Il ministero della Difesa ammette anche omosessuali dichiarati. Intanto Obama ha chiesto di sospendere la decisione del giudice federale Philips sull'incostituzionalità del "don't ask don't tell" in attesa che sia il Congresso a pronunciarsi
Svolta storica negli Usa: al Pentagono potranno accedere anche soldati dichiaratamente gay.
La novità sta nel manuale con le nuove istruzioni per le domande di ammissione nelle forze armate, distribuite dai responsabili del reclutamento del ministero della Difesa. "Il personale - precisa il testo - è tenuto ad accettare anche le domande presentate da candidati-soldati che si dichiarano apertamente omosessuali. I funzionari possono d'ora in poi accogliere le richieste di arruolamente per trattarle come tutte le altre".
Il manuale avverte che, comunque, le regole potrebbero presto cambiare di nuovo.
L'amministrazione Obama, da sempre favorevole all'apertura dell'esercito anche agli omosessuali dichiarati, ha chiesto di sospendere la decisione presa dal giudice federale della California Virginia Philips, secondo la quale quale è incostituzionale la legge del "don't ask, don't tell" che vieta ai gay dichiarati di prestare servizio militare. La decisione arriva dopo che, nei giorni scorsi, il giudice Philips aveva ribadito l'incostituzionalità delle legge con una motivazione scritta: "non chiedere, non dire" va contro la libertà di parola dei cittadini americani.
L'amministrazione Obama sostiene l'abolizione della regola ma vorrebbe fare in modo che fosse il Congresso americano, e non un giudice, a esprimersi sull'inconstituzionalità della legge.
La proposta di bloccare la legge del "don't ask don't tell" era passata al Senato in settembre ed era stata bocciata. Decisivo il voto contrario dei repubblicani.
La norma era stata introdotta nel 1993 da Bill Clinton nel tentativo di trovare un compromesso con l'allora esplicito divieto nei confronti dei gay di entrare nelle forze armate. Con il tempo, si è trasformata in un limite nei confronti degli omosessuali che sono obbligati a nascondersi per poter restare nell'esercito.
La novità sta nel manuale con le nuove istruzioni per le domande di ammissione nelle forze armate, distribuite dai responsabili del reclutamento del ministero della Difesa. "Il personale - precisa il testo - è tenuto ad accettare anche le domande presentate da candidati-soldati che si dichiarano apertamente omosessuali. I funzionari possono d'ora in poi accogliere le richieste di arruolamente per trattarle come tutte le altre".
Il manuale avverte che, comunque, le regole potrebbero presto cambiare di nuovo.
L'amministrazione Obama, da sempre favorevole all'apertura dell'esercito anche agli omosessuali dichiarati, ha chiesto di sospendere la decisione presa dal giudice federale della California Virginia Philips, secondo la quale quale è incostituzionale la legge del "don't ask, don't tell" che vieta ai gay dichiarati di prestare servizio militare. La decisione arriva dopo che, nei giorni scorsi, il giudice Philips aveva ribadito l'incostituzionalità delle legge con una motivazione scritta: "non chiedere, non dire" va contro la libertà di parola dei cittadini americani.
L'amministrazione Obama sostiene l'abolizione della regola ma vorrebbe fare in modo che fosse il Congresso americano, e non un giudice, a esprimersi sull'inconstituzionalità della legge.
La proposta di bloccare la legge del "don't ask don't tell" era passata al Senato in settembre ed era stata bocciata. Decisivo il voto contrario dei repubblicani.
La norma era stata introdotta nel 1993 da Bill Clinton nel tentativo di trovare un compromesso con l'allora esplicito divieto nei confronti dei gay di entrare nelle forze armate. Con il tempo, si è trasformata in un limite nei confronti degli omosessuali che sono obbligati a nascondersi per poter restare nell'esercito.