Le notizie animate che vengono da Taiwan

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Dai casi di cronaca più efferati all’arresto di Paris Hilton un sito di Taiwan si è fatto conoscere per essere una delle prime testate a raccontare le notizie attraverso i cartoni animati. Che spesso sono irriverenti e sarcastici

di Federico Guerrini

Di una notizia, che si tratti di un delitto o di una vicenda di gossip, si conoscono spesso soltanto i contorni; testimonianze di seconda mano o immagini di repertorio aiutano a farsi un’idea dell’accaduto, e i lati oscuri della vicenda si riempiono con l’immaginazione. Ma cosa accadrebbe se il fatto del giorno venisse “ricostruito” al computer, e proposto sotto forma di cartone animato?

Si otterrebbe qualcosa di simile alle clip in 3D di Next Media Animation (Nma), una  società di produzione taiwanese che sta rivoluzionando il mondo delle news con suoi bizzarri servizi giornalistici che impastano assieme realtà e finzione.
La società del tycoon di Hong Kong Jimmy Lai è diventata celebre lo scorso anno, quando una sua animazione del golfista Tiger Woods inseguito dalla moglie con una mazza fu cliccatissima su You Tube.

Più di recente, la società, che si occupa per lo più degli scandali di Taiwan e Hong Kong per i tabloid online Apple Daily e Next Magazine - di proprietà dello stesso Lai - ma che sta ampliando la copertura internazionale, si è occupata dei guai giudiziari di Paris Hilton, della lotta fra il Wall Street Journal e il New York Times, del cosiddetto ”antennagate” dell’iPhone e della trionfale corsa della repubblicana Sarah Palin alla nomination per le prossime presidenziali americane. Con effetti spesso esilaranti: Jobs viene rappresentato con un cappello da Dart Fener mentre duella con Bill Gates per l’egemonia del settore Ict, mentre la Palin diventa una fricchettona che si fuma uno spinello in famiglia per poi combattere un match di wrestling e schienare il povero Obama.

Quello che distingue la Nma da tutte le altre società del settore, è la velocità di realizzazione. Alla Pixar, tanto per dire, per animare un singolo fotogramma ci mettono sette ore. Ma i video creati a Taiwan devono essere messi online in giornata, quando una notizia è ancora “calda”. Per aggirare il problema Lai e il suo staff composto da più di 200 persone, fra giornalisti, sceneggiatori, attori e grafici hanno ideato un ciclo di produzione continuo, in cui i tempi di ogni operazione sono standardizzati e gli errori non sono ammessi.

L’input della notizia, scelta di preferenza fra quelle contenenti più dettagli salaci e scandalistici, arriva da uno dei giornalisti di Apple Daily o Next Magazine, che scrive anche un breve sommario della vicenda. Lo sceneggiatore ha dieci minuti per disegnare uno storyboard con le scene da animare. La bozza viene quindi presentata ai colleghi e l’esperto di computer grafica ha venti minuti per mettere assieme tutti i componenti virtuali che contribuiranno a formare le scene in 3D. Facce, corpi e ambienti vengono scelti da una libreria di oggetti digitali di uso comune.

Nel frattempo, un gruppo di attori muniti di tute con speciali sensori di movimento, riproduce le scene d’azione per la motion capture. In tre ore la clip, che dura di solito un minuto o poco più è pronta e il risultato, dal punto di vista estetico, è accettabile anche se siamo ben lontani dai livelli di Shrek o Toy Story 3. Ma in questo modo, in un giorno, vengono realizzati una ventina di filmati.

Uno dei difetti maggiori dei video di Next Media Animation, è l’inespressività dei volti dei personaggi, difetto che però dovrebbe essere presto corretto grazie all’acquisto di Light Stage, un programma di scansione facciale ultra professionale usato solo in alcune mega produzioni hollywoodiane come “Lo strano caso di Benjamin Button”.

Finora, l’aspetto decisamente naïf dei filmati ha un po’ frenato l’affermarsi dei prodotti di Next Media all’estero, anche se i video di maggiore successo sono stati acquistati da Bbc, Reuters e Cartoon Network. Le cose però potrebbero cambiare a breve. Come dice il direttore commerciale della società, Mark Simon: “per il momento, molti ci ridono ancora dietro. Ma, tempo due anni, non sghignazzeranno più”.

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