Nuova Costituzione ed elezioni presidenziali entro sei mesi "conformi a tutte le regole democratiche": lo ha annunciato Roza Otunbaieva, premier del governo provvisorio, all'indomani della violenta rivolta che ha portato al potere l'opposizione
In una conferenza stampa, Otunbaieva ha assicurato il governo ha la situazione sotto controllo e che le forze militari e di polizia sono passate dalla parte dell'opposizione.
La premier ha ricordato che "l'opposizione insiste per le dimissioni" di Bakiev, che in base ad informazioni in suo possesso starebbe cercando di riunire i suoi sostenitori nel sud del Paese, il suo feudo elettorale, probabilmente nella sua città natale di Jalalabad. Il Paese è tradizionalmente diviso in due: il nord, più ricco e urbano, e il sud, più rurale e tradizionale.
Bakiev era stato portato al potere dalla rivoluzione - incruenta - dei tulipani nel 2005, sotto l'occhio benevolo di Washington, ma negli anni successivi era stato accusato di deriva autoritaria, corruzione e nepotismo. Ad aumentare l'insofferenza della popolazione sono stati gli effetti della crisi economica: migliaia di persone ieri e oggi hanno occupato i centri nevralgici del potere e molti si sono lasciati andare a saccheggi e incendi, nonostante gli appelli alla calma e all'ordine dell'opposizione.
Otunbaieva, oltre ad annunciare elezioni democratiche entro 6 mesi, ha anche garantito il rispetto di tutti gli accordi internazionali, compreso quello sulla base aerea Usa di Manas, che resta operativa ma ha sospeso i voli militari di appoggio alle operazioni belliche in Afghanistan.
In un colloquio telefonico, il premier russo Vladimir Putin le ha promesso aiuti umanitari, mentre il Cremlino ha lanciato un appello per il dialogo pacifico tra le parti: la questione è stata discussa anche a margine della firma dello Start a Praga tra i presidenti russo Dmitri Medvedev e americano Barack Obama.
Intanto la rivoluzione, come la controrivoluzione, corre su Twitter: dopo l'Iran anche in Kirghizistan, dove la neo premier del governo di fiducia popolare, Roza Otunbayeva, ha aperto un account sul celebre social network: http://twitter.com/otunbayeva. Nickname: “Otunbayeva”.
Qui tiene aggiornati i suoi supporter, in russo e inglese, sugli ultimi sviluppi della crisi a Bishkek. L'unico modo, a suo avviso, per aggirare la censura imposta ai media elettronici dal regime di Kurmanbek Bakiev, ora deposto.
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Caos Kirghizistan, il presidente in fuga
La premier ha ricordato che "l'opposizione insiste per le dimissioni" di Bakiev, che in base ad informazioni in suo possesso starebbe cercando di riunire i suoi sostenitori nel sud del Paese, il suo feudo elettorale, probabilmente nella sua città natale di Jalalabad. Il Paese è tradizionalmente diviso in due: il nord, più ricco e urbano, e il sud, più rurale e tradizionale.
Bakiev era stato portato al potere dalla rivoluzione - incruenta - dei tulipani nel 2005, sotto l'occhio benevolo di Washington, ma negli anni successivi era stato accusato di deriva autoritaria, corruzione e nepotismo. Ad aumentare l'insofferenza della popolazione sono stati gli effetti della crisi economica: migliaia di persone ieri e oggi hanno occupato i centri nevralgici del potere e molti si sono lasciati andare a saccheggi e incendi, nonostante gli appelli alla calma e all'ordine dell'opposizione.
Otunbaieva, oltre ad annunciare elezioni democratiche entro 6 mesi, ha anche garantito il rispetto di tutti gli accordi internazionali, compreso quello sulla base aerea Usa di Manas, che resta operativa ma ha sospeso i voli militari di appoggio alle operazioni belliche in Afghanistan.
In un colloquio telefonico, il premier russo Vladimir Putin le ha promesso aiuti umanitari, mentre il Cremlino ha lanciato un appello per il dialogo pacifico tra le parti: la questione è stata discussa anche a margine della firma dello Start a Praga tra i presidenti russo Dmitri Medvedev e americano Barack Obama.
Intanto la rivoluzione, come la controrivoluzione, corre su Twitter: dopo l'Iran anche in Kirghizistan, dove la neo premier del governo di fiducia popolare, Roza Otunbayeva, ha aperto un account sul celebre social network: http://twitter.com/otunbayeva. Nickname: “Otunbayeva”.
Qui tiene aggiornati i suoi supporter, in russo e inglese, sugli ultimi sviluppi della crisi a Bishkek. L'unico modo, a suo avviso, per aggirare la censura imposta ai media elettronici dal regime di Kurmanbek Bakiev, ora deposto.
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