Cile, dopo il sisma l’asse terrestre si è spostato di 8 Cm

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Chile Earthquake

La Nasa e l’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia cileno hanno calcolato che il sisma potrebbe aver spostato l’asse terrestre di alcuni centimetri. Continua la ricerca di sopravvissuti tra sciacalli e conta delle vittime


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Il terremoto di magnitudo 8,8 che due giorni fa ha scosso il Cile è stato meno intenso di quello di magnitudo 9,1 che nel 2004 ha colpito Sumatra, ma potrebbe aver provocato uno spostamento dell'asse terrestre maggiore. Se il terremoto di Sumatra aveva provocato uno spostamento di circa 6 centimetri, le prime stime sul terremoto del Cile indicano uno spostamento che varia dagli 8 centimetri ipotizzati dal Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa ai 12 che emergono dai modelli dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Di conseguenza le giornate sono diventate più corte, anche se in modo impercettibile. L'inclinazione dell'asse terrestre è infatti, insieme alla rotazione terrestre, il fattore che determina la durata del giorno solare.
   
Quelli generati dal terremoto cileno così come dal terremoto di Sumatra sono cambiamenti minimi e impossibili da percepire. Ad esempio, secondo il Jpl dopo il terremoto in Cile le giornate saranno più corte di 1,26 milionesimi di secondo. Dopo il terremoto di Sumatra si erano accorciate di 6,8 milionesimi di secondo.

Tornando sul campo, Il governo cileno ha ordinato il dispiegamento di 14mila soldati nelle regioni di Maule e Concepcion, le più colpite dal terremoto che ha devastato il Cile nella notte tra venerdì e sabato, per garantire la sicurezza dell'area. Lo ha detto il presidente cileno Michelle Bachelet, che ha rinnovato un appello alla calma dopo i molti casi di sciacallaggio delle ultime 48 ore.

"Comprendiamo l'angoscia pressante e sappiamo che ci sono stati degli atti criminali che non possiamo tollerare", ha detto il presidente. A Concepcion è stato anche esteso a 18 ore, da martedì alle 18 fino alle 12 di mercoledì, la durata del coprifuoco. La decisione annunciata dal generale Guillermo Ramirez è stata presa per garantire l'ordine pubblico.

Il bilancio delle vittime, intanto, non accenna a fermarsi "Ci avviciniamo agli 800 morti", ha
dichiarato il presidente, citato dai principali media cileni, nel corso di una visita a Curico, una delle città più colpite del paese. La gran parte delle vittime, ben 586, ha trovato la morte nella zona costiera di Maule, a 400 chilometri a sud ovest di Santiago.

 Il governo cileno sta  gestendo in toto le operazioni di soccorso, e non ha chiesto aiuto aggiuntivo alle  istituzioni internazionali. E' quanto hanno ripetuto oggi funzionari delle Nazioni Unite, sottolineando che da Santiago sono finora  arrivate richieste precise e circostanziate - come quelle dei telefoni satellitari, che ha spinto oggi Hillary Clinton durante la sua visita  lampo in Cile a consegnare al presidente uscente Michelle Bachelet  tutti i 25 apparecchi che aveva a bordo del suo aereo - ma non ha  rivolto alcun appello per donazioni o fondi.
      
"Il governo cileno ha la situazione sotto controllo - ha detto  oggi l'assistente segretario generale Catherine Bragg – e la stanno  gestendo bene, è un governo forte con solide istituzioni". Tra le altre richieste del Cile, generatori elettrici trasportabili, ospedali da campo, impianti per la purificazione dell'acqua e ponti provvisori  per ristabilire le comunicazioni stradali interrotte dai crolli.

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