I tre operatori umanitari spostati a Kabul. L'Onu chiede indagini veloci. Intanto la ong fondata da Gino Strada si prepara a manifestare per la liberazione dei 9 cooperanti, il 17 aprile in Piazza S. Giovanni a Roma
Venerdì mattina, l'inviato speciale italiano per l'Afghanistan incontrerà a Kabul i tre medici di Emergency sotto fermo di polizia, trasferiti nella giornata di giovedì da Helmand alla capitale afghana. Lo ha confermato il ministro della Difesa Ignazio La Russa.
"(L'ambasciatore Attilio) Iannucci incontrerà a Kabul i tre", ha detto La Russa nel corso della trasmissione "AnnoZero", aggiungendo che sono stati nominati anche "tre fra i migliori avvocati afghani" che li difenderanno.
Intervenendo alla stessa trasmissione televisiva, il fondatore di Emergency, Gino Strada, ha detto che "non si hanno notizie dei nostri tre collaboratori, né degli altri sei afghani arrestati. Da domenica a mezzogiorno non sappiamo neanche dove siano, solo che sono a Kabul. Da quattro giorni sono dei desaparecidos".
Intanto, l'inviato in Afghanistan delle Nazioni Unite, Staffan de Mistura, ha chiesto alle autorità afghane competenti di assicurare delle indagini veloci e approfondite sul caso dei tre medici italiani e dei loro sei colleghi afghani. "Penso e spero che gli arresti siano dovuti a una grave incomprensione. Gli operatori sanitari internazionali in posti come Helmand rischiano la vita per curare le persone che chiedono il loro aiuto", ha detto de Mistura in una nota.
I tre operatori italiani di Emergency del centro di Lashkar-gah, Marco Garatti, Matteo Dell'Aira e Matteo Pagani, e i loro sei colleghi afghani sono stati fermati domenica 10 aprile, con l'accusa di aver preso parte ad un complotto per assassinare il governatore della regione di Helmand, Gulab Mangal. Strada ha più volte ribadito di essere del tutto insoddisfatto del governo italiano, perché non avrebbe fatto le dovute pressioni per liberare i tre italiani. Secondo Strada i cooperanti arrestati sono vittime di un complotto per eliminare dal sud dell'Afghanistan Emergency, un testimone scomodo delle vittime civili della guerra della coalizione a guida Nato contro i talebani.
"Nessuno in buona fede e con un minimo di cervello" può pensare che i tre operatori umanitari siano dei terroristi, ha ribadito il fondatore di Emergency. La Farnesina ha respinto le accuse e in un comunicato ha risposto che "frasi e comunicazioni come quelle attribuite, da ultimo, a Gino Strada sarebbero da evitare nell'interesse dei connazionali la cui tutela è assoluta priorità del governo italiano".
Emergency opera in Afghanistan dal 1999 con tre centri chirurgici, un centro di maternità e una rete di 28 centri sanitari. Gli altri sei italiani impiegati nella struttura di Emergency a Lashkar-gah sono stati trasferiti a Kabul il 13 aprile, lasciando il controllo del centro alle autorità afghane.
Nel mentre Emergency si prepara a scendere in piazza. In seguito alla massiccia adesione all'appello "Io sto con Emergency" - 100mila firme al giorno sul sito www.emergency.it - e ai tantissimi messaggi di solidarietà ricevuti, Emergency comunica che la manifestazione di sabato 17 aprile è stata spostata a Piazza San Giovanni a Roma, a partire dalle 14.30". A renderlo noto è la stessa Ong fondata da Gino Strada. "La manifestazione -si sottolinea nel comunicato- non è di carattere politico". Emergency chiede la liberazione degli arrestati in Afghanistan e invita tutti a partecipare "con uno straccio bianco di pace e non con bandiere e simboli di partito".
Intanto il Gruppo Facebook "Liberate i tre operatori di Emergency" ha superato le 6.000 iscrizioni. L'appello, "lanciato per sottolineare l'assoluto, certo e comprovato carattere umanitario della missione di Emergency in Afganistan", è stato trasmesso al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al ministro degli Esteri Franco Frattini, al sottosegretario Gianni Letta, all'ambasciatore italiano in Afghanistan Claudio Glaentzer e a quello afghano in Italia. L'obiettivo è "dare un incoraggiamento al fine della liberazione dei cooperanti in tempi brevi. Saremo sabato alla manifestazione a Piazza Navona per la liberazione immediata dei nostri cooperanti".
