Haiti, la piaga della povertà anche dopo il sisma

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A due mesi dal terremoto che ha distrutto la città Port au Prince è finita l’emergenza. Ma la miseria delle persone è identica, se non peggiore a quella di prima. Solo il 23% delle tende è stato consegnato. E la stagione delle piogge è alle porte


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Due mesi fa il terribile sisma che ha sconvolto l'isola caraibica. Oggi non c’è più il rumore assordante delle ruspe, c'è meno disperazione, è finita l’emergenza, ma la miseria della gente è la stessa di prima della scossa. Perché nella capitale l’acqua è sempre stata un lusso, il cibo un’eventualità, il lavoro un miraggio. Tutto questo non è cambiato e non cambierà mai, probabilmente. La capitale haitiana è un’enorme tendopoli. 700mila persone vivono all’aperto da quattro settimane e la stagione delle piogge è ormai alle porte. Il problema oggi è proprio la stagione umida. Solo il 23% delle tende sono state consegnate. Il rischio di una nuova tragedia è molto alto.

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