Il premier ha respinto l'ultimatum lanciato da migliaia di manifestanti per sciogliere il Parlamento. Ora i protestanti, asserragliati fuori dal palazzo del governo, minacciano di raccogliere litri di sangue e lanciarli contro gli edifici pubblici
Per convincere il governo thailandese a dimettersi, le "camicie rosse" hanno minacciato di raccogliere centinaia di litri di sangue da lanciare contro gli edifici pubblici. L'annuncio è arrivato appena un'ora dopo che il premier Abhisit Vejjajiva aveva repinto l'ultimatum lanciato da migliaia di manifestanti perché venisse disciolto il Parlamento e si convocassero nuove elezioni. Manifestanti del Fronte Unito per la Democrazia contro la Dittatura (le "camicie rosse"), ispiratore delle proteste e sostenitore del deposto premier Thaksin Shinawatra, si erano radunati dalle prime ore della mattina di fronte alla caserma, alla periferia settentrionale di Bangkok, in cui il governo aveva trovato rifugio. Ma in un messaggio teletrasmesso, il premier thailandese ha respinto l'ultimatum.