio arrivi nei bassifondi e nelle tendopoli che ospitano più di 1,3 milioni di sopravvissuti senza casa. Le Nazioni Unite stimano in 200mila il numero degli haitiani che potrebbe cadere vittima del contagio e ritiene che occorrano 163 miliardi di dollari in aiuti per far fronte al contagio. Ma nonostante tutto, le elezioni presidenziali e legislative si terranno, come previsto, il 28 novembre.