"Il verdetto riguardo la vicenda di tradimento extraconiugale è stata bloccato ed è stata sottoposto a revisione" ha annunciato alla tv iraniana il ministero degli Esteri
LA COMUNITA' INTERNAZIONALE SI MOBILITA PER SAKINEH
Iran, il volto della protesta: TUTTE LE FOTO
Sakineh Ashtiani non sarà lapidata a morte. Le autorità iraniane hanno annnunciato di aver sospeso l'esecuzione della pena capitale per la donna condannata per adulterio. "Il verdetto sulle vicende extraconiugali è stato fermato ed è al momento sotto revisione", ha detto alla tv iraniana il il ministro degli esteri Mehmanparast. La dichiarazione del ministro iraniano arriva all'indomani della decisa condanna dell'Ue che aveva bollato la sentenza come "una barbarie".
La comunità internazionale, intanto, tira un respiro di sollievo dopo essersi fermamente battuta in questi giorni a difesa della donna con appelli, petizioni, e pubbliche manifestazioni di condanna al paese guidato da Akhmadinejad. Azioni queste che hanno reso ancora più tesi i rapporti tra la Repubblica Islamica e l'Occidente.
Sakineh Mohammadi Ashtiani, 43 anni e due figli, era stata condannata nel maggio 2006 per "relazione illegale" con due uomini e aveva immediatamente ricevuto una prima condanna a 99 frustrate. La donna è stata anche accusata di coinvolgimento nell'omicidio del marito da parte del cugino Issa Taheri, condannato all'impiccagione. In quell'occasione Sakineh era stata assolta ma, poco dopo, i giudici avevano riaperto il dossier d'adulterio e condannato Sakineh a 10 anni di prigione. Successivamente, alla lapidazione.
Sia il suo avvocato sia il figlio ne proclamano l'innocenza e hanno chiesto in prima persona l'aiuto degli organi internazionali. Recentemente la stampa più conservatrice dell'Ira ha duramente attaccato sia Carla Bruni che il governo italiano per il loro intervento a favore di Sakineh.
La lapidazione in Iran esiste dal 1979 quando con la rivoluzione islamica fu introdotta la legge della Sharia. "E' un caso come tutti gli altri - ha detto il ministro - si tratta di un dossier come molti altri che esistono in altri paesi".
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Sakineh Ashtiani non sarà lapidata a morte. Le autorità iraniane hanno annnunciato di aver sospeso l'esecuzione della pena capitale per la donna condannata per adulterio. "Il verdetto sulle vicende extraconiugali è stato fermato ed è al momento sotto revisione", ha detto alla tv iraniana il il ministro degli esteri Mehmanparast. La dichiarazione del ministro iraniano arriva all'indomani della decisa condanna dell'Ue che aveva bollato la sentenza come "una barbarie".
La comunità internazionale, intanto, tira un respiro di sollievo dopo essersi fermamente battuta in questi giorni a difesa della donna con appelli, petizioni, e pubbliche manifestazioni di condanna al paese guidato da Akhmadinejad. Azioni queste che hanno reso ancora più tesi i rapporti tra la Repubblica Islamica e l'Occidente.
Sakineh Mohammadi Ashtiani, 43 anni e due figli, era stata condannata nel maggio 2006 per "relazione illegale" con due uomini e aveva immediatamente ricevuto una prima condanna a 99 frustrate. La donna è stata anche accusata di coinvolgimento nell'omicidio del marito da parte del cugino Issa Taheri, condannato all'impiccagione. In quell'occasione Sakineh era stata assolta ma, poco dopo, i giudici avevano riaperto il dossier d'adulterio e condannato Sakineh a 10 anni di prigione. Successivamente, alla lapidazione.
Sia il suo avvocato sia il figlio ne proclamano l'innocenza e hanno chiesto in prima persona l'aiuto degli organi internazionali. Recentemente la stampa più conservatrice dell'Ira ha duramente attaccato sia Carla Bruni che il governo italiano per il loro intervento a favore di Sakineh.
La lapidazione in Iran esiste dal 1979 quando con la rivoluzione islamica fu introdotta la legge della Sharia. "E' un caso come tutti gli altri - ha detto il ministro - si tratta di un dossier come molti altri che esistono in altri paesi".