Israele, Onu: inchiesta internazionale. L'Italia vota no

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Liberi i militanti stranieri della flottiglia intercettata lunedì dalle forze speciali israeliane. Giovedì rientrano gli attivisti italiani. Netanyahu: era una nave di terroristi. Benedetto XVI: “La violenza genera violenza”. VIDEO E FOTO

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Sono stati liberati e stanno bene i sei attivisti italiani arrestati dopo il sanguinoso blitz di Israele contro la flottiglia di pacifisti che portava aiuti umanitari a Gaza.
Giuseppe Fallisi, Angela Lano, Marcello Faracci, Manolo Luppichini, Manuel Zani e Ismail Abdel-Rahim Qaraqe Awin, caricati su un pullman nel centro di detenzione temporaneo di Beer Sheva (sud di Israele), sono stati trasferiti sotto scorta all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv.
Con gli italiani  ci sono anche alcuni altri attivisti stranieri in via di espulsione. "Sono liberi di andare dove vogliono", ha detto da Sarajevo il ministro degli esteri, Franco Frattini.

Inchiesta internazionale Onu, ma l'Italia vota contro - Il Consiglio dei diritti umani dell'Onu ha approvato una risoluzione che condanna il "vergognoso attacco" di Israele e permette l'invio di una missione internazionale che indaghi su quanto accaduto nelle acque internazionali di fronte a Gaza. La risoluzione "Gravi attacchi da parte delle Forze armate israeliane contro la Flottilla umanitaria" è stata approvata con 32 voti a favore, tre contrari (USA, Olanda e Italia) e nove astensioni (tra esse, Belgio, Gran Bretagna, Francia, Giappone).
A quanto si apprende da fonti della Farnesina l'Italia avrebbe votato contro la risoluzione del Consiglio dei diritti umani dell'Onu, non si sarebbe trovata, infatti, "una posizione comune europea".

Israele espelle tutti i pacifisti - L'accelerazione delle procedure di espulsione è scattata sull'onda delle crescenti pressioni internazionali e dopo il via libera di ieri sera del gabinetto di sicurezza israeliano, presieduto dal premier Benyamin Netanyahu, al rimpatrio "immediato" di tutti gli stranieri fermati: inclusi quei turchi che in un primo momento avevano rischiato di finire sotto processo per la reazione violenta all'abbordaggio della Mavi Marmara, la nave guida del convoglio denominato “Freedom  Flotilla”.

Netanyahu: era una nave d'odio - Quella intercettata in alto mare dai commando israeliani "non era una 'Love Boat', bensì una flottiglia terroristica" ha affermato il premier israeliano Benyamin Netanyahu. "Continueremo a difendere i nostri cittadini, è nostro diritto, nostro dovere" ha aggiunto il premier, confermando che il blocco a Gaza sarà mantenuto anche in futuro, malgrado "l'attacco internazionale di ipocrisia" nei confronti di Israele. E aggiunge: l'esercito "non aveva altra scelta", perché quella "non era una nave dell'amore, era una nave di odio".

L'appello del Papa - "Con profonda trepidazione seguo le tragiche vicende avvenute in prossimità della Striscia di Gaza. Sento il bisogno di esprimere il mio sentito cordoglio per le vittime di questi dolorosissimi eventi, che preoccupano quanti hanno a cuore la pace nella regione. Ancora una volta ripeto con animo accorato che la violenza non risolve le controversie, ma ne accresce le drammatiche conseguenze e genera altra violenza". E' l'appello lanciato, nel corso dell'udienza generale, da Papa Benedetto XVI, dopo l'attacco israeliano alla flottiglia pacifista pro-Gaza.

Nave irlandese verso Gaza - La nave irlandese "Rachel Corrie", cargo da 1200 tonnellate allestito dall'associazione internazionale Free Gaza Movement, partito dall'Irlanda con a bordo aiuti, si sta dirigendo verso un porto nel Mediterraneo (non precisato per motivi di sicurezza) dove imbarcherà giornalisti e personalità di spicco, per proseguire poi alla volta di Gaza. Lo rende noto Alessandra Coppola, portavoce di Freedom Flotiglia Italia. Il governo irlandese ha chiesto a Israele di lasciare passare la nave.

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