La giunta militare al potere nel Paese asiatico ha negato la libertà alla leader dell'opposizione, arrestata poco tempo fa e condannata a 18 mesi di arresti domiciliari
La giunta birmana ha respinto oggi la richiesta di liberazione presentata dalla leader dell'opposizione democratica, Aung San Suu Kyi, recentemente condannata a diciotto mesi di arresti domiciliari. La donna, 64 anni, Premio Nobel per la Pace, era stata condannata lo scorso agosto a tre anni di carcere e ai lavori forzati, per aver brevemente ospitato nella sua casa un cittadino Aericano non invitato. La sanzione era stata poi commutata negli arresti domiciliari su ordine del leader della giunta birmana, il generale Than Shwe.