Scontri a Teheran, la testimonianza di uno studente iraniano

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Nel 31esimo anniversario della rivoluzione khomeinista, l'opposizione torna in piazza. Nonostante i filtri del governo le immagini delle proteste arrivano sul web. I blog: ci sono vittime

Ascolta qui sopra la testimonianza di uno studente iraniano, raccolta da SKY TG24, che ha partecipato oggi alle manifestazioni dell'opposizione.

L'Onda Verde ha sfidato la rivoluzione khomeinista nel trentunesimo anniversario della cacciata dello Scia'. Decine di migliaia di oppositori hanno partecipato ai cortei contro le celebrazioni del regime in molte città dell'Iran, segnati da duri scontri con i miliziani basiji in cui sarebbe anche morta una ragazza di 27 anni.

Secondo le fonti in rete, non confermate dalle autorità iraniane, i morti degli scontri tra forze di sicurezze e opposizione sabbero almeno tre. I morti sarebbero Leyla Zarei, una ragazza di 27 anni uccisa da un colpo d'arma da fuoco sulla piazza Vali Asr a Teheran, una persona non identificata nel quartiere di Shararak-e Gharb, nella capitale, e un'altra a Shiraz, nell'Iran meridionale.

Nonostante il regime abbia tentato di imbavagliare ogni forma di comunicazione e di impedire tutte le proteste e le manifestazioni oggi, giorno dell'anniversario della rivoluzione iraniana, l'opposizione non solo è riuscita a organizzarsi e scendere nelle piazze di molte città iraniana ma è riuscita a mostrarsi al mondo attraverso il web. Da Twitter (da seguire soprattutto #iranelection e #22bahman), YouTube e Facebook sono arrivate le immagini e i video (che trovate qui sotto) che testimoniano come la protesta si sia diffusa in tutto il paese.

In mattinata i primi incidenti a Teheran, a Isfahan e Shiraz, con spari, gas lacrimogeni sulla folla e scontri con i miliziani Basiji.  Nella capitale i disordini sono partiti da piazza Sadeghieh che dista un chilometro dalla piazza Ezadi dove aveva luogo la commemorazione ufficiale. Il leader riformista Mehdi Karrubi e l'ex presidente Mohammed Khatami sono stati aggrediti poco prima delle manifestazioni. L'auto di Karrubi è stata attaccata dai Basiji che hanno rotto i finestrini e malmenato le guardie del corpo e l'ex presidente del Parlamento e' stato ferito alla testa. A darne notizia è stato il sito Parleman News, che ha scritto che Karrubi è stato costretto a rientrare a casa.

Fonti dell'opposizione hanno riferito che è stato fermato il figlio di Karrubi, Ali, il fratello di Khatami ed ex vicepresidente del Parlamento, Mohammed Reza, e sua moglie Zara Eshraqi, nipote del fondatore della Repubblica Islamica, il grand l'ayatollah Khomeini. Scontri e colpi d'arma da fuoco, documentati anche in un video finito su YouTube, dinanzi alla famigerata prigione di Evin.  Secondo i siti web dell'opposizione sarebbero almeno trenta le persone fermate dalle forze di sicurezza iraniane negli scontri di oggi.

Il regime tenta comunque di limitare le capacità di comunicazione dell'opposizione. Il Wall Street Journal riporta la notizia seconda la quale il governo iraniano intende sospendere definitivamente il servizio di posta elettronica Gmail di Google <GOOG.O> nel paese. Google ha reso noto di aver registrato un forte calo nel traffico email in Iran, e che alcuni utenti nel Paese hanno problemi nell'accesso a Gmail, ma ha aggiunto che le proprie reti funzionano correttamente.

Qui sotto alcuni dei video delle proteste in Iran pubblicati suo YouTube e rilanciati dal Los Angeles Times

Manifestanti urlano contro la dittatura



In questo video alcuni manifestanti calpestano l'immagine della Guida Suprema Alì Khamenei.


In questo video si riesce a distinguere la folla che scandisce il nome del leader dell'opposizione Mir Hossein Mousavi


Nel video qui sotti i manifestanti urlano Ya Hussein, Mir Hossein. Molti hanno la mascherina da chirurgo per nascondere i propri volti. Si intravedono diverse bandiere verdi.


In quest'altro video, invece, i manifestanti chiedono a gran voce Referendum, Referendum


Una manifestazione contro il regime iraniano viene improvvisamente interrota da quella che sembra una carica della polizia.



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