"C'era una volta il Muro": il 1989 in libreria

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Novembre 1989 - Alcuni berlinesi festeggiano la caduta del Muro - Credits: Grazia Neri
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A vent'anni dalla caduta della cortina che divideva Berlino, moltissimi saggi ne rievocano la storia. Documenti, testimonianze, interviste inedite: il racconto di una svolta epocale ma anche il ricordo della vita quotidiana ai tempi del "socialismo reale"

di Filippo Maria Battaglia

Berlino, 9 novembre 1989. Le immagini di migliaia di tedeschi a cavalcioni sulle lastre di cemento, osservati da doganieri ormai ammutoliti, e le lunghe file di automobili colorate in corsa verso l’ovest fanno il giro del mondo.
Il Muro è caduto (guarda l'album fotografico di quei giorni). Dopo più di trent’anni, una città fino ad allora divisa ritorna a comunicare. Nelle settimane successive, quegli scatti finiranno trasposti in murales, recital, libri, commedie, perfino in qualche spot. Produrranno polemiche infinite, querelle sull’attualità, controversie storiografiche.
E ancora oggi sono al centro di saggi, biografie e testimonianze, quasi tutti arrivati in libreria in prossimità del ventennale della data che sancì la fine del "secolo breve", il Novecento.
È il caso, ad esempio, di Il muro di Berlino di Frederick Taylor, da poco pubblicato da Mondadori, forse il saggio più esaustivo sulla cortina che divise l’Europa. Dati ufficiali, fonti d'archivio, testimonianze personali sono le tessere con le quali lo storico inglese ricostruisce un mosaico trentennale torbido e tormentato e, insieme, la storia di una capitale e di una grande nazione europea.
Uno snodo focale, quello del novembre di vent'anni fa, vissuto in presa diretta da pochissimi osservatori stranieri. Tra questi, Lilli Gruber, che nel 1989 insieme a Paolo Borella aveva raccontato in un libro i frenetici momenti tra l’annuncio del governo orientale tedesco e l’entusiasmo dei berlinesi scesi in piazza a festeggiare (leggi la testimonianza della giornalista).
A due decenni di distanza, quel saggio, in gran parte aggiornato con testimonianze e aneddoti, torna di nuovo in libreria: Ritorno a Berlino, pubblicato da Rizzoli, racconta gli ultimi palpiti di un regime in sfacelo, alternandoli ai ricordi di alcuni protagonisti e alla cronaca odierna per analizzare a che punto è il processo di integrazione tra le due (ex) Germanie.
Ma a Berlino est il comunismo non è solo racchiuso nel momento simbolo della sua fine. Dietro la data del 9 novembre 1989 è nascosto mezzo secolo di storie quasi sempre ignote. A indagarlo è  Costantine Pleshakov: Berlino 1989: la caduta del muro (Corbaccio) è scritto con  "l'obiettivo di trattare i fatti di quell'anno non nell'ampia prospettiva geopolitica che attualmente ne definisce la narrazione convenzionale, ma come questionii interne e conflitti sociali dei paesi coinvolti". Il risultato è un saggio ad ampio spettro, che rispetto a moltissimi altri libri restituisce un quadro d'insieme orgnanico ed esaustivo su ciò che significasse il comunismo dell'est.
Cinquant'anni di guerra fredda nascondono però anche milioni di esistenze vissute lontano dai riflettori dei media (e dallo sguardo occhiuto del regime comunista): vite ordinarie di parrucchieri, agenti segreti, operai, atleti e spogliarelliste che hanno continuato a lavorare, scontrandosi spesso con i "niet" della dittatura. Il giornalista della BBC Peter Molloy ha raccontato i loro destini in un saggio  pubblicato da Bruno Mondadori. La vita ai tempi del comunismo raccoglie le interviste ai travet del regime (non solo tedesco), offrendo forse lo spaccato più significativo di cosa volesse dire vivere sotto il giogo di in un governo autoritario. Suona le note dello stesso malinconico spartito lo storico Gianluca Falanga in Non si può dividere il cielo. Storie dal Muro di Berlino, in libreria per i tipi dell’editore Carocci. Chi volesse comprendere meglio le conseguenze geopolitiche di quell’evento può consultare invece l’ultimo numero monografico della rivista Limes, interamente incentrato sul post-89, oppure il saggio di Luigi Bonanate dedicato a La crisi. Il sistema internazionale vent'anni dopo la caduta del Muro di Berlino.
Ma a distanza di due decenni cosa resta di quella lunga barriera circondata da torri di controllo e filo spinato? La casa editrice Castelvecchi ha deciso di affidare al giornalista Matteo Tacconi un reportage (C’era una volta il Muro) che parte proprio da Alexanderplatz, uno dei luoghi simbolo del novembre 1989, e arriva fino a Budapest.
Germania, Polonia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Ungheria: un lungo viaggio nei paesi dell'est dalla conclusione amara: “ci sono ancora muri e cortine, non più di cemento e di ferro, ma conficcate in testa, come dicono i tedeschi, che separano i due emisferi dell’Europa”.

1989, L'ANNO CHE  HA CAMBIATO L'EUROPA: GUARDA L'ALBUM FOTOGRAFICO

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