Europee: avanza l'estrema destra
MondoAffermazione per i partiti xenofobi in quasi tutti i paesi dell'Unione. Ecco, paese per paese, dove vincono i movimenti anti immigrati e anti europeisti
Il primo segnale è arrivato già venerd' dai Paesi Bassi, quando il Partito per la libertà (PPV) di Geert Wilders, formazione fortemente anti-islamica, è diventato con il 17% il secondo partito d'Olanda, dando così inizio a quello che è stato un vero trionfo per le destre estreme in quasi tutti i paesi d'Europa.
In Gran Bretagna il British Nationalist Party di Nick Griffin riesce a centrare uno storico risultato e a ottenere il suo primo seggio europeo, battendo il Partito Laburista nello Yorkshire. A livello nazionale il BNP, con il 9,8% dei consensi diventa il quinto partito del paese.
La Danimarca ha visto l'affermarsi di entrambe le estreme, sia a destra che a sinistra. Il Partito del Popolo Danese, nazionalista e xenofobo, e il Partito del Popolo Socialista conquisterebbero entrambi un seggio in più ottenendone rispettivamente 2, con il 15,1% dei voti il primo e il 15% il secondo.
In controtendenza Francia e Belgio. Il Fronte Nazionale di Jean Marie Le Pen si vede infatti dimezzati i seggi conquistati, da 7 a 3, e arretra al 6,3%. Le Pen stesso, comunque, dovrebbe riuscire a confermare il proprio seggio a Strasburgo. In Belgio invece il Vlaams Belang, corrispettivo fiammingo del Fronte Nazionale francese, perde un terzo dei propri voti passando dal 14% al 10,5%.
Ma è in Europa Orientale che le estreme destre hanno visto i maggiori successi. In Ungheria trionfa il nuovo partito di estrema destra Jobbik, che ottiene tre seggi con il 14,77% delle preferenze, ben oltre il 5-8% e il singolo seggio messi in conto alla vigilia del voto. In Romania l'estrema destra del Partito della Grande Romania (Prm) ottiene il 7,2% e due seggi, di cui uno destinato a Gigi Becali, discusso patron dello Steaua Bucarest. In Bulgaria i nazionalisti anti-rom di Ataka ottengono il 11,72% dei consensi e due seggi all'Europarlamento. E in Slovacchia il partito xenofobo SNS ottiene il 5.39 dei voti e il primo eurodeputato della propria storia.
Unica eccezione la Polonia dove invece l'estrema destra arretra: gli ultracattolici della Lega delle famiglie polacche, appoggiati da Radio Maryia, ricandidati sotto le insegne del movimento paneuropeo Libertas, si fermano all'1%. Cinque anni fa, avevano eletto dieci europarlamentari.
In Gran Bretagna il British Nationalist Party di Nick Griffin riesce a centrare uno storico risultato e a ottenere il suo primo seggio europeo, battendo il Partito Laburista nello Yorkshire. A livello nazionale il BNP, con il 9,8% dei consensi diventa il quinto partito del paese.
La Danimarca ha visto l'affermarsi di entrambe le estreme, sia a destra che a sinistra. Il Partito del Popolo Danese, nazionalista e xenofobo, e il Partito del Popolo Socialista conquisterebbero entrambi un seggio in più ottenendone rispettivamente 2, con il 15,1% dei voti il primo e il 15% il secondo.
In controtendenza Francia e Belgio. Il Fronte Nazionale di Jean Marie Le Pen si vede infatti dimezzati i seggi conquistati, da 7 a 3, e arretra al 6,3%. Le Pen stesso, comunque, dovrebbe riuscire a confermare il proprio seggio a Strasburgo. In Belgio invece il Vlaams Belang, corrispettivo fiammingo del Fronte Nazionale francese, perde un terzo dei propri voti passando dal 14% al 10,5%.
Ma è in Europa Orientale che le estreme destre hanno visto i maggiori successi. In Ungheria trionfa il nuovo partito di estrema destra Jobbik, che ottiene tre seggi con il 14,77% delle preferenze, ben oltre il 5-8% e il singolo seggio messi in conto alla vigilia del voto. In Romania l'estrema destra del Partito della Grande Romania (Prm) ottiene il 7,2% e due seggi, di cui uno destinato a Gigi Becali, discusso patron dello Steaua Bucarest. In Bulgaria i nazionalisti anti-rom di Ataka ottengono il 11,72% dei consensi e due seggi all'Europarlamento. E in Slovacchia il partito xenofobo SNS ottiene il 5.39 dei voti e il primo eurodeputato della propria storia.
Unica eccezione la Polonia dove invece l'estrema destra arretra: gli ultracattolici della Lega delle famiglie polacche, appoggiati da Radio Maryia, ricandidati sotto le insegne del movimento paneuropeo Libertas, si fermano all'1%. Cinque anni fa, avevano eletto dieci europarlamentari.