Francia, rimpatriati i primi 61 rom

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Sono circa 700 i nomadi, sgomberati da accampamenti illegali, che Parigi vuole rimandare nei paesi d'origine. Critiche al presidente Sarkozy, l'Ue avverte: "Rispettare le regole sulla libera circolazione dei cittadini europei"

Al via tra le polemiche il rimpatrio di rom irregolari dalla Francia voluto dal presidente Nicolas Sarkozy, nell'ambito di una campagna incentrata sulla sicurezza. In tutto, sono circa 700 i nomadi sgomberati da 51 insediamenti illegali, che il capo dell’Eliseo vuole espellere dalla Francia entro fine mese.

Dopo un primo gruppo di 61 persone in partenza per la Romania, un secondo rimpatrio è previsto domani 21 agosto: 132 rom saranno portati a Timisoara, nella Romania occidentale, e nella capitale. Il 26 agosto sarà la volta di altri 160 rom. Ad ogni adulto sono stati consegnati 300 euro e 100 per ogni bambino.

I rimpatri hanno scatenato violente polemiche contro il presidente francese, accusato dai suoi oppositori di essere responsabile di "deportazioni in stile nazista" e l'Ue ha intimato alla Francia di "rispettare le regole sulla libera circolazione" dei cittadini europei, come ha fatto sapere Matthew Newman, portavoce del commissario per la Giustizia, Viviane Reding.

Il portavoce del ministero degli Esteri, Bernard Valero, ha replicato che le misure assunte contro i nomadi sono "pienamente conformi alle regole europee e non sono assolutamente legate alla libera circolazione dei cittadini Ue". Secondo Parigi inoltre, i rimpatri avvengono sulla base di una procedura del diritto amministrativo francese, definita di "ritorno volontario", che viene incentivato economicamente.

Sul rimpatrio dei rom, è intervenuto anche il Segretario del Pontificio consiglio per i migranti e gli itineranti, monsignor Agostino Marchetto, secondo cui "non si possono prendere decisioni contro intere comunità senza l'applicazione al singolo individuo di queste decisioni in funzione dell'ordine pubblico, secondo quanto stabilito dalla stessa legislazione  europea".


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