Tutti gli aggiornamenti e gli interventi sul caso dei tre operatori umanitari arrestati in Afghanistan
"(L'ambasciatore Attilio) Iannucci incontrerà a Kabul i tre", ha detto La Russa nel corso della trasmissione "AnnoZero", aggiungendo che sono stati nominati anche "tre fra i migliori avvocati afghani" che li difenderanno.
Intervenendo alla stessa trasmissione televisiva, il fondatore di Emergency, Gino Strada, ha detto che "non si hanno notizie dei nostri tre collaboratori, né degli altri sei afghani arrestati. Da domenica a mezzogiorno non sappiamo neanche dove siano, solo che sono a Kabul. Da quattro giorni sono dei desaparecidos".
Intanto, l'inviato in Afghanistan delle Nazioni Unite, Staffan de Mistura, ha chiesto alle autorità afghane competenti di assicurare delle indagini veloci e approfondite sul caso dei tre medici italiani e dei loro sei colleghi afghani. "Penso e spero che gli arresti siano dovuti a una grave incomprensione. Gli operatori sanitari internazionali in posti come Helmand rischiano la vita per curare le persone che chiedono il loro aiuto", ha detto de Mistura in una nota.
I tre operatori italiani di Emergency del centro di Lashkar-gah, Marco Garatti, Matteo Dell'Aira e Matteo Pagani, e i loro sei colleghi afghani sono stati fermati domenica 10 aprile, con l'accusa di aver preso parte ad un complotto per assassinare il governatore della regione di Helmand, Gulab Mangal. Strada ha più volte ribadito di essere del tutto insoddisfatto del governo italiano, perché non avrebbe fatto le dovute pressioni per liberare i tre italiani. Secondo Strada i cooperanti arrestati sono vittime di un complotto per eliminare dal sud dell'Afghanistan Emergency, un testimone scomodo delle vittime civili della guerra della coalizione a guida Nato contro i talebani.
"Nessuno in buona fede e con un minimo di cervello" può pensare che i tre operatori umanitari siano dei terroristi, ha ribadito il fondatore di Emergency. La Farnesina ha respinto le accuse e in un comunicato ha risposto che "frasi e comunicazioni come quelle attribuite, da ultimo, a Gino Strada sarebbero da evitare nell'interesse dei connazionali la cui tutela è assoluta priorità del governo italiano".
Emergency opera in Afghanistan dal 1999 con tre centri chirurgici, un centro di maternità e una rete di 28 centri sanitari. Gli altri sei italiani impiegati nella struttura di Emergency a Lashkar-gah sono stati trasferiti a Kabul il 13 aprile, lasciando il controllo del centro alle autorità afghane.
Nel mentre Emergency si prepara a scendere in piazza. In seguito alla massiccia adesione all'appello "Io sto con Emergency" - 100mila firme al giorno sul sito www.emergency.it - e ai tantissimi messaggi di solidarietà ricevuti, Emergency comunica che la manifestazione di sabato 17 aprile è stata spostata a Piazza San Giovanni a Roma, a partire dalle 14.30". A renderlo noto è la stessa Ong fondata da Gino Strada. "La manifestazione -si sottolinea nel comunicato- non è di carattere politico". Emergency chiede la liberazione degli arrestati in Afghanistan e invita tutti a partecipare "con uno straccio bianco di pace e non con bandiere e simboli di partito".
Intanto il Gruppo Facebook "Liberate i tre operatori di Emergency" ha superato le 6.000 iscrizioni. L'appello, "lanciato per sottolineare l'assoluto, certo e comprovato carattere umanitario della missione di Emergency in Afganistan", è stato trasmesso al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al ministro degli Esteri Franco Frattini, al sottosegretario Gianni Letta, all'ambasciatore italiano in Afghanistan Claudio Glaentzer e a quello afghano in Italia. L'obiettivo è "dare un incoraggiamento al fine della liberazione dei cooperanti in tempi brevi. Saremo sabato alla manifestazione a Piazza Navona per la liberazione immediata dei nostri cooperanti".
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