Ancora proteste in Francia. La polizia ha liberato alcune stazioni di servizio occupate dai manifestanti. Il presidente: “I disordini potrebbero avere conseguenze in termini di occupazione e nel deterioramento della normale attività economica"
FRANCIA, TRA SCIOPERI E MANIFESTAZIONI: L'ALBUM FOTOGRAFICO
Nicolas Sarkozy passa all'azione: il presidente francese ha ordinato in consiglio dei ministri di sbloccare la totalità dei depositi di carburante, assediati da manifestanti che protestano contro la riforma pensioni. Secondo l'Eliseo, il capo di Stato ha ripetuto che la riforma andrà in porto e ha messo in guardia dalle conseguenze degli scioperi sull'occupazione e l'attività economica. "Se non si passa il più rapidamente possibile agli sblocchi, questi disordini che cercano di creare la paralisi del Paese potrebbero avere ripercussioni in termini di occupazione e nel deterioramento della normale attività economica". "Vorrei aggiungere che questi disturbi penalizzano i più vulnerabili de francesi".
Poco prima il ministro dell'Interno, Brice Horfeux, aveva detto che tre depositi (Donge, La Rochelle e Le Mans) erano stati pacificamente riaperti durante la notte; ma i manifestanti ne hanno già bloccati altri. In particolare, nella zona meridionale del Paese è stato bloccato il deposito di Trapil che rifornisce aeroporti civili e militari, tra cui uno utilizzato dalla Nato. Nuovi incidenti sono scoppiati in mattinata anche nel centro di Lione, una delle zone più calde dopo le manifestazioni di ieri in Francia contro la riforma delle pensioni.
Tensioni tra giovani e polizia anche a Nanterre, vicino a Parigi, a margine di una manifestazione di circa 200 studenti contro la riforma delle pensioni. Un'automobile è stata data alle fiamme e alcuni edifici sono stati danneggiati. Tra questi anche la sede del Consiglio generale del dipartimento delle Hauts-de-Seine, che fu presieduto da Nicolas Sarkozy fino al 2007.
Oggi la Francia si prepara a un'altra giornata di scioperi nel settore pubblico e di proteste contro l'impopolare riforma delle pensioni che dovrebbe giungere in Senato per il voto finale entro la settimana. I sindacati stanno facendo pressioni sul presidente Sarkozy, che tra 18 mesi dovrà fare i conti con le elezioni, affinché ritiri il piano di riforma che innalza a 62 anni da 60 l'età pensionabile. Finora il governo non ha ceduto nemmeno davanti alle difficoltà di approvvigionamento di carburante provocate dallo sciopero dei lavoratori delle raffinerie.
Ieri almeno un milione di persone sono scese in piazza in tutto il Paese, nel sesto giorno di sciopero nazionale dallo scorso giugno. Episodi di violenza isolati si sono verificati in alcuni cortei, soprattutto nella città di Lione. La maggior parte degli analisti politici ritengono che la riforma riceverà il via libera e diventerà legge. Dopo che ieri un blocco di 24 ore ha colpito la rete ferroviaria e aerea, la protesta di oggi nel settore industriale dovrebbe rivelarsi meno incisiva anche se le carenze di carburante continuano a rappresentare un problema. Circa una su tre delle 12.500 stazioni di servizio del Paese sono a secco o stanno esaurendo le scorte, una situazione che ha costretto il governo a intaccare le riserve strategiche.
Nicolas Sarkozy passa all'azione: il presidente francese ha ordinato in consiglio dei ministri di sbloccare la totalità dei depositi di carburante, assediati da manifestanti che protestano contro la riforma pensioni. Secondo l'Eliseo, il capo di Stato ha ripetuto che la riforma andrà in porto e ha messo in guardia dalle conseguenze degli scioperi sull'occupazione e l'attività economica. "Se non si passa il più rapidamente possibile agli sblocchi, questi disordini che cercano di creare la paralisi del Paese potrebbero avere ripercussioni in termini di occupazione e nel deterioramento della normale attività economica". "Vorrei aggiungere che questi disturbi penalizzano i più vulnerabili de francesi".
Poco prima il ministro dell'Interno, Brice Horfeux, aveva detto che tre depositi (Donge, La Rochelle e Le Mans) erano stati pacificamente riaperti durante la notte; ma i manifestanti ne hanno già bloccati altri. In particolare, nella zona meridionale del Paese è stato bloccato il deposito di Trapil che rifornisce aeroporti civili e militari, tra cui uno utilizzato dalla Nato. Nuovi incidenti sono scoppiati in mattinata anche nel centro di Lione, una delle zone più calde dopo le manifestazioni di ieri in Francia contro la riforma delle pensioni.
Tensioni tra giovani e polizia anche a Nanterre, vicino a Parigi, a margine di una manifestazione di circa 200 studenti contro la riforma delle pensioni. Un'automobile è stata data alle fiamme e alcuni edifici sono stati danneggiati. Tra questi anche la sede del Consiglio generale del dipartimento delle Hauts-de-Seine, che fu presieduto da Nicolas Sarkozy fino al 2007.
Oggi la Francia si prepara a un'altra giornata di scioperi nel settore pubblico e di proteste contro l'impopolare riforma delle pensioni che dovrebbe giungere in Senato per il voto finale entro la settimana. I sindacati stanno facendo pressioni sul presidente Sarkozy, che tra 18 mesi dovrà fare i conti con le elezioni, affinché ritiri il piano di riforma che innalza a 62 anni da 60 l'età pensionabile. Finora il governo non ha ceduto nemmeno davanti alle difficoltà di approvvigionamento di carburante provocate dallo sciopero dei lavoratori delle raffinerie.
Ieri almeno un milione di persone sono scese in piazza in tutto il Paese, nel sesto giorno di sciopero nazionale dallo scorso giugno. Episodi di violenza isolati si sono verificati in alcuni cortei, soprattutto nella città di Lione. La maggior parte degli analisti politici ritengono che la riforma riceverà il via libera e diventerà legge. Dopo che ieri un blocco di 24 ore ha colpito la rete ferroviaria e aerea, la protesta di oggi nel settore industriale dovrebbe rivelarsi meno incisiva anche se le carenze di carburante continuano a rappresentare un problema. Circa una su tre delle 12.500 stazioni di servizio del Paese sono a secco o stanno esaurendo le scorte, una situazione che ha costretto il governo a intaccare le riserve strategiche.