Carceri, Sant’Egidio: “Bene ddl Alfano, ma non è sufficiente

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In un incontro nella sede romana dell’associazione cattolica è stato rilanciato l’allarme sulla situazione dei nostri istituti di pena: “Il carcere non può essere la panacea di tutti i mali, non c'è futuro dove l'unica risposta è il carcere"

Sovraffollamento da "record storico", costante crescita dei accessi in carcere nonostante il netto calo dei reati, sistema giudiziario ingolfato, personale insufficiente. Il sistema "malato" dei penitenziari italiani, ormai al collasso, non può essere l'unica risposta al problema sicurezza, che  deve invece riconsiderare la possibilità di "misure alternative". A  sottolinearlo il portavoce della Comunità di Sant'Egidio, Mario Marazziti, nel corso di una conferenza stampa nella sede romana dell'associazione. Tra le riforme, arriva invece il plauso per il ddl  Alfano, che "speriamo proceda", ma ricorda il portavoce "non è l'unico provvedimento sufficiente a risolvere l'emergenza".
      
"Il ddl Alfano va nella direzione giusta - precisa Marazziti - non rischia di creare insicurezze nel Paese, se chi deve scontare l'ultimo anno può uscire con misure alternative vere o se addirittura, chi deve scontare condanne fino a tre anni, può già, nel corso del processo, essere assegnato ad altri percorsi. Il carcere - sottolinea - non può essere la panacea di tutti i mali, non può e non ce la fa ed esserlo. Non c'è futuro nel sistema italiano dove  l'unica risposta è il carcere".

"C'è più sicurezza nell'inventare alternative che puntare sul carcere", continua Marazziti, supportato dai dati che  dimostrano una recidività dei detenuti a commettere reati pari il 66% del totale. E tra le proposte “alternative” avanzate dalla stessa  Comunità si profila la creazione di strutture sociosanitarie per  permettere di scontare la pena, in luoghi differenti dai penitenziari; il potenziamento dei posti disponibili per persone affette da disturbi psichici in comunità terapeutiche o a doppia diagnosi, il ricorso a  sanzioni amministrative per reati di lieve entità; il ricovero  diretto, in comunità terapeutiche, per i tossicodipendenti.
      
Ancora, più investimenti, da destinare a sorveglianza, sanità e in programmi di riabilitazione. Per gli immigrati, impedire che i  destinatari di procedimenti di espulsione, che volontariamente decidono di abbandonare l'Italia, siano arrestati alla frontiera per  essere ricondotti, successivamente, in forma coatta nei paesi di  destinazione.

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