Benedetto XVI ha accettato le dimissioni di mons. Roger Joseph Vangheluwe, che ha confessato di avere abusato di un giovane. Intanto, il New York Times ha rivelato che uno dei più influenti prelati cileni è stato denunciato per violenze da quattro uomini
Benedetto XVI ha accolto oggi le dimissioni del vescovo belga di Bruges, mons. Roger Joseph Vangheluwe, il quale ha confessato, in una dichiarazione ufficiale, diffusa dalla sala stampa vaticana insieme all'annuncio delle dimissioni, di aver "abusato sessualmente di un giovane".
"Quando ero ancora un semplice sacerdote e per un certo tempo all'inizio del mio episcopato - ha confessato il presule - ho abusato sessualmente di un giovane dell'ambiente a me vicino. La vittima ne è ancora segnata. Nel corso degli ultimi decenni, ho più volte riconosciuto la mia colpa nei suoi confronti, come nei confronti della sua famiglia, e ho domandato perdono. Ma questo non lo ha pacificato. E neppure io lo sono".
Il presule ha aggiunto nella sua dichiarazione che "la tempesta mediatica di queste ultime settimane ha rafforzato il trauma. Non è più possibile continuare in questa situazione". "Sono profondamente dispiaciuto - ha concluso - per ciò che ho fatto e presento le mie scuse più sincere alla vittima, alla sua famiglia, a tutta la comunità cattolica e alla società in genere. Ho presentato le mie dimissioni come vescovo di Bruges al Papa Benedetto XVI. Sono state accettate venerdì. Perciò mi ritiro".
Nelle stesse ore, il sito del New York Times ha dato notizia che Fernando Karadima, uno dei "prelati più influenti e rispettati" in Cile, tanto da essere chiamato "il santo vivente", è stato denunciato da quattro uomini che lo hanno accusato di aver abusato di loro per vent'anni.
Secondo la home del quotidiano americano, le vittime avevano già segnalato il prete pedofilo al tribunale dell'arcidiocesi locale ma non avevano ricevuto risposta.
Le accuse a Karadima hanno fatto gridare "all'oltraggio i suoi parrocchiani", convinti che il sacerdote "non avrebbe mai potuto abusare dei suoi fedeli". Eppure, scrive il Nyt, proprio questa settimana un cardinale cileno "ha confermato che la chiesa locale ha investigato segretamente sulle segnalazioni" delle vittime. E, secondo quanto sostiene la denuncia, Karadima, oggi 79 enne, "avrebbe abusato dei quattro ragazzi, tre dei quali minori, per almeno vent'anni", si legge sul quotidiano, secondo il quale però "la parrocchia e il legale del sacerdote hanno negato l'accusa".
Una delle vittime, James Hamilton, ha raccontato "di aver ignorato all'inizio il prete mentre tentava di baciarlo sulla bocca e di toccarlo. Fino a quando, durante un ritiro in una città costiera a Ovest di Santiago, Karadima diede un'ulteriore spinta al suo gioco sessuale", scrive il Nyt, che riporta quanto affermato dalla vittima stessa, oggi 44 enne: "Ero paralizzato, distrutto".
Discepolo di Alberto Hurtado, primo santo cileno, padre Fernando Karadima "ha reinventato Azione Cattolica", un movimento giovanile, fondato dallo stesso Hurtado, che ha sede nella citta' di El Bosque e che è tradizionalmente seguito dalle famiglie più influenti della capitale cilena.
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"Quando ero ancora un semplice sacerdote e per un certo tempo all'inizio del mio episcopato - ha confessato il presule - ho abusato sessualmente di un giovane dell'ambiente a me vicino. La vittima ne è ancora segnata. Nel corso degli ultimi decenni, ho più volte riconosciuto la mia colpa nei suoi confronti, come nei confronti della sua famiglia, e ho domandato perdono. Ma questo non lo ha pacificato. E neppure io lo sono".
Il presule ha aggiunto nella sua dichiarazione che "la tempesta mediatica di queste ultime settimane ha rafforzato il trauma. Non è più possibile continuare in questa situazione". "Sono profondamente dispiaciuto - ha concluso - per ciò che ho fatto e presento le mie scuse più sincere alla vittima, alla sua famiglia, a tutta la comunità cattolica e alla società in genere. Ho presentato le mie dimissioni come vescovo di Bruges al Papa Benedetto XVI. Sono state accettate venerdì. Perciò mi ritiro".
Nelle stesse ore, il sito del New York Times ha dato notizia che Fernando Karadima, uno dei "prelati più influenti e rispettati" in Cile, tanto da essere chiamato "il santo vivente", è stato denunciato da quattro uomini che lo hanno accusato di aver abusato di loro per vent'anni.
Secondo la home del quotidiano americano, le vittime avevano già segnalato il prete pedofilo al tribunale dell'arcidiocesi locale ma non avevano ricevuto risposta.
Le accuse a Karadima hanno fatto gridare "all'oltraggio i suoi parrocchiani", convinti che il sacerdote "non avrebbe mai potuto abusare dei suoi fedeli". Eppure, scrive il Nyt, proprio questa settimana un cardinale cileno "ha confermato che la chiesa locale ha investigato segretamente sulle segnalazioni" delle vittime. E, secondo quanto sostiene la denuncia, Karadima, oggi 79 enne, "avrebbe abusato dei quattro ragazzi, tre dei quali minori, per almeno vent'anni", si legge sul quotidiano, secondo il quale però "la parrocchia e il legale del sacerdote hanno negato l'accusa".
Una delle vittime, James Hamilton, ha raccontato "di aver ignorato all'inizio il prete mentre tentava di baciarlo sulla bocca e di toccarlo. Fino a quando, durante un ritiro in una città costiera a Ovest di Santiago, Karadima diede un'ulteriore spinta al suo gioco sessuale", scrive il Nyt, che riporta quanto affermato dalla vittima stessa, oggi 44 enne: "Ero paralizzato, distrutto".
Discepolo di Alberto Hurtado, primo santo cileno, padre Fernando Karadima "ha reinventato Azione Cattolica", un movimento giovanile, fondato dallo stesso Hurtado, che ha sede nella citta' di El Bosque e che è tradizionalmente seguito dalle famiglie più influenti della capitale cilena.
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