Si tratta di iraniani che avrebbero avuto "un ruolo" nei disordini. Ali Khamenei: conseguenze "più amare" di quelle viste finora per chi non accetterà di seguire "le vie legali" nel protestare. Londra: un abuso, liberateli
Otto iraniani che lavorano per l'ambasciata britannica a Teheran sono stati arrestati, secondo quanto riferisce oggi l'agenzia Fars, vicina al governo del presidente Mahmud Ahmadinejad. La Fars, senza citare fonti, afferma che gli otto avrebbero avuto "un ruolo" nei disordini seguiti alle elezioni presidenziali del 12 giugno.
L'arresto degli otto funzionari iraniani dell'ambasciata britannica e Teheran è considerata dal governo britannico un "abuso" e una "intimidazione". Londra ha chiesto l'immediata liberazione
degli arrestati.
La guida suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei, ha avvertito oggi che chi non accetterà di seguire "le vie legali" nel protestare contro le elezioni del 12 giugno, dovrà affrontare conseguenze "più amare" di quelle viste finora. Ali Khamenei ha poi condannato quelli che ha definito i "commenti assurdi" dei dirigenti occidentali sulle contestate elezioni presidenziali del 12 giugno. Lo riferisce la tv di stato iraniana.
"Quando si arrestano funzionari di un'ambasciata si compiono fatti certamente gravi", sui quali serve una "posizione comune". Lo ha detto il ministro degli esteri, Franco Frattini, spiegando che per questa ragione ne parlerà questo pomeriggio alla riunione sull'Iran dei 27, organizzata a margine del vertice Osce di Corfù.
"Oggi ne discuteremo - ha detto - perché il problema non può' essere affrontato a livello nazionale. Serve una posizione comune".
Le autorità iraniane hanno accusato l'Occidente, e in particolare Gran Bretagna e Stati Uniti, di sostenere le proteste esplose dopo il voto del 12 giugno. Il leader dell'opposizione iraniana, Mir Hossein Mousavi, denuncia brogli elettorali e sostiene di essere il vero vincitore delle elezioni.
Guarda il servizio di SKY TG24
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"Oggi ne discuteremo - ha detto - perché il problema non può' essere affrontato a livello nazionale. Serve una posizione comune".
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