Iran Italia: i rapporti restano tesi

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Dopo l'arresto di due cittadini iraniani, tra cui un giornalista, le relazioni diplomatiche tra i due paesi sono precipitate. Il ministro degli esteri di Teheran definisce il comportamento italiano "infantile"

Teheran avverte l'Italia che dovrà rispondere del trattamento "irrispettoso" del giornalista della stampa estera arrestato nei giorni scorsi a Milano con l'accusa di essere coinvolto in un traffico di armi verso la Repubblica islamica. Il presidente del parlamento iraniano, Ali Larijani, ha detto oggi che l'Italia dovrà accettare le conseguenze del suo comportamento.

Gli arresti di due cittadini iraniani residenti in Italia, tra i quali un giornalista, hanno fatto precipitare le relazioni diplomatiche tra Teheran e l'Italia. Il ministero degli Esteri iraniano ha convocato questa settimana l'ambasciatore italiano per protestare. "Il governo italiano sta giocando con il suo stesso onore politico", ha detto Larijani secondo quanto riportato dall'agenzia stampa Isna.  "(Il governo italiano) dovrà dispondere del suo trattamento irrispettoso di un reporter professionista", ha detto. "Nel baccano politico della scena internazionale, il piano infantile dell'Italia di arrestare un giornalista della televisione di stato con una scenata così da creduloni ha attratto l'opinione pubblica verso la satira politica della settimana".

La Farnesina nei giorni scorsi ha respinto le accuse di Teheran su un uso strumentale degli arresti, aggiungendo che la magistratura è indipendente dal potere esecutivo e che a tutti gli imputati verrà garantito il pieno diritto di difesa e l'assistenza legale in tutte le fasi del processo. Nei giorni scorsi, la Guardia di Finanza di Milano ha condotto un'operazione contro un presunto traffico di armi verso l'Iran, che ha portato all'emissione di nove ordinanze di custodia contro cinque cittadini italiani e quattro iraniani. Questi ultimi sono sospettati di essere agenti dei servizi segreti dell'Iran.

Due iraniani residenti in Italia, tra cui il giornalista, sono stati arrestati, mentre gli altri due si trovano all'estero. Secondo la procura antiterrorismo di Milano, i nove facevano parte di un'organizzazione per l'esportazione illecita di armi attraverso triangolazioni con Romania, Gran Bretagna, Germania e Svizzera. Tra i materiali destinati all'esportazione, dicono gli inquirenti, c'erano puntatori ottici di precisione, giubbotti autorespiratori da immersione, proiettili traccianti ed esplosivi.

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