Gaza, espulsi gli attivisti della Rachel Corrie

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"Ci riproveremo". Così hanno dichiarato i pacifisti filo-palestinesi che si trovavano a bordo della nave intercettata sabato dalla marina israeliana e diretta verso la Striscia. Su un quotidiano turco foto di militari israeliani feriti

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Gli 11 passeggeri, 5 irlandesi e 6 malesi, e l'equipaggio della Rachel Corrie, l'imbarcazione abbordata sabato dalla marina militare israeliana mentre cercava di raggiungere la Striscia di Gaza per portare aiuti umanitari, sono stati espulsi e faranno ritorno nelle loro case.

"Siamo molto delusi", ha dichiarato al suo arrivo ad Amman Mattias Chang, uno dei pacifisti, "l'idea era di arrivare a Gaza, bisogna sottolineare che eravamo venuti con un messaggio di speranza e di pace". Chang ha assicurato che la sua organizzazione, guidata dall'ex premier Mahathir Mohamad, riproverà a raggiungere Gaza.

Tra i filo palestinesi a bordo della flottiglia anche il Nobel per la Pace 1976, la nord-irlandese Mairead Maguire, di 66 anni.
La Rachel Corrie, secondo gli organizzatori, inizialmente avrebbe dovuto far parte della flottiglia internazionale assaltata lunedì dalle forze israeliane. Nel blitz hanno perso la vita 9 persone. Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico Guardian, sarebbero state uccise da spari a distanza ravvicinata.

Intanto, il giornale turco Hurriet pubblica oggi una serie di drammatiche fotografie che mostrano alcuni militari israeliani, nei minuti successivi all'inizio del blitz sulla Marmara, mentre vengono condotti feriti all' interno della nave passeggeri. "Quelle fotografie - afferma il portavoce militare israeliano - sono la prova chiara e convincente di quanto già affermato da Tsahal (acronimo dell'esercito israeliano) che a bordo della nave c'erano mercenari il cui unico intento era quello di uccidere soldati".
"Quelle immagini - aggiunge il portavoce - avrebbero potuto essere diverse se i nostri soldati avessero scelto di sparare su ogni civile che sparava loro contro. Solo grazie alla loro forza mentale e alla loro profonda comprensione dell'evento i membri del commando sono riusciti a distinguere fra gli attivisti pacifisti e i terroristi".
Nelle ricostruzioni condotte dai vertici militari risulta che almeno tre soldati israeliani si sono trovati di fatto prigionieri nella Marmara per diversi minuti, fino a quando i loro compagni sono riusciti a rintracciarli e a liberarli.

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