Social network, YouTube, blog, donazioni, ricerca di fondi, banners, spot elettorali studiati per il popolo della rete... tutte le armi di un combattimento che ha come terreno di battaglia il web e la conquista della Casa Bianca
di Massimo Vallorani
La crescita di Internet - Lo dicono le presenze dei blogger accreditati alla convention democratica e repubblicana. Lo dicono anche la gran parte dei fondi che sono stati raccolti per la campagna elettorale 2008 solamente con un click. Lo dice in generale il web. Le presidenziali Usa, chiunque ne uscirà vincente, saranno ricordate come la campagna elettorale in cui Internet e le nuove tecnologie hanno conquistato un spazio a dir poco decisivo. A conferma che il web ha un ruolo sempre più importante nella politica “made in U.S.A.”. anche l’ultimo rapporto del Pew Internet and American Life Project nel quale viene confermato come, durante le primarie, il 46% degli americani ha usato internet, la posta elettronica o i messaggi sms per avere notizie sulla campagna elettorale, condividere le opinioni e mobilitare altri elettori. Tre ambiti di Internet hanno avuto su tutti gli altri un netto incremento rispetto alla precedente rilevazione che il Pew Internet Project aveva compiuto nel 2004. I video politici online (il 35% degli elettori, quasi il triplo di quattro anni fa, ha dichiarato di averli guardati). I siti di social networking come MySpace, Facebook (il 10% degli americani afferma di averli utilizzati per raccogliere informazioni o essere coinvolti in varie iniziative. Percentuale che risulta ancora maggiore se si considerano gli elettori più giovani). La raccolta di contributi a sostegno dei candidati passati dal 2% del 2004 al 6% del 2008.
La strategia di Obama - Barak Omaba è quello che sicuramente ha saputo sfruttare al meglio le potenzialità della Rete. Il senatore dell’Illinois ha avuto a disposizione somme in precedenza sconosciute ad altri candidati democratici: centinaia di milioni di dollari, 51 raccolti soltanto nello scorso mese di luglio, una cifra senza precedenti. Tutto questo grazie soprattutto al perfetto funzionamento del suo sito. Una perfetta macchina macina consensi, ricca di innumerevoli strumenti che consentano ai visitatori di effettuare donazioni con grande facilità, fondamentali se pensiamo alla dispendiosa campagna elettorale messa in atto. Inoltre, attraverso la rete sono state mobilitate centinaia di persone, reclutati migliaia di volontari in tutti gli Stati americani, raccolti indirizzi mail e numeri di cellulari. L’intenzione da parte degli strateghi di comunicazione dello staff di Obama è quello non soltanto di raccogliere fondi ma di coinvolgere dal basso i propri sostenitori, dargli la capacità di fare essi stessi campagna elettorale, di creare contenuti nuovi a partire da quelli originali. Tutto questo naturalmente senza perderne il controllo, inteso come capacità di non lasciarsi travolgere dai spesso bizzarri umori virtuali. Rientrano in questa strategia l’utilizzo da parte dei democratici dei principali social network come Facebook e Myspace. Sul primo Obama ha raggiunto un milione e 400mila supporter contro i 220mila di McCain, su Myspace 462mila amici contro i 66mila dell’avversario. Sono soprattutto giovani. Gente che spesso però poi non è andata a votare, con la quale proprio per questo bisogna mantenere sempre e comunque un contatto.
La strategia di McCain - Che i democratici siano a proprio agio nella Rete lo dimostra anche l’utilizzo di YouTube. Approssitivamente i video di Obama sono stati visti da circa 50 milioni di utenti. Quelli di McCain da appena 3 milioni. Tuttavia il candidato repubblicano sembra in recupero. Infatti le sue clip elettorali hanno totalizzato, nel solo mese di luglio, la cifra record di 4,1 milioni di contatti, raggiungendo anche un numero medio di view viste nettamente superiore rispetto all'avversario. Al di la dei puri numeri è interessante valutare la natura di questo risultato. Lo staff di Obama, composto da più di 50 persone dedicate a tempo pieno, ha puntato tutto sulla velocità dell'aggiornamento e la quantità di clip postate (più di 1.100, contro le 250 di McCain). Il candidato repubblicano, per batterlo, ha invece deciso di puntare sui contenuti, con particolare predilezione per gli attacchi diretti e la denigrazione spettacolare dell’avversario. A decretare il boom di ascolti per le clip del senatore repubblicano sono stati soprattutto video come Taxman (in cui si denunciano come vessatorie le proposte di politica fiscale avanzate da Obama), The One (che stabilisce un sarcastico paragone tra Obama e il Messia) e Celeb (che evidenzia il paragone tra Obama, Britney Spears e Paris Hilton). Il recupero in fatto di pagine viste su Youtube da parte di McCain ha provocato una reazione nello staff del candidato democratico che immediatamente ha reagito utilizzando la stessa strategia del suo avversario. Esemplare la clip in cui il senatore dell'Illinois accusa McCain di essere più o meno direttamente responsabili di 8000 possibili licenziamenti in Ohio.
La crescita di Internet - Lo dicono le presenze dei blogger accreditati alla convention democratica e repubblicana. Lo dicono anche la gran parte dei fondi che sono stati raccolti per la campagna elettorale 2008 solamente con un click. Lo dice in generale il web. Le presidenziali Usa, chiunque ne uscirà vincente, saranno ricordate come la campagna elettorale in cui Internet e le nuove tecnologie hanno conquistato un spazio a dir poco decisivo. A conferma che il web ha un ruolo sempre più importante nella politica “made in U.S.A.”. anche l’ultimo rapporto del Pew Internet and American Life Project nel quale viene confermato come, durante le primarie, il 46% degli americani ha usato internet, la posta elettronica o i messaggi sms per avere notizie sulla campagna elettorale, condividere le opinioni e mobilitare altri elettori. Tre ambiti di Internet hanno avuto su tutti gli altri un netto incremento rispetto alla precedente rilevazione che il Pew Internet Project aveva compiuto nel 2004. I video politici online (il 35% degli elettori, quasi il triplo di quattro anni fa, ha dichiarato di averli guardati). I siti di social networking come MySpace, Facebook (il 10% degli americani afferma di averli utilizzati per raccogliere informazioni o essere coinvolti in varie iniziative. Percentuale che risulta ancora maggiore se si considerano gli elettori più giovani). La raccolta di contributi a sostegno dei candidati passati dal 2% del 2004 al 6% del 2008.
La strategia di Obama - Barak Omaba è quello che sicuramente ha saputo sfruttare al meglio le potenzialità della Rete. Il senatore dell’Illinois ha avuto a disposizione somme in precedenza sconosciute ad altri candidati democratici: centinaia di milioni di dollari, 51 raccolti soltanto nello scorso mese di luglio, una cifra senza precedenti. Tutto questo grazie soprattutto al perfetto funzionamento del suo sito. Una perfetta macchina macina consensi, ricca di innumerevoli strumenti che consentano ai visitatori di effettuare donazioni con grande facilità, fondamentali se pensiamo alla dispendiosa campagna elettorale messa in atto. Inoltre, attraverso la rete sono state mobilitate centinaia di persone, reclutati migliaia di volontari in tutti gli Stati americani, raccolti indirizzi mail e numeri di cellulari. L’intenzione da parte degli strateghi di comunicazione dello staff di Obama è quello non soltanto di raccogliere fondi ma di coinvolgere dal basso i propri sostenitori, dargli la capacità di fare essi stessi campagna elettorale, di creare contenuti nuovi a partire da quelli originali. Tutto questo naturalmente senza perderne il controllo, inteso come capacità di non lasciarsi travolgere dai spesso bizzarri umori virtuali. Rientrano in questa strategia l’utilizzo da parte dei democratici dei principali social network come Facebook e Myspace. Sul primo Obama ha raggiunto un milione e 400mila supporter contro i 220mila di McCain, su Myspace 462mila amici contro i 66mila dell’avversario. Sono soprattutto giovani. Gente che spesso però poi non è andata a votare, con la quale proprio per questo bisogna mantenere sempre e comunque un contatto.
La strategia di McCain - Che i democratici siano a proprio agio nella Rete lo dimostra anche l’utilizzo di YouTube. Approssitivamente i video di Obama sono stati visti da circa 50 milioni di utenti. Quelli di McCain da appena 3 milioni. Tuttavia il candidato repubblicano sembra in recupero. Infatti le sue clip elettorali hanno totalizzato, nel solo mese di luglio, la cifra record di 4,1 milioni di contatti, raggiungendo anche un numero medio di view viste nettamente superiore rispetto all'avversario. Al di la dei puri numeri è interessante valutare la natura di questo risultato. Lo staff di Obama, composto da più di 50 persone dedicate a tempo pieno, ha puntato tutto sulla velocità dell'aggiornamento e la quantità di clip postate (più di 1.100, contro le 250 di McCain). Il candidato repubblicano, per batterlo, ha invece deciso di puntare sui contenuti, con particolare predilezione per gli attacchi diretti e la denigrazione spettacolare dell’avversario. A decretare il boom di ascolti per le clip del senatore repubblicano sono stati soprattutto video come Taxman (in cui si denunciano come vessatorie le proposte di politica fiscale avanzate da Obama), The One (che stabilisce un sarcastico paragone tra Obama e il Messia) e Celeb (che evidenzia il paragone tra Obama, Britney Spears e Paris Hilton). Il recupero in fatto di pagine viste su Youtube da parte di McCain ha provocato una reazione nello staff del candidato democratico che immediatamente ha reagito utilizzando la stessa strategia del suo avversario. Esemplare la clip in cui il senatore dell'Illinois accusa McCain di essere più o meno direttamente responsabili di 8000 possibili licenziamenti in Ohio.