Operatori arrestati in Afghanistan, le autorità frenano: il governo di Kabul ridimensiona le accuse smentendo le notizie diffuse nelle scorse ore: l'inchiesta è in corso e i 3 volontari non hanno fatto ammissioni. Frattini: non abbandoniamo i tre medici
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I volontari italiani prelevati sabato dall'ospedale di Emergency a Lashkar Gah, in Afghanistan, non hanno mai confessato la propria complicità con la guerriglia talebana. La notizia, data dal Times, è stata smentita dal governatore di Helmand, Daud Hamadi, che ha precisato di aver parlato solo di collaborazione alle indagini da parte di uno degli arrestati, Marco Garatti.
Il giornalista del quotidiano inglese, Jerome Starkey, ha tuttavia confermato il virgolettato che aveva riportato, sottolineando di aver addirittura richiamato il portavoce per farselo confermare.
A oltre 72 ore dall'arresto Matteo Dell'Aira, Matteo Pagani e Marco Garatti restano nelle carceri afghane. "A questo punto possiamo parlare a tutti gli effetti di sequestro, dal momento che i tempi di un fermo legale sono scaduti", ha detto il responsabile comunicazione di Emergency, Maso Notarianni, facendo rilevare come non "vi sia stato un fermo restrittivo o qualsiasi altra comunicazione e non ci risultano notifiche a nessuna procura afghana". (ascolta l'intervista a Sky Tg24)
Il fondatore di Emergency, Gino Strada, ha riferito di non avere ancora ricevuto "alcuna notizia ufficiale" sull'indagine: "Nessuna accusa formale è stata ancora formulata" contro i tre cooperanti italiani di Emergency che si trovano quindi in "detenzione illegale". "Noi siamo tra i più duri contro il terrorismo, contro qualsiasi forma di terrorismo, compreso quella forma di terrorismo di massa che si definisce con altre parole come 'guerra'. Posso tranquillizzare il ministro Frattini - ha aggiunto il chirurgo - che i tre non hanno nulla a che fare con questa storia". E ha ribadito: “Non accetto lezioni su come su curano i malati, non ce le darà certo il governo italiano”.
Per il ministro degli Esteri, Franco Frattini, invece, le accuse di Emergency trasformano "in una vicenda politica quella che è un'indagine alle prime battute che vogliamo seguire garantendo i pieni diritti dei nostri connazionali".
Da Tirana il capo della diplomazia ha affermato che la notizia della confessione e del legame con Al Qaeda dei tre italiani "è stato un caso di cattiva informazione resa al mondo intero" e su Twitter ha assicurato, riferendosi ai medici arrestati: "Non li abbiamo abbandonati". Il titolare della Farnesina, pur senza citarlo, ha accusato il "Times" di aver dato "una notizia erronea". "Gli afghani non avevano mai legato gli italiani ad al Qaeda" ha detto, "c'è un giornale che l'ha dato per scontato. Spero che questa sia una lezione che eviti il ripetersi di un caso del genere".
Emergency ha raccolto 100.000 firme in poche ore con una petizione sul web e ha dato appuntamento ai propri sostenitori per una manifestazione che si terrà sabato prossimo 17 aprile. C'è già l'adesione di diversi asponenti del centrosinistra, da Antonio Di Pietro ad Angelo Bonelli.
Ascolta le parole di Gino Strada a Sky Tg24, le dichiarazioni del ministro Frattini, le reazioni del mondo politico.
I volontari italiani prelevati sabato dall'ospedale di Emergency a Lashkar Gah, in Afghanistan, non hanno mai confessato la propria complicità con la guerriglia talebana. La notizia, data dal Times, è stata smentita dal governatore di Helmand, Daud Hamadi, che ha precisato di aver parlato solo di collaborazione alle indagini da parte di uno degli arrestati, Marco Garatti.
Il giornalista del quotidiano inglese, Jerome Starkey, ha tuttavia confermato il virgolettato che aveva riportato, sottolineando di aver addirittura richiamato il portavoce per farselo confermare.
A oltre 72 ore dall'arresto Matteo Dell'Aira, Matteo Pagani e Marco Garatti restano nelle carceri afghane. "A questo punto possiamo parlare a tutti gli effetti di sequestro, dal momento che i tempi di un fermo legale sono scaduti", ha detto il responsabile comunicazione di Emergency, Maso Notarianni, facendo rilevare come non "vi sia stato un fermo restrittivo o qualsiasi altra comunicazione e non ci risultano notifiche a nessuna procura afghana". (ascolta l'intervista a Sky Tg24)
Il fondatore di Emergency, Gino Strada, ha riferito di non avere ancora ricevuto "alcuna notizia ufficiale" sull'indagine: "Nessuna accusa formale è stata ancora formulata" contro i tre cooperanti italiani di Emergency che si trovano quindi in "detenzione illegale". "Noi siamo tra i più duri contro il terrorismo, contro qualsiasi forma di terrorismo, compreso quella forma di terrorismo di massa che si definisce con altre parole come 'guerra'. Posso tranquillizzare il ministro Frattini - ha aggiunto il chirurgo - che i tre non hanno nulla a che fare con questa storia". E ha ribadito: “Non accetto lezioni su come su curano i malati, non ce le darà certo il governo italiano”.
Per il ministro degli Esteri, Franco Frattini, invece, le accuse di Emergency trasformano "in una vicenda politica quella che è un'indagine alle prime battute che vogliamo seguire garantendo i pieni diritti dei nostri connazionali".
Da Tirana il capo della diplomazia ha affermato che la notizia della confessione e del legame con Al Qaeda dei tre italiani "è stato un caso di cattiva informazione resa al mondo intero" e su Twitter ha assicurato, riferendosi ai medici arrestati: "Non li abbiamo abbandonati". Il titolare della Farnesina, pur senza citarlo, ha accusato il "Times" di aver dato "una notizia erronea". "Gli afghani non avevano mai legato gli italiani ad al Qaeda" ha detto, "c'è un giornale che l'ha dato per scontato. Spero che questa sia una lezione che eviti il ripetersi di un caso del genere".
Emergency ha raccolto 100.000 firme in poche ore con una petizione sul web e ha dato appuntamento ai propri sostenitori per una manifestazione che si terrà sabato prossimo 17 aprile. C'è già l'adesione di diversi asponenti del centrosinistra, da Antonio Di Pietro ad Angelo Bonelli.
Ascolta le parole di Gino Strada a Sky Tg24, le dichiarazioni del ministro Frattini, le reazioni del mondo politico.