Israele, iniziate le espulsioni. Nave irlandese verso Gaza

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Il governo israeliano sta liberando gli attivisti fermati dopo il blitz contro la flottiglia. Il presidente palestinese Abu Mazen: "L'assalto di Israele è terrorismo di Stato". L’Onu: “Inchiesta internazionale”. I VIDEO E LE FOTO

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Gaza, attacco alla flotta pacifista. I VIDEO

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Israele proseguirà nelle prossime ore l'espulsione delle centinaia di attivisti fermati in acque internazionali mentre tentavano di rompere l'embargo a Gaza con la Freedom Flotilla, assaltata dall'esercito israeliano mentre trasportava aiuti umanitari. Anche i 6 italiani, come riferisce la Farnesina, sono stati liberati. Intanto il Consiglio dei diritti dell'uomo dell'Onu ha adottato oggi a Ginevra una risoluzione che chiede una "missione di inchiesta internazionale.

Tra i passeggeri della flotta, oltre ai 380 turchi, c'erano 38 greci, 31 britannici, 30 giordani, 28 algerini, 9 francesi, 6 italiani e 7 irlandesi. Nelle prossime ore saranno anche rimpatriati i cadaveri dei nove attivisti morti durante l'abbordaggio militare alle navi: la loro nazionalità non è stata ancora annunciata ufficialmente, ma secondo i media, sono in maggioranza turchi.

Ma intanto la nave irlandese "Rachel Corrie", cargo da 1200 tonnellate allestito dall'associazione internazionale Free Gaza Movement, partito dall'Irlanda con a bordo aiuti, si sta dirigendo verso un porto nel Mediterraneo (non precisato per motivi di sicurezza) dove imbarcherà giornalisti e personalità di spicco, per proseguire poi alla volta di Gaza. Lo rende noto Alessandra Coppola, portavoce di Freedom Flotiglia Italia. Il governo irlandese ha chiesto a Israele di lasciar passare la nave.

Il presidente palestinese Abu Mazen accusa Israele: "Il nostro popolo è stato esposto al terrorismo di Stato quando Israele ha attaccato il convoglio della libertà. Il mondo intero, assieme al popolo palestinese, si confronta con questo terrorismo", ha detto all'apertura di una conferenza internazionale sugli investimenti in Palestina a Betlemme.

Israele ha anche iniziato a rimpatriare le famiglie del suo personale diplomatico ad Ankara. Secondo l'emittente, che ha citato un alto responsabile israeliano coperto dall'anonimato, la misura coinvolge una cinquantina di persone legate al personale del consolato e dell'ambasciata d'Israele in Turchia. La stessa fonte ha precisato che al momento non c'è l'ipotesi di una rottura dei rapporti diplomatici tra i due paesi.

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