Semplice e chiaro, efficace, arriva alla pancia della gente. Ecco tutti i discorsi che hanno segnato il cammino del 44° presidente degli Stati Uniti d'America
27 luglio 2004, Convention democratica. E’ qui, sul palco di Boston che ha inizio l’ascesa di Barack Obama. Allora 42enne, sconosciuto ai più, si candida per il Senato e viene scelto da un lungimirante John Kerry per pronunciare il discorso che sarebbe passato alla storia come il famoso discorso di Boston.
E’ lì che il giovane politico afroamericano e dal nome strano commuove l’America per la prima volta. La sua oratoria è una delle sue armi vincenti.
Semplice e chiaro, intenso.
“Sono nato a Honolulu, il mio accento viene dal Kansas ed il mio nome viene dal Kenya”. Obama arriva alla pancia della gente che si riconosce nell’uomo che incarna il grande sogno americano. Perché “nella è impossibile negli Stati Uniti d’America”.
“A nome dello Stato dell’Illinois, il bivio della nazione, la terra di Lincoln, lasciatami esprimere la più profonda gratitudine per il privilegio di parlare a questo convegno.
Stasera è un particolare onore per me perché la mia presenza su questo palco è piuttosto improbabile. Mio padre era uno studente straniero, nato e cresciuto in un villaggio in Kenya. E’ cresciuto allevando greggi di capre, andava a scuola in una baracca con il tetto di lamiera. Suo padre – mio nonno – era un cuoco, un domestico al servizio degli inglesi.
Ma mio nonno aveva grandi aspirazioni per suo figlio. Grazie al duro lavoro e alla perseveranza, mio padre vinse una borsa di studio per studiare in un luogo magico, l’America, che “risplendeva” come un segnale di libertà e opportunità per coloro che erano arrivati prima”.
Ascolta le sue parole.
E’ lì che il giovane politico afroamericano e dal nome strano commuove l’America per la prima volta. La sua oratoria è una delle sue armi vincenti.
Semplice e chiaro, intenso.
“Sono nato a Honolulu, il mio accento viene dal Kansas ed il mio nome viene dal Kenya”. Obama arriva alla pancia della gente che si riconosce nell’uomo che incarna il grande sogno americano. Perché “nella è impossibile negli Stati Uniti d’America”.
“A nome dello Stato dell’Illinois, il bivio della nazione, la terra di Lincoln, lasciatami esprimere la più profonda gratitudine per il privilegio di parlare a questo convegno.
Stasera è un particolare onore per me perché la mia presenza su questo palco è piuttosto improbabile. Mio padre era uno studente straniero, nato e cresciuto in un villaggio in Kenya. E’ cresciuto allevando greggi di capre, andava a scuola in una baracca con il tetto di lamiera. Suo padre – mio nonno – era un cuoco, un domestico al servizio degli inglesi.
Ma mio nonno aveva grandi aspirazioni per suo figlio. Grazie al duro lavoro e alla perseveranza, mio padre vinse una borsa di studio per studiare in un luogo magico, l’America, che “risplendeva” come un segnale di libertà e opportunità per coloro che erano arrivati prima”.
Ascolta le sue parole.