Sono rimasti colpiti a una spalla e alla schiena, ma non sono in pericolo di vita. L'attentato è avvenuto nei pressi del villaggio Huak, a 27 chilometri a sud di Shindand. I due soldati hanno personalmente avvisato le famiglie dell'attacco
Afghanistan: L' ALBUM FOTOGRAFICO
I due soldati colpiti erano rallisti: ecco in cosa consiste il loro lavoro
Sulla strada del ritorno dopo aver inaugurato un pozzo di acqua potabile nel distretto di Shindand, in Afghanistan, un convoglio di 10 Lince italiani è stato colpito dall'esplosione di un ordigno improvvisato (Ied): due militari sono rimasti feriti lievemente, uno alla spalla, l'altro alla schiena. L'attacco è avvenuto alle 9.30 di venerdì 5 novembre vicino al villaggio di Khuak. I due militari sono rallisti.
Dalle prime ricostruzioni, il convoglio di alpini del 5/o reggimento di Vipiteno era di ritorno da una missione di ricognizione ed umanitaria (la realizzazione del pozzo) nella valle di Zeerko quando, in prossimità del villaggio, a 27 km da Shindad, la pattuglia è stata investita da un'esplosione. L'ordigno ha danneggiato uno dei Lince ferendo il rallista, cioè il militare che si trova sulla torretta. Ferito anche il rallista del Lince precedente, che però non è stato direttamente coinvolto nell'esplosione. La tipologia dell'attacco e la particolare conformazione dei mezzi, spiegano al comando italiano, ha ridotto al minimo le conseguenze sofferte dagli alpini. Coscienti, i militari sono stati trasportati in elicottero all'ospedale da campo al Role 2 di Herat, sede del Regional Command West, dove hanno provveduto personalmente ad avvisare le famiglie.
Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha espresso "plauso e gratitudine ai due feriti. L'episodio - ha sottolineato - dimostra quanto ogni giorno sia pericoloso lavorare per la nostra sicurezza, per la pace e contro il terrorismo. Per fortuna l'esplosivo, collocato in un ordigno improvvisato, non era eccessivo e quindi non abbiamo avuto danni gravi". Per il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Vincenzo Camporini, "nell'area dove siamo responsabili il livello di violenza non è alto: oggi c'è stato un altro episodio, abbiamo avuto due ragazzi feriti leggerissimamente per l'esplosione di un Ied, ma se se ne parla vuol dire che questo è appunto un evento". Quanto alla durata della missione italiana, il generale ha spiegato che per la consegna agli afghani delle responsabilità delle operazioni militari nella parte occidentale del Paese, "dove abbiamo il comando, il 2014 è una data perfino lontana. Non dico - ha aggiunto - che ce ne potremmo andare domani, ma ragionevolmente non sarà necessaria una presenza militare italiana consistente al di là di un anno e mezzo".
Auguri di pronta guarigione ai due feriti sono arrivati dai presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani. Non è mancata la polemica politica. "Quanti altri soldati italiani - ha chiesto il senatore Stefano Pedica (Idv) - dovranno restare feriti o uccisi prima che il governo decida il ritiro del nostro contingente dall'Afghanistan?".
L'ultimo attentato nei confronti delle nostre forze armate era avvenuto il 9 ottobre scorso, quando quattro alpini erano rimasti uccisi in un'imboscata, mentre un altro soldato era rimasto ferito.
Attentati in Afghanistan, tutti gli aggiornamenti video:
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Sulla strada del ritorno dopo aver inaugurato un pozzo di acqua potabile nel distretto di Shindand, in Afghanistan, un convoglio di 10 Lince italiani è stato colpito dall'esplosione di un ordigno improvvisato (Ied): due militari sono rimasti feriti lievemente, uno alla spalla, l'altro alla schiena. L'attacco è avvenuto alle 9.30 di venerdì 5 novembre vicino al villaggio di Khuak. I due militari sono rallisti.
Dalle prime ricostruzioni, il convoglio di alpini del 5/o reggimento di Vipiteno era di ritorno da una missione di ricognizione ed umanitaria (la realizzazione del pozzo) nella valle di Zeerko quando, in prossimità del villaggio, a 27 km da Shindad, la pattuglia è stata investita da un'esplosione. L'ordigno ha danneggiato uno dei Lince ferendo il rallista, cioè il militare che si trova sulla torretta. Ferito anche il rallista del Lince precedente, che però non è stato direttamente coinvolto nell'esplosione. La tipologia dell'attacco e la particolare conformazione dei mezzi, spiegano al comando italiano, ha ridotto al minimo le conseguenze sofferte dagli alpini. Coscienti, i militari sono stati trasportati in elicottero all'ospedale da campo al Role 2 di Herat, sede del Regional Command West, dove hanno provveduto personalmente ad avvisare le famiglie.
Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha espresso "plauso e gratitudine ai due feriti. L'episodio - ha sottolineato - dimostra quanto ogni giorno sia pericoloso lavorare per la nostra sicurezza, per la pace e contro il terrorismo. Per fortuna l'esplosivo, collocato in un ordigno improvvisato, non era eccessivo e quindi non abbiamo avuto danni gravi". Per il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Vincenzo Camporini, "nell'area dove siamo responsabili il livello di violenza non è alto: oggi c'è stato un altro episodio, abbiamo avuto due ragazzi feriti leggerissimamente per l'esplosione di un Ied, ma se se ne parla vuol dire che questo è appunto un evento". Quanto alla durata della missione italiana, il generale ha spiegato che per la consegna agli afghani delle responsabilità delle operazioni militari nella parte occidentale del Paese, "dove abbiamo il comando, il 2014 è una data perfino lontana. Non dico - ha aggiunto - che ce ne potremmo andare domani, ma ragionevolmente non sarà necessaria una presenza militare italiana consistente al di là di un anno e mezzo".
Auguri di pronta guarigione ai due feriti sono arrivati dai presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani. Non è mancata la polemica politica. "Quanti altri soldati italiani - ha chiesto il senatore Stefano Pedica (Idv) - dovranno restare feriti o uccisi prima che il governo decida il ritiro del nostro contingente dall'Afghanistan?".
L'ultimo attentato nei confronti delle nostre forze armate era avvenuto il 9 ottobre scorso, quando quattro alpini erano rimasti uccisi in un'imboscata, mentre un altro soldato era rimasto ferito.
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