La scorsa settimana su molti profili è arrivato il pulsante “Non mi piace”. In realtà non esiste nulla del genere. E’ solo un operazione di scam. Ecco le "esche" più pericolose da evitare
di Angela Vitaliano
Dire "Non mi piace" su Facebook, cliccando su un semplice pulsante, non si può. A meno che non si voglia esporre il proprio profilo al furto di dati personali e alla diffusione di virus per nulla semplici da sconfiggere. Molti avevano gioito alla notizia che Facebook avesse finalmente creato, accanto al tasto "Like", anche quello per esprimere il proprio disappunto (“Dislike”). Solo un falso allarme, anzi, peggio, solo un amo per ingannare quanti più utenti possibile ed entrare nei loro profili, tanto per fare un po' di danni qui e là.
A lanciare per primo l'allarme è stata la casa di sicurezza Sophos che ha messo in guardia gli utenti dai pericoli della nuova opzione. Se si decide, infatti, di fare il download per il tasto "non mi piace", si viene rimandati ad una pagina che chiede il permesso di accedere ai dati dell'utente che scopre, solo troppo tardi, che il famigerato tasto non esiste nella realtà. Intanto, però, la porta principale per l'accesso alle proprie informazioni sarà stata incautamente aperta e la privacy ormai andata a farsi friggere.
Sebbene non ci siano pericoli di contagio per il computer, i dati personali dell'utente sono a quel punto a completa disposizione degli ideatori dell’operazione di scam.
La proliferazione di applicazioni ruba-dati attraverso Facebook sembra un fenomeno inarrestabile. Recentemente, alcuni video, di cui uno su Justin Bieber, la star nata su YouTube e uno su un cliente di McDonald's avevano in pochi giorni fatto un numero elevatissimo di vittime con lo stesso procedimento. Per mettere in guardia gli utenti del social-network più popolato del mondo, la webzine AllFacebook ha individuato le applicazioni più popolari e pericolose, quelle di cui non ci si dovrebbe fidare mai.
La prima è quella del quiz per determinare l'indice di intelligenza: risultato? Ci si scopre molto stupidi perché si autorizza, inavvertitamente, un servizio telefonico a caricare dei servizi a pagamento sul nostro numero (che viene appunto richiesto prima di rivelare i risultati).
Altrettanto pericoloso il tranello dell'amico all'estero che chiede, via messaggio, di inviargli soldi via Western Union perché ha smarrito il portafogli. Come giustamente fanno notare i più smaliziati, se un amico può avere accesso a Internet, tanto più può fare una telefonata.
Insidiossissimo anche il pericolo nascosto nel login fatto su una pagina aperta in automatico (senza cioè andare noi sul sito www.facebook.com): spesso apre le porte ad un virus. Il quale, poi, si diffonde rapidamente sotto forma di inviti che arrivano alle pagine degli amici e che suonano più o meno così: "Guarda questo video divertente che ti riguarda". Di divertente non c'è proprio nulla, se non una serie di fastidi per ripulire il profilo. E a proposito di video non è opportuno nemmeno aprire quelli che arrivano via mail da amici (già infetti) e che per lo più riguardano Vip colti in momenti imbarazzanti. L'imbarazzo ancora una volta sarebbe solo ed esclusivamente nostro nello scoprire di essere stati infettati dal feroce Koobface Worm, vermiciattolo tecnologico ancor più spiacevole di quelli reali.
Dire "Non mi piace" su Facebook, cliccando su un semplice pulsante, non si può. A meno che non si voglia esporre il proprio profilo al furto di dati personali e alla diffusione di virus per nulla semplici da sconfiggere. Molti avevano gioito alla notizia che Facebook avesse finalmente creato, accanto al tasto "Like", anche quello per esprimere il proprio disappunto (“Dislike”). Solo un falso allarme, anzi, peggio, solo un amo per ingannare quanti più utenti possibile ed entrare nei loro profili, tanto per fare un po' di danni qui e là.
A lanciare per primo l'allarme è stata la casa di sicurezza Sophos che ha messo in guardia gli utenti dai pericoli della nuova opzione. Se si decide, infatti, di fare il download per il tasto "non mi piace", si viene rimandati ad una pagina che chiede il permesso di accedere ai dati dell'utente che scopre, solo troppo tardi, che il famigerato tasto non esiste nella realtà. Intanto, però, la porta principale per l'accesso alle proprie informazioni sarà stata incautamente aperta e la privacy ormai andata a farsi friggere.
Sebbene non ci siano pericoli di contagio per il computer, i dati personali dell'utente sono a quel punto a completa disposizione degli ideatori dell’operazione di scam.
La proliferazione di applicazioni ruba-dati attraverso Facebook sembra un fenomeno inarrestabile. Recentemente, alcuni video, di cui uno su Justin Bieber, la star nata su YouTube e uno su un cliente di McDonald's avevano in pochi giorni fatto un numero elevatissimo di vittime con lo stesso procedimento. Per mettere in guardia gli utenti del social-network più popolato del mondo, la webzine AllFacebook ha individuato le applicazioni più popolari e pericolose, quelle di cui non ci si dovrebbe fidare mai.
La prima è quella del quiz per determinare l'indice di intelligenza: risultato? Ci si scopre molto stupidi perché si autorizza, inavvertitamente, un servizio telefonico a caricare dei servizi a pagamento sul nostro numero (che viene appunto richiesto prima di rivelare i risultati).
Altrettanto pericoloso il tranello dell'amico all'estero che chiede, via messaggio, di inviargli soldi via Western Union perché ha smarrito il portafogli. Come giustamente fanno notare i più smaliziati, se un amico può avere accesso a Internet, tanto più può fare una telefonata.
Insidiossissimo anche il pericolo nascosto nel login fatto su una pagina aperta in automatico (senza cioè andare noi sul sito www.facebook.com): spesso apre le porte ad un virus. Il quale, poi, si diffonde rapidamente sotto forma di inviti che arrivano alle pagine degli amici e che suonano più o meno così: "Guarda questo video divertente che ti riguarda". Di divertente non c'è proprio nulla, se non una serie di fastidi per ripulire il profilo. E a proposito di video non è opportuno nemmeno aprire quelli che arrivano via mail da amici (già infetti) e che per lo più riguardano Vip colti in momenti imbarazzanti. L'imbarazzo ancora una volta sarebbe solo ed esclusivamente nostro nello scoprire di essere stati infettati dal feroce Koobface Worm, vermiciattolo tecnologico ancor più spiacevole di quelli reali.