Cenere vulcanica, stop ai voli nel Nord Italia

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Dalle ore 8 alle 14 di domenica interdetto lo spazio aereo del Nord della Penisola, salvo Venezia, Trieste e Rimini. Cancellati 5.000 collegamenti in Spagna, Portogallo e Francia. FOTO, VIDEO, PREVISIONI

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Stop ai voli nel Nord Italia, salvo Venezia, Trieste e Rimini, dalle ore 8 alle ore 14 di domenica 9 maggio. Questo quanto comunicato dall'Enac che predispone l'interdizione del traffico aereo a causa della cenere vulcanica.

La nube di polvere del vulcano islandese Eyjafjallajokul torna dunque in Italia, dopo l'ennesima giornata di caos che sabato ha interessato l'Europa causando l'annullamento di 5.000 voli. A causa della ripresa dell'attività eruttiva del vulcano, l'aeroporto di Barcellona sabato è stato chiuso dalle ore 15 alle ore 22. 

Intanto anche l'Enac, l'Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, segue da vicino l'evolversi della situazione e invita i passeggeri a contattare le rispettive compagnie aeree per informazioni sull’operatività dei propri voli nelle prossime ore.

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La parte bassa della nube, compresa fra il suolo e circa 6500 metri di quota - si legge nel bollettino del Vaac, il Centro di controllo europeo delle polveri vulcaniche ai fini della sicurezza del volo - "è quella più pericolosa per il volo, invaderà il Mar Ligure e il Tirreno e poi man mano il resto dell'Italia a cominciare dalla parte occidentale, mentre la parte alta della nube (compresa fra i 6500 metri e circa 11 mila metri) invaderà tutta l'Italia settentrionale ma tenderà a dirigersi sui Balcani".

Entro le ore 13 circa di domenica, precisa il Vaac, "la parte bassa della nube (pericolosa per il traffico aereo e segnata in rosso) coprirà tutta l'Italia, esclusa la Sicilia e la Sardegna, ma compreso l'Adriatico, per spingersi fino alla Grecia". La parte alta della nube, compresa fra la quota di 6500 metri e 11 mila metri circa - conclude il bollettino - scivolerà invece lungo la penisola balcanica (senza interessare l'Italia) per spingersi fino al Bosforo".

L'attività eruttiva, secondo quanto riferito da Mike Burton, primo ricercatore della sezione di Pisa dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), è di nuovo ai livelli del 15-16 aprile, quando aveva raggiunto il suo massimo.

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