Al Qaeda mette online un comunicato in cui il rapito chiede al governo di Berlusconi di rispondere al gruppo di terroristi. E la figlia si appella al premier e al ministro Frattini affinché nulla sia lasciato intentato
Oggi, 1 marzo, scade l'ultimatum lanciato dai rapitori di Sergio Cicala, il cittadini italiano sequestrato in Mali lo scorso dicembre.
Al Qaida del Maghreb ha messo ieri in linea un messaggio audio dell'ostaggio italiano in cui si sente la voce dell'ostaggio e tramite lui Al Qaida chiede al governo di Silvio Berlusconi di rispondere alle sue richieste per salvargli la vita.
Il 6 febbraio scorso il braccio maghrebino di al Qaida (Aqmi) aveva fissato al 1 marzo l'ultimatum all'Italia per il rilascio di Sergio Cicala rapito con la moglie, Philomene Pwelgna Kaborè, il 17 dicembre scorso nel deserto della Mauritania al confine con il Mali.
Il messaggio audio di Sergio Cicala è intitolato 'Appello dell'ostaggio italiano al governo di Berlusconi'. Dura poco più di un minuto ed è accompagnato da un'immagine fissa in cui si mostra un uomo presentato come Sergio Cicala, inginocchiato e guardato a vista da sei uomini incappucciati e armati.
"La liberta' mia e di mia moglie dipende dalle concessioni che il governo è pronto a fare", dice Cicala nel messaggio audio in italiano. "Spero che il prima possibile, il governo si interessi alla nostra situazione e, di conseguenza, alle nostre vite - aggiunge l'ostaggio italiano secondo l'Inquirer - Attendiamo con speranza che questa situazione si concluda quanto prima, naturalmente nel miglior modo possibile, con il rilascio mio e di mia moglie". "Il premier Silvio Berlusconi è noto per la sua generosità. Spero che possa aiutare me e mia moglie", conclude Cicala secondo la trascrizione del messaggio audio pubblicata dall'Inquirer.
Dopo la diffusione del messaggio audio, la figlia di Sergio Cicala ha lanciato un appello al governo affinché nulla sia lasciato "intentato" per la liberazione del padre e di sua moglie.
Alexia, 30 anni, avuta da Cicala dal suo primo matrimonio, affida il suo appello "al ministro degli esteri Franco Frattini ed al premier Silvio Berlusconi" alle parole del fidanzato. Lei - che si trova a casa della madre a Caltanissetta - preferisce infatti rimanere in silenzio: il suo telefono squilla a vuoto. E non vuole commentare l'ultimatum, che scadrà domani, imposto dai rapitori per la liberazione del padre, ne' il video diffuso dai sequestratori in cui Sergio Cicala chiede aiuto a Berlusconi.
Ascolta l'appello di Sergio Cicala:
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Il 6 febbraio scorso il braccio maghrebino di al Qaida (Aqmi) aveva fissato al 1 marzo l'ultimatum all'Italia per il rilascio di Sergio Cicala rapito con la moglie, Philomene Pwelgna Kaborè, il 17 dicembre scorso nel deserto della Mauritania al confine con il Mali.
Il messaggio audio di Sergio Cicala è intitolato 'Appello dell'ostaggio italiano al governo di Berlusconi'. Dura poco più di un minuto ed è accompagnato da un'immagine fissa in cui si mostra un uomo presentato come Sergio Cicala, inginocchiato e guardato a vista da sei uomini incappucciati e armati.
"La liberta' mia e di mia moglie dipende dalle concessioni che il governo è pronto a fare", dice Cicala nel messaggio audio in italiano. "Spero che il prima possibile, il governo si interessi alla nostra situazione e, di conseguenza, alle nostre vite - aggiunge l'ostaggio italiano secondo l'Inquirer - Attendiamo con speranza che questa situazione si concluda quanto prima, naturalmente nel miglior modo possibile, con il rilascio mio e di mia moglie". "Il premier Silvio Berlusconi è noto per la sua generosità. Spero che possa aiutare me e mia moglie", conclude Cicala secondo la trascrizione del messaggio audio pubblicata dall'Inquirer.
Dopo la diffusione del messaggio audio, la figlia di Sergio Cicala ha lanciato un appello al governo affinché nulla sia lasciato "intentato" per la liberazione del padre e di sua moglie.
Alexia, 30 anni, avuta da Cicala dal suo primo matrimonio, affida il suo appello "al ministro degli esteri Franco Frattini ed al premier Silvio Berlusconi" alle parole del fidanzato. Lei - che si trova a casa della madre a Caltanissetta - preferisce infatti rimanere in silenzio: il suo telefono squilla a vuoto. E non vuole commentare l'ultimatum, che scadrà domani, imposto dai rapitori per la liberazione del padre, ne' il video diffuso dai sequestratori in cui Sergio Cicala chiede aiuto a Berlusconi.
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