Congedo di paternità: la Ue rafforza i diritti

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Minimo venti settimane retribuite al 100% contro le 14 attuali per le neomamme, e due per i neopapà. E' il risultato del voto del Parlamento europeo sulle modifiche alla legislazione Ue sui congedi parentali

Il congedo di maternità deve essere di 20 settimane, pagate al 100%, delle quali sei obbligatorie dopo il parto. I padri devono avere diritto a stare accanto alle loro compagne ed ai loro figli per almeno due settimane, anch'esse pagate al 100% del salario. E questo non solo per i genitori naturali, ma anche per quelli adottivi.

La proposta genera polemiche - E' la proposta di direttiva varata in prima lettura a Strasburgo con 390 voti a favore, 192 contrari e 59 astenuti dopo la votazione di oltre un centinaio di emendamenti. Il testo - che va oltre la proposta della Commissione (18 settimane) - ora dovrà passare al trilogo prima di tornare all'Europarlamento per l'approvazione, ma scatenerà polemiche: opposizione è già stata annunciata da Francia (dove il congedo è di 14 settimane) e Gran Bretagna (si conserva il posto per 52 settimane, ma il congedo è obbligatorio solo nelle prime due dopo il parto, pagate al 90% solamente le prime 6, nelle successive sussidio minimo di disoccupazione). Londra valuta che la direttiva le costerebbe almeno 2 mld di sterline.

La situazione in Italia - Per le mamme italiane, che hanno una delle legislazioni più favorevoli dell'intera Europa, significherebbe un miglioramento di paga (attualmente ridotta, salvo patti aziendali, all'80%) ma non cambierebbe molto nelle condizioni di lavoro (attualmente è obbligatorio il congedo due mesi prima della nascita e per i tre mesi successivi).
Per i padri, e per la famiglia nel suo insieme, sarebbe invece cambiamento significativo: le due settimane previste (ma prese solo da un papà su 5) sono garantite se la neomamma torna al lavoro o in altri casi particolari.

A fronte delle perplessità da conservatrici come la francese Morin-Chartier ("proposta demagogica e irresponsabile") o della liberale inglese Elizabeth Lynne ("non bisogna rovinare i sistemi che funzionano"), il settore italiano del parlamento europeo ha accolto con soddisfazione bipartisan la proposta che punta a stimolare le nascite in un continente che invecchia.
"E' importante, pur in una fase di crisi economica come questa - ha osservato Silvia Costa (Pd) - che il Parlamento europeo abbia affermato che la maternità è un valore sociale". E dal Pdl la giovane Barbara Matera ha sottolineato che il provvedimento appunto "aiuta a contrastare due fenomeni in costante crescita in Europa: il calo dei tassi di nascita e l'invecchiamento della popolazione", mentre la neomamma Licia Ronzulli - che ha votato con la figlia Virginia al petto - ha parlato di "importante passo avanti che aiuterà milioni di donne europee a conciliare meglio il ruolo di madre con quello di lavoratrice".

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