Monza, evasione fiscale: due arresti e beni sequestrati per oltre un milione di euro
LombardiaLe indagini, avviate nel settembre 2020, hanno tratto origine dall’esecuzione di un’attività ispettiva fiscale nei confronti di due società, nell’ambito della quale sono emerse, da subito, plurime irregolarità edilizie, urbanistiche e ambientali
A Monza la guardia di finanza ha dato esecuzone a una misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di due coniugi, gravemente indiziati di reati dichiarativi finalizzati all’evasione dell’Iva e indebita compensazione di tributi. Contestualmente è in corso di esecuzione un provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca sia diretta sia per equivalente di denaro e beni per oltre un milione di euro, quale profitto illecito dei presunti reati ascritti ai rappresentanti di diritto e di fatto di due imprese operanti a Desio nel settore della logistica e del trasporto di merci su strada.
Le indagini
Le indagini, avviate nel settembre 2020, hanno tratto origine dall’esecuzione di un’attività ispettiva fiscale nei confronti di due società, nell’ambito della quale sono emerse, da subito, plurime irregolarità edilizie, urbanistiche e ambientali interessanti un’area agricola di circa novemila metri quadrati, abusivamente destinata all’esercizio di impresa, adibendo il terreno a parcheggio degli autocarri in uso, con installazione di prefabbricati, di officine per la manutenzione e distributori di carburante. L’attività si concludeva con il deferimento all’autorità giudiziaria dei rispettivi legali rappresentanti e il sequestro preventivo nell’aprile 2021 dell’intera area (utilizzata per il trattamento non autorizzato di rifiuti), nonché di due depositi di carburante e oltre 16mila litri di gasolio per autotrazione. Una parte del terreno sequestrato, del valore di oltre 90mila euro, risultava peraltro precedentemente acquistato da una immobiliare riconducibile a un soggetto collegato alla criminalità organizzata e condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso.
Il sequestro
In ragione delle concomitanti anomalie contabili e finanziarie rilevate in capo a una delle due società e posto che la stessa, nonostante il provvedimento ablativo subito, aveva proseguito l’attività traslocando su una nuova area che in passato apparteneva a ulteriore soggetto contiguo con similari ambienti criminali di più elevato livello, le Fiamme Gialle hanno effettuato approfondimenti investigativi in ordine alla regolarità dell’esercizio dell’impresa sotto il profilo tributario. Più in particolare, i finanzieri, rilevando che l’impresa oggetto d’indagini (operativa dal 2017) era subentrata nell’attività di una società preesistente, con medesima sede e compagine sociale, formalmente amministrata dal medesimo legale rappresentante, hanno raccolto plurimi elementi indiziari in ordine ad una sistematica e ingente evasione fiscale che sarebbe stata perpetrata ininterrottamente dal 2015 al 2020 dall’amministratore di diritto oltreché dal marito, reale dominus delle due imprese. L’indagine ha, infatti, consentito di ricostruire profitti illeciti per oltre un milione di euro, di cui circa 700mila euro di Iva evasa in conseguenza delle dichiarazioni fiscali omesse ovvero infedeli presentate, oltre mancati versamenti di somme dovute – relative a ritenute, contributi Inps e Inail, Imu – per circa 300mila euro, compensati indebitamente con crediti inesistenti.