Costretto a rifugiarsi a Osh, il presidente del Paese ex sovietico ha detto di non volersi dimettere, pur dichiarando d'essere pronto al dialogo. Nel frattempo esercito e polizia sono passati dalla parte degli oppositori
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Dalla sua roccaforte di Osh il presidente del Kirgizistan Kurbanbek Bakiev s'è rifiutato di dimettersi e ha denunciato un golpe orchestrato dall'esterno. Al contempo, però, s'è detto pronto al dialogo con gli autori della sollevazione. Intanto Roza Otunbayeva, che è alla guida del governo provvisorio istituito dopo la rivolta popolare, ha assicurato d'avere sotto controllo, oltre alla capitale, quattro regioni su sette. L'esecutivo, formato la sera del 7 aprile, s'è messo al lavoro, promettendo di "rivedere privatizzazioni sospette, abbassare le bollette elettriche e avviare, entro sei mesi, nuove elezioni presidenziali". Nel frattempo esercito e polizia sono passati dalla parte degli oppositori.
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