Secondo e ultimo giorno della visita apostolica del Papa a Malta. Ieri, durante il viaggio aereo, riferimento di condanna alla scandalo dei preti, che hanno abusato di minori. Oggi l'incontro con 8 vittime di violenze sessuali da parte d'ecclesiastici
E' iniziato nel pomeriggio del 17 aprile il 14esimo viaggio internazionale di Benedetto XVI. Meta, questa volta, l'isola di Malta in occasione del 1950esimo anniversario del naufragio di San Paolo sull’isola. Partito da Fiumicino alle 15.25, il Pontefice è giunto all’aeroporto internazionale di Luqa intorno alle 17.00. Durante il viaggio aereo il Papa ha toccato coi giornalisti a bordo il tema scottante dell'affaire dei preti pedofili, correlandolo all'aspetto della profonda fede del popolo maltese: "So che Malta ama Cristo e ama la sua Chiesa che è il suo Corpo e sa che, anche se questo Corpo è ferito dai nostri peccati, il Signore tuttavia ama questa Chiesa, e il suo Vangelo è la vera forza che purifica e guarisce".
L'argomento è stato ripreso, oggi, dall'arcivescovo di La Valletta Paul Cremona che, prima della concelebrazione eucaristica presieduta da Benedetto XVI sul piazzale dei Granai a Floriana, ha auspicato nell'indirizzo di saluto al Pontefice "una Chiesa abbastanza umile da riconoscere gli errori e i peccati dei suoi membri ma forte abbastanza da contare sulla presenza dello Spirito Santo". Gli ha fatto eco, nell'omelia, lo stesso Benedetto XVI che, rivolgendosi ai sacerdoti, ha ricordato la necessità "della Divina misericordia per guarire le ferite spirituali, le ferite del peccato".
E nel pomeriggio è avvenuto presso la sede della Nunziatura l'incontro del Papa con otto vittime maltesi di abusi da parte di ecclesiastici. La notizia è stata confermata in un comunicato ufficiale della Sala Stampa della Santa Sede, in viene dichiarato che "il Santo Padre ha incontrato un piccolo gruppo di persone abusate sessualmente da membri del clero". Dal comunicato s'apprende, inoltre, che Benedetto XVI "è stato profondamente scosso dalle loro storie e ha espresso la propria vergogna e il proprio dolore per quello che le vittime e le loro famiglie hanno sofferto. Ha pregato con loro e li ha assicurati che la Chiesa sta facendo e continuerà a fare tutto ciò che è in suo potere, per investigare sulle accuse e consegnare alla giustizia i responsabili degli abusi".
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