Due anni fa moriva Anna Politkovskaja. Uccisa per la verità

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I blog russi rimpiangono la giornalista moscovita che denunciava i crimini in Cecenia. Ma in Rete non sembra nascere un dibattito approfondito attorno alle sue accuse contro il potere

di PAMELA FOTI

"In memoria di Anna Politkovskaja. Il 7 ottobre la nostra collega e amica, la corrispondente speciale della Novaja Gazeta Anna Politkovskaja è stata assassinata. Invitiamo tutti a prendere parte alla commemorazione che si terrà il 7 ottobre 2008 dalle 13.30 alle 15.15 a Mosca in piazza Novopushkinskij”.
E’ con questo semplice annuncio che Novaja Gazeta, la testata indipendente russa per la quale scriveva Anna Politkovskaja invita a ricordare la giornalista assassinata due anni fa
4 colpi di pistola l’hanno raggiunta prima alla testa e poi al cuore. Così è stata uccisa il 7 ottobre 2006. Così è stata messa a tacere una voce libera che raccontava i soprusi e gli abusi compiuti in Cecenia dall’esercito russo.

Già qualche settimana prima del secondo anniversario della morte è iniziato in Rete il tam tam di meeting e appuntamenti per non dimenticare Anna. In Italia come in Russia.
Qui, l’appuntamento è alle 13.30.
Già, dalle 13.30 alle 15.15. Che orario inappropriato, si lamentano alcuni blogger russi. “Non sarebbe stato meglio organizzare la manifestazione alle 7 di sera?” si chiede benjik sul suo blog. “Perché alle 13.30? Lo fanno apposta per fare in modo che arrivi poca gente?” domanda varfolomeev66.

Anna Politkovskaja non scriveva per dilettare i suoi lettori. “Io vivo la mia vita e scrivo di ciò che vedo”. Questo il credo che continuava a ripetere.
Ma navigando tra i blog russi, ciò che emerge è che attorno alla figura della giornalista non sembra essere nato alcun dibattito. Le sue parole di denuncia contro i crimini commessi dai russi in Cecenia non sembrano aver generato alcuna riflessione che superi la compassione umana provata davanti a una vita così ingiustamente spezzata.
"Sono già passati due anni. Ricordo tutto come se fosse ieri” scrive odil_versua.

La memoria di Anna Politkovskaja, poi, in Russia non ha mai trascinato in piazza le folle. 
Censura o disinteresse lo dimostrano le immagini di questo video che riprendono alcuni momenti del funerale e di una manifestazione per le strade di Mosca. Colpisce la poca partecipazione della gente comune, di quella gente comune in difesa della quale si è battuta Anna. Sono poche le mani di coloro che reggono lo striscione “Putin, oligarca del KGB”.  
Forse allora non stupisce che per il 7 ottobre 2008 sia stato organizzato un meeting dalle ore 13.15 alle 15.30, quando la maggior parte delle persone è al lavoro.

Sopravvivono però, almeno in Rete, iniziative per perpetrare la sua memoria. Come quella organizzata da questo blog dal nome Avanti verso la vittoria del medvedismo-putinismo (libera e ironica interpretazione del noto manifesto russo degli anni ’30 Avanti verso la vittoria del comunismo) che, con il supporto del dipartimento tedesco di “Reporter senza frontiere” ha realizzato poster e spille per non dimenticare Anna Politkovskaja.
"Grazie per il post e grazie per il ricordo di questa giornalista straordinaria, luminosa e coraggiosa. In grado di schierarsi con coraggio in difesa del diritto alla libertà della persona; in grado di mettersi contro la macchina da guerra russa, contro le autorità costituite, contro la severa autorità di Kadyrov, contro questo potere capace di spezzare la vita di milioni di persone. Memoria luminosa ad una persona luminosa”. Questa la risposta all’iniziativa del blogger krupelega.

Anna Politkovskaja “uccisa per la verità” è infatti la frase che più spesso ricorre.
E in rete non mancano gli attestati di stima di chi piange la sua assenza, come fanno gli utenti di questo forum, accorsi qui anche il 30 agosto scorso, giorni in cui la giornalista avrebbe compiuto 50 anni.

“Solo adesso ho compreso la grandezza della sua professione. E l’onestà del suo giornalismo, al quale bisogna aspirare, iniziando dalla propria onestà personale” è il post di una blogger pubblicato su questo diario on line dopo aver visto il documentario “Anna Politkovskaja, 7 anni al fronte” realizzato nel 2008 dalla regista russa Masha Novikova, da anni ormai residente in Olanda. 
“Guardatelo. E’ molto forte – commenta un altro utente la pellicola che ripercorre gli ultimi 7 anni della reporter passati in prima linea nella battaglia giornalistica per la verità e la giustizia - È difficile accostarsi a questo film, è vero. Scuote l’anima. E questo, lo capisco, non è piacevole".


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