Pedofilia, il New York Times torna ad attaccare Ratzinger

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Dopo il caso Murphy nuovo affondo del NYT: Benedetto XVI sarebbe stato informato, quando era arcivescovo di Monaco, del caso di padre Hullermann, colpevole di abusi su minori. Schifani: attacchi indegni

Le foto della protesta in piazza San Pietro

Continua a divampare l'incendio della polemica, innescata dal New York Times, sui presunti atteggiamenti conniventi di Ratzinger nella gestione della questione dei preti pedofili. E così dopo il caso Murphy , tirato in ballo il 25 marzo, il New York Times, a distanza di un giorno, scrive il secondo capitolo del suo j'accuse contro il pontefice, riportando alla luce il caso di Peter Hullermann, il sacerdote della diocesi d'Essen riconosciuto colpevole di abusi su minori e accolto nel 1980 nell'arcidiocesi di Monaco, per sottoporsi a una terapia psicologica. Nonostante il pericolo rappresentato per possibili reiterazioni di abusi su minori, Hullermann ricevette un incarico pastorale presso una parrocchia dell'arcidiocesi.

Nei giorni scorsi, quando il caso era stato nuovamente sollevato, il reverendo Gherard Gruber, vicario generale all'epoca dei fatti, aveva rilasciato una dichiarazione ufficiale , in cui comunicava di aver deciso autonomamente al riguardo di Hullermann senza debitamente informare il cardinale Ratzinger. Ma il New York Times ritiene tale dichiarazione falsa e sostiene l'esistenza di una documentazione coeva, dalla quale si evincerebbe che Ratzinger, all'epoca, fu pienamente informato della reintegrazione nel pubblico ministero di Hullermann, benché questi avesse appena iniziato le cure.

E sugli attacchi al Papa è intervenuto oggi il presidente del Senato Renato Schifani. "Gli attacchi al Pontefice di questi giorni sono inaccettabili e indegni". E ha aggiunto: "Lanciare attacchi contro la figura del Santo Padre è un fatto senza precedenti. Il Santo Padre ha adottato recentemente delle misure decisive contro la pedofilia. Ha assunto delle posizioni rigorosissime, che vanno rispettate ed apprezzate. Ecco perché non capisco e non capiamo il motivo di questi attacchi, che potevano rimanere nell'ambito dei Paesi dai quali sono venuti".

I vescovi francesi, intanto, hanno indirizzato "un messaggio cordiale di sostegno" al pontefice "nel difficile periodo che attraversa la nostra chiesa".
"Ci associamo alle vostre parole forti destinate alle vittime di questi crimini - scrivono i vescovi riuniti a Lourdes, in Francia, per l'Assemblea plenaria di primavera - chi ha commesso queste azioni ha sfigurato la nostra chiesa, ferito le comunità cristiane e esteso a tutti i membri del clero il sospetto. Anche se questi atti sono opera soltanto di un piccolissimo numero di preti - ed è già troppo - quelli che vivono con gioia e fedeltà il loro impegno al servizio della chiesa sono anch'essi colpiti".
E continuano: "Constatiamo anche che questi fatti inammissibili vengono utilizzati in una campagna per attaccare la sua persona e la sua missione al servizio del corpo ecclesiastico soffriamo tutti di questi indegni modi di procedere e teniamo a dirvi che portiamo anche noi il dolore che le provocano le calunnie a lei dirette e rinnoviamo l'espressione della nostra comunione e del nostro sostegno".

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