Haiti, tra la vita e la morte

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Estratte vive dalle macerie dell'hotel Montana oltre venti persone. Cuba apre lo spazio aereo ai voli Usa per portare aiuti. Mancano ancora italiani all'appello. Onu: 300mila senzatetto. I VIDEO, LE FOTO E LE TESTIMONIANZE

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Haiti, la tragedia non ha fine. La capitale Port-au-Prince sembra diventata un cimitero a cielo aperto.
Cadaveri per le strade, il timore di rivolte ed epidemie, i soccorritori in difficoltà per mancanza di riferimenti in loco. A quattro giorni dal terremoto che ha sconvolto il paese, la situazione è sempre più drammatica. Esasperati per i ritardi negli aiuti, gruppi di superstiti hanno eretto blocchi stradali utilizzando anche i cadaveri. Ancora incerto il numero delle vittime: la Croce rossa haitiana stima 50 mila morti, ma potrebbero essere migliaia di più.

L'Onu ha fatto sapere che nelle aree colpite dal sisma vivevano tre milioni e mezzo di persone, un terzo della popolazione del Paese caraibico, e solo a Port au Prince in 300mila non hanno più un tetto.

Superstiti tra le macerie - Ormai è una lotta contro il tempo. Per trovare ancora qualche superstite vivo sotto le macerie le squadre di soccorso internazionale stanno facendo di tutto.
La speranza arriva dalla notizia che oltre 20 persone, rimaste intrappolate all'Hotel Montana, uno dei centri turistici più famosi della città, sono state tratte in salvo.

Italiani - Aumenta il numero dei cittadini italiani rintracciati. La Farnesina continua a monitorare la situazione in cerca di notizie su tutti i connazionali presenti ad Haiti. C'è però una prima vittima italiana, si tratta di Gigliola Martino, nata a Port au Prince da genitori italiani.
Dalle Marche si apprestano a partire i volontari dell'Ares, specializzati in medicina della catastrofe. In passato hanno già operato nei paesi colpiti dallo tsunami e all'Aquila.

Primi superstiti in Francia - A Parigi sono intanto arrivati i primi 150 superstiti al terremoto (guarda qui il loro arrivo). "Abbiamo tutti sfiorato la morte - dice un haitiano che parla con forte accento - ho visto la morte in faccia eppure mi trovavo all'aeroporto, dovevo partire per la Francia. La mia casa si trova in un palazzo di sei piani che è completamente crollato... ho visto persone vive che correvano sui cadaveri... è scioccante". "Ci sono morti e feriti ovunque - dice un padre di famiglia - mancano gli ospedali, e quando ci sono non c'è nessuno per accogliere la gente".

L'aeroporto - Il Pentagono ha annunciato che oltre novemila soldati americani giungeranno ad Haiti entro lunedì. Intanto, con l'arrivo dei paracadutisti Usa della 82/a Divisione Aviotrasportata che hanno assunto oggi il controllo dell'aeroporto di Port-au-Prince, comincia definitivamente a funzionare lo scalo dell'isola andato in tilt dopo il sisma ma che per oltre 24 ore almeno è stato nel caos più totale e completamente ingestibile a causa anche dell'arrivo di soccorsi umanitari senza alcun coordinamento.

L'Avana apre lo spazio aereo - I voli umanitari dei militari americani per evacuare da Guantanamo alla Florida le vittime del terremoto di Haiti potranno sorvolare l'isola di Cuba. Lo ha riferito il portavoce della Casa Bianca, Tommy Vietor, spiegando che il governo dell'Avana ha acconsentito a mettere a disposizione il proprio spazio aereo. L'accordo raggiunto per ragioni umanitarie permetterà di ridurre la durata dei voli Usa che normalmente devono decollare e tenersi lontani dallo spazio aereo cubano, girando intorno all'isola prima di fare rotta verso la Florida.

Gli aiuti - Anche l'Esercito italiano è stato mobilitato per concorrere ai soccorsi in favore della  popolazione di Haiti colpita dal terremoto. Secondo quanto si è appreso, infatti, una compagnia del Genio, con macchine di movimentazione terra di vario tipo,  potrebbe scendere in campo nei prossimi giorni - nel caso in cui venisse deciso così - per la rimozione delle macerie, ripristinare la viabilità ed altri interventi. In preallarme sarebbe stato posto, sempre secondo quanto e'  stato possibile apprendere, il 2/o reggimento Genio di Trento, che fornirebbe appunto una compagnia (tra i 100 e i 200 uomini) buldozzer, escavatori, mezzi campali, gruppi elettrogeni e tutto quello che serve per dare un contributo concreto ai soccorsi. I militari del Genio non sono nuovi, del resto, ad interventi di questo tipo: sono sempre intervenuti nelle principali  calamità nazionali, per ultimo dopo il sisma dell'Aquila.

Intanto, nel mondo e sul web si moltiplicano gli appelli alla solidarietà e si raccolgono fondi. Attenzione, però, ai bluff.


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