Nelle principali città austriache è in atto una bizzarra protesta, quella contro Babbo Natale, per difendere l’antica tradizione di Christkind, il Gesù Bambino che da sempre porta i doni ai bimbi buoni.
di Floriana Ferrando
Secondo i più tradizionalisti, fino a qualche tempo fa era ChristKind ad avere l’esclusiva sulla miracolosa consegna dei doni ai bimbi buoni, ma negli ultimi anni qualcosa è cambiato. Il panciuto vecchietto dalla lunga barba bianca ha conquistato i cuori dei più piccoli e ormai se ne vedono ovunque: arrampicati sui caminetti delle case, nelle piazze, nelle vetrine dei negozi. Ma sembra che gli adulti non vogliano rassegnarsi all’idea di Santa Claus come simbolo del Natale.
Fra vin brulé e castagne arrosto, nella città di Graz ha sfilato un corteo a sostegno del movimento pro-Christkind: cento persone per dire no a Babbo Natale. Eventi simili sono stati organizzati anche ad Innsbruck, Vienna e Salisburgo. Intanto vengono segnalati i negozi che adottano decorazioni in pieno stile tradizionalista austriaco, senza ricorrere al rosso omone barbuto.
Quando una moda prende largo, diventa difficile spazzarla via, basta vedere la vetrine dei negozi sempre più spesso occupate da scintillanti slitte. I commercianti, che tengono alla tradizione ma ancor di più alle loro tasche, si difendono: “Che cosa avremmo dovuto usare, se non Santa Claus?”. Il leader del movimento, Christoph Tschaikner, non batte ciglio e suggerisce simpatici angioletti o tradizionali pastorelli.
Una tendenza, quella del rilancio di Gesù Bambino a discapito di Babbo Natale, in atto già da qualche tempo. Il logo del movimento è rappresentato dalla figura di Santa Claus all’interno di un segnale di divieto, un messaggio forte che ha indignato molti utenti in Inghilterra e negli Stati Uniti. Il simbolo è così stato abbandonato già nel 2003, ma continua ad essere una bandiera di identificazione per le decine di gruppi di Facebook a sostegno della causa.
Forse banalmente, il Babbo dal cinturone nero viene identificato come simbolo di quel Natale commerciale e consumistico che poco ha a che fare con il culto religioso da cui nasce la festa. Qualcuno sembra scettico: “Non credo che Christkind sia meno materialista di Santa Claus”.
Eppure sono molti quelli che non vogliono rinunciare alla suggestione dei campanelli che, per tradizione, annunciano la venuta di Gesù Bambino e alla realizzazione dell’albero di nascosto dai propri figli la sera della vigilia, come se Christkind insieme ai doni avesse portato anche quello.
Secondo i più tradizionalisti, fino a qualche tempo fa era ChristKind ad avere l’esclusiva sulla miracolosa consegna dei doni ai bimbi buoni, ma negli ultimi anni qualcosa è cambiato. Il panciuto vecchietto dalla lunga barba bianca ha conquistato i cuori dei più piccoli e ormai se ne vedono ovunque: arrampicati sui caminetti delle case, nelle piazze, nelle vetrine dei negozi. Ma sembra che gli adulti non vogliano rassegnarsi all’idea di Santa Claus come simbolo del Natale.
Fra vin brulé e castagne arrosto, nella città di Graz ha sfilato un corteo a sostegno del movimento pro-Christkind: cento persone per dire no a Babbo Natale. Eventi simili sono stati organizzati anche ad Innsbruck, Vienna e Salisburgo. Intanto vengono segnalati i negozi che adottano decorazioni in pieno stile tradizionalista austriaco, senza ricorrere al rosso omone barbuto.
Quando una moda prende largo, diventa difficile spazzarla via, basta vedere la vetrine dei negozi sempre più spesso occupate da scintillanti slitte. I commercianti, che tengono alla tradizione ma ancor di più alle loro tasche, si difendono: “Che cosa avremmo dovuto usare, se non Santa Claus?”. Il leader del movimento, Christoph Tschaikner, non batte ciglio e suggerisce simpatici angioletti o tradizionali pastorelli.
Una tendenza, quella del rilancio di Gesù Bambino a discapito di Babbo Natale, in atto già da qualche tempo. Il logo del movimento è rappresentato dalla figura di Santa Claus all’interno di un segnale di divieto, un messaggio forte che ha indignato molti utenti in Inghilterra e negli Stati Uniti. Il simbolo è così stato abbandonato già nel 2003, ma continua ad essere una bandiera di identificazione per le decine di gruppi di Facebook a sostegno della causa.
Forse banalmente, il Babbo dal cinturone nero viene identificato come simbolo di quel Natale commerciale e consumistico che poco ha a che fare con il culto religioso da cui nasce la festa. Qualcuno sembra scettico: “Non credo che Christkind sia meno materialista di Santa Claus”.
Eppure sono molti quelli che non vogliono rinunciare alla suggestione dei campanelli che, per tradizione, annunciano la venuta di Gesù Bambino e alla realizzazione dell’albero di nascosto dai propri figli la sera della vigilia, come se Christkind insieme ai doni avesse portato anche quello.