Sulla condanna dell'Ashura di sangue da parte dell'Occidente l'editorialista de "Il Corriere della Sera", raggiunto telefonicamente da SKY TG24, ha detto che, pur facendo parte tali dichiarazioni del galateo politico, bisogna stare zitti il più possibile
Raggiunto telefonicamente da SKY TG24, Sergio Romano, editorialista de "Il Corriere della Sera", ha espresso il suo parere sugli interventi di condanna degli scontri iraniani da parte di vari governi dell'Occidente. Pur riconoscendo che essi fanno parte "del galateo della politica internazionale", Romano è del parere che "in questo momento è necessario stare zitti il più possibile". Non un silenzio omertoso, ma gravido di positive conseguenze al di là di quel che si possa immaginare. In primo luogo "quello che sta succedendo a Teheran è estremamente interessante e noi non possiamo influire dall'esterno". Anzi "con tali dichiarazioni noi diamo la possibilità al governo di autorappresentarsi dinanzi alla società iraniana come il custode dell'interesse nazionale. Sembra rivivere quanto accadde in Iran tra il1978/79, quando le proteste furono soffocate nel sangue. Esse dettero luogo a manifestazioni di cordoglio, che si trasformarono in manifestazioni politiche. Nuove repressioni, nuovi lutti, nuove manifestazioni di cordoglio, nuove manifestazioni politiche con un crescendo che andò avanti per parecchie settimane".
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