Lo scorso 12 gennaio un terremoto devastante sconvolgeva l'isola caraibica. A sei mesi di distanza la situazione a Port-au-Prince resta drammatica. L’Unicef: “Salvare i bambini”
L'ALBUM FOTOGRAFICO DELLA TRAGEDIA
IL DRAMMA DOPO L'INFERNO: I VIDEO
Sei mesi fa, il devastante terremoto ad Haiti. Con più di 250.000 morti e un milione e mezzo di senza tetto, nel Paese è ancora emergenza, e la stagione degli uragani è alle porte. L’economia è paralizzata; gli aiuti internazionali rappresentano l’unica speranza, ma tardano ad arrivare. Nelle tendopoli, molti hanno perso la speranza: “Ci aspettavamo un cambiamento – dice una donna -, perché ci parlavano solo di cambiamento, ma per come stanno andando le cose, forse dovremo aspettare non cinque anni, o dieci, ma il resto delle nostre vite, senza vedere cambiamenti”. Quasi 20 milioni di metri cubi di macerie sono ancora accatastati a Port-au-Prince dopo il sisma di magnitudo 7. Per la ricostruzione occorrono circa 9 miliardi di euro. E i timori più grandi sono per le migliaia di bambini che rischiano di ammalarsi per le pessime condizioni dei campi per gli sfollati, o di finire nella rete del traffico di minori.
IL DRAMMA DOPO L'INFERNO: I VIDEO
Sei mesi fa, il devastante terremoto ad Haiti. Con più di 250.000 morti e un milione e mezzo di senza tetto, nel Paese è ancora emergenza, e la stagione degli uragani è alle porte. L’economia è paralizzata; gli aiuti internazionali rappresentano l’unica speranza, ma tardano ad arrivare. Nelle tendopoli, molti hanno perso la speranza: “Ci aspettavamo un cambiamento – dice una donna -, perché ci parlavano solo di cambiamento, ma per come stanno andando le cose, forse dovremo aspettare non cinque anni, o dieci, ma il resto delle nostre vite, senza vedere cambiamenti”. Quasi 20 milioni di metri cubi di macerie sono ancora accatastati a Port-au-Prince dopo il sisma di magnitudo 7. Per la ricostruzione occorrono circa 9 miliardi di euro. E i timori più grandi sono per le migliaia di bambini che rischiano di ammalarsi per le pessime condizioni dei campi per gli sfollati, o di finire nella rete del traffico di minori.