Si riaccende la violenza nella capitale thailandese. Due distinti attacchi contro le forze dell’ordine hanno ucciso due agenti e ferito altre nove persone. Il commissario della polizia Chayanol: "Penso sia un gruppo che vuole creare il caos"
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Si riaccende la tensione a Bangkok con due assalti contro poliziotti, che hanno provocato la morte di due agenti e il ferimento di altre nove persone. A quanto ha reso noto oggi la polizia, il primo attacco è avvenuto poco prima delle 23 di ieri (ora locale), quando uomini a bordo di motociclette hanno sparato contro la polizia e i manifestanti filogovernativi a Silom Road, uccidendo un agente e ferendo cinque persone, tre agenti e due civili.
All'una e mezza di questa mattina, tre granate sono state lanciate contro un poliziotto che stazionava davanti all'area occupata dai manifestanti antigovernativi delle camicie rosse, uccidendolo. Quattro altri poliziotti sono stati feriti.
"E' troppo presto per dire chi c'è dietro a questi attacchi"- ha commentato il commissario della polizia metropolitana Santan Chayanol- "penso sia un gruppo che vuole creare il caos". Le nuove violenze giungono dopo un accordo di principio fra il governo del primo ministro Abhisit Vejjajiva e l'opposizione del Fronte unito per la democrazia contro la dittatura (Udd), che da due mesi manifesta a Bangkok chiedendo lo scioglimento del parlamento.
L'Udd, legata all'ex premier populista in esilio Thaksin Shinawatra, ha accettato l'offerta di un accordo in cinque punti per elezioni anticipate il 14 novembre. Tuttavia si rifiuta di metter fine alla protesta di migliaia di camicie rosse che presidiano il centro della capitale fino a quando non verrà stabilita la data dello scioglimento delle camere. La lunga protesta è stata segnata anche da scontri violenti, che hanno causato 27 morti e oltre 900 feriti, e da attacchi isolati la cui matrice non è stata chiarita